Purtroppo...
Abbiamo chiesto un'intervista a André Gorz sul movimento dei disoccupati e precari. La lettura del suo ultimo libro, Miseria del presente. Ricchezza del possibile (Edition Galilée, 1997), ci aveva convinto che sarebbe stato un incontro molto fruttuoso. Purtroppo, per limiti di tempo non è stato possibile. E allora desideriamo consegnare alla riflessione collettiva questi due brevi passaggi del libro.
(...) Siamo una società di lavoro fantasma che sopravvive fantasmaticamente alla sua estinzione grazie alle invocazioni ossessive di coloro che continuano a vedervi la sola società possibile, e non possono immaginare un altro futuro che non sia il ritorno al passato. E che, di fatto, rendono a tutti il peggior servizio: ci convincono che non c'è futuro possibile, di socialità, di vita, di compimento di sé fuori dal "posto di lavoro"; che la scelta è tra il posto e il niente, tra l'inclusione grazie a un impiego e l'esclusione; tra la "socializzazione identitaria attraverso il lavoro" o la caduta nella "disperazione" del non essere.
(...) come quest'altra vita, quest'altra società possono essere anticipate e prefigurate fin d'ora in sperimentazioni su vasta scala, pratiche e lotte esemplari, modi alternativi di cooperazione, produzione, habitat, di presa in carico autoorganizzata dei bisogni collettivi; come la paura di cadere nel buco nero della non-società e della nullità individuale può essere placata da pratiche comuni che inventano e testimoniano nuove solidarietà; come, invece di subire gli sconvolgimenti tecnologici, le economie dei tempi di lavoro, le intermittenze dell'impiego e la sua precarizzazione, si può impadronirsene collettivamente, conquistarne l'iniziativa e la padronanza, rivoltarle contro le strategie del capitale per trasformarle in nuove possibili libertà; e come tutti possono essere garantiti da un reddito durevole quando il lavoro diventa discontinuo.