APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO DI CITTADINI-LAVORATORI-UTENTI DEL NORDEST PER LA DIFESA DELLO STATO SOCIALE E LA CONQUISTA DI NUOVI DIRITTI

Una sola moltitudine per rivendicare il diritto all'esistenza di tutti

La manifestazione del 13 settembre scorso a Venezia per l'Europa sociale segna per tutti noi un risultato irreversibile ed un importante punto di partenza:

- ha contribuito a porre a livello di massa, con la dovuta attenzione, il pericolo rappresentato dalla "minaccia secessionista";

- ha sancito il dislocarsi dell'azione politica trasformativa in uno spazio ad essa adeguato: l'Europa, come luogo dove i processi di globalizzazione economica possono essere aggrediti e condizionati dal conflitto sociale;

- ha reso visibile una pluralità di sinistre, mettendole finalmente in comunicazione, facendo delle rispettive differenze un punto di forza, con l'affermazione di un metodo originale di relazione;

- ha indicato come il vero terreno di scontro con le tendenze disgregative e regressive sia quello degli interessi e delle condizioni materiali di vita e di lavoro; ovvero come sia possibile mettere in discussione il radicamento e il consenso della Lega, intervenendo a partire da quegli elementi di concreto disagio e protesta sociale, che i secessionisti mistificano in termini reazionari.

Pur su contenuti diversi, la stessa mobilitazione sindacale del 20 settembre rompe la passività del mondo del lavoro nei confronti del neoliberismo su base etnico-territoriale, propagandato dalla Lega.

A partire dunque dalla giornata del 13 si è aperta una nuova stagione. La proposta di una grande manifestazione a Roma, per questo autunno, che si inserisca prepotentemente nel dibattito sul futuro dello Stato sociale, contiene già importanti indicazioni di percorso: la capacità di legare difesa ed innovazione, di tenere assieme resistenza e progettualità.

Un nucleo di garanzie, conquistate dalle lotte di più generazioni di sfruttati, sulla previdenza, la salute e l'ambiente, la casa e l'istruzione, costituisce una soglia intoccabile, rappresentando un dato acquisito che integra il concetto stesso di cittadinanza. Di fronte all’emergere di vecchie e nuove forme di ingiustizia ed esclusione sociale non sono più tollerabili diseguaglianze, privilegi e sprechi. In tutta Europa, le ricette neoliberiste - compressione della spesa sociale, taglio di servizi essenziali, privatizzazioni su larga scala - si scontrano ovunque con la nascita e lo sviluppo di conflitti di massa che pongono al centro il diritto ad un'esistenza degna di questo nome, l’umanità e non le monete, le borse, i mercati.

Lo scontro intorno al Welfare state ha direttamente a che fare con l'insieme delle condizioni di vita di milioni di persone, perciò:

- qualsiasi ridefinizione di esso deve rispondere a criteri di giustizia, eguaglianza e universalità delle garanzie e delle prestazioni;

- deve essere adeguata alle trasformazioni intervenute nel sistema produttivo, strutturando un "ombrello" di garanzie in grado di coprire tutte le forme in cui oggi si dà la prestazione lavorativa - le figure del "tradizionale" lavoro dipendente nel settore pubblico e privato, le figure del lavoro precario e intermittente, le figure del cosiddetto lavoro autonomo - così come le vecchie e nuove forme di marginalizzazione;

- deve dislocare al livello locale più decentrato possibile, e quindi più facilmente aggredibile da istanze di autogoverno ed autogestione, le responsabilità sulle modalità di reperimento e redistribuzione delle risorse per soddisfare diritti e standards garantiti universalmente.

Va dunque rafforzata la battaglia sull'esistente contro ogni ulteriore riduzione della spesa sociale, anzi per un suo allargamento che avvicini l'Italia agli standards europei, per una sua riorganizzazione sulla base di criteri di lotta ai privilegi, intangibilità delle garanzie acquisite, giustizia sociale ed universalità dei diritti, a partire da quello, irrinunciabile, ad una occupazione dignitosa per tutti.

Rivolgendo lo sguardo al futuro tre ci sembrano le priorità, concatenate, di questa fase:

1. la riduzione della giornata lavorativa a parità di salario, come strumento per una più giusta distribuzione della quota di lavoro socialmente necessario;

2. l'individuazione (in forma monetaria e/o come pacchetto di beni e servizi) di strumenti che garantiscano un reddito decente a tutti coloro i quali sono esclusi dall'attuale sistema di tutele;

3. il sostegno allo sviluppo di un settore "pubblico non di Stato", sottratto alle regole di mercato, non finalizzato alla supplenza di prestazioni non più garantite dalle strutture pubbliche, ma orientato a rispondere a nuovi bisogni, attraverso sperimentazioni locali.

Per tutti questi motivi, la questione Welfare non può rimanere confinata a sole trattative di vertice che escludano il confronto reale con tutti i soggetti interessati. Ciò di cui abbiamo bisogno è la nascita, su questi punti, di movimenti di massa che sappiano sviluppare intelligenti e articolate forme di conflitto sociale in grado di condizionare le scelte politiche generali.

Raccogliendo il messaggio lanciato il 13 settembre a Venezia, facciamo appello a tutti i soggetti sociali e politici - rappresentanze dei lavoratori, esperienze del sindacalismo confederale e non, comitati di inquilini, comitati di cittadini che si battono sulla sanità e le questioni ambientali, gruppi di donne, partiti, associazioni, centri sociali, cooperative di servizi ... ecc. - a dar vita ad una grande ASSEMBLEA COSTITUTIVA di un movimento di cittadini-lavoratori-utenti del Nordest per la difesa dello stato sociale e la conquista di nuovi diritti da tenersi a Mestre il 10 OTTOBRE prossimo, che sappia costruire la partecipazione alla manifestazione di Roma, ma anche - oltre quella giornata - conflitti e progetti nei nostri territori su questi temi.

Promotori :

Mauro Tosi (Segretario regionale di Rifondazione Comunista)
Giuseppe Turruda (segretaria regionale CGIL, Alternativa Sindacale)
Luca Casarini (portavoce Centri Sociali del Nordest)
Giuliana Beltrame (azionista de "Il Manifesto")
Cesco Chinello (Società del lavoro di Marghera)
Stefano Pieretti (Coordinatore Associazione Difesa Lavoratori - Cobas Nordest)
Franco Rigosi (Medicina Democratica)

 


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