Ancora una volta, dopo l’ultimo giovedì di mercato in via Gobetti, il fantasma di XM24 viene tirato in ballo dal presidente di quartiere Daniele Ara in relazione alla socialità spontanea che si crea ogni giovedì nel parchetto adiacente al mercato. L‘operazione di agitare a mezzo stampa il legame con Xm24 è una furbata e una cialtroneria di Ara che evoca uno spauracchio, opera una semplificazione che funziona mediaticamente e che gli permette, in compagnia del sempre “celere” Aitini, di deresponsabilizzarsi e mostrare bieca fermezza e intransigenza. Ma la realtà è più complessa della narrazione semplificata che ne viene fatta e ci teniamo a rimarcare alcune questioni al presidente di quartiere, alla stampa o a chi ancora nutra dubbi.
Xm24 come spazio fisico non esiste più dal 6 Agosto 2019 perché è stato sgomberato dalle ‘ruspe democratiche’ mandate dell’ Amministrazione del PD che ha violentemente strappato al quartiere e alla città un luogo nevralgico per chi crede che sia possibile costruire mondi diversi.
Il parchetto di via Gobetti, anche se formalmente privato, è nel suo uso di fatto uno spazio pubblico. Già attraversato giornalmente dagli abitanti del quartiere, dal giorno dello sgombero di XM24 è diventato spontaneamente un luogo di ritrovo per la comunità rimasta orfana dello spazio pubblico di via Fioravanti che lo ha curato in autogestione fino a quando il 28 maggio 2020 sono arrivati degli operai scortati dagli sbirri a distruggere quanto nel parco avevamo costruito e a recintarlo strappando così un ennesimo spazio pubblico alle pratiche di autogestione.
Quanto avviene ogni giovedì di mercato al parchetto non è molto differente da quanto avviene in altri parchi o piazze cittadine – questa è una constatazione di fatto che non vuole essere un giudizio di merito. Le persone si ritrovano e le responsabilità di pratiche e comportamenti sono individuali.
Rispediamo al mittente la narrazione semplificata della realtà strumentale agli interessi dei politicanti tanto più in tempo di campagna elettorale. Evocare capri espiatori senza nessun senso plausibile potrà forse consolare alcuni ma non aiuta a comprendere la complessità dell’esistente né a spiegare il legame forte che spinge centinaia di persone ogni giovedì a riunirsi in un luogo simbolico nella memoria, nel presente e nei cuori di tante e tanti cittadine/i del quartiere Bolognina e della città.