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CHIUDERE LE BASI NATO. APRIRE LE FRONTIERE!

La guerra continua. Un'escalation dopo l'altra le vittime e le distruzioni dei bombardamenti si assommano al dramma senza fine dei profughi kosovari. Da venti giorni la Nato semina morte e orrore nei cieli d'Europa e négli americani tantomeno i governi europei sono interessati ad una soluzione pacifica. Il "sogno europeo" di autonomia politica del continente, si è trasformato in un treno impazzito che travolge ogni idea di civiltà per compiacere mercanti, banchieri, militari e nazionalisti di ogni colore. Sulle terre dall'Atlantico agli Urali campeggiano minacciose le macerie dei Balcani e il deserto politico che ha sommerso l'Europa, bandito ogni spazio alla politica e calpestato le aspirazioni ad un futuro di diritti e dignità per tutti. Guardate bene gente, imparate a conoscerli. Sembrano parlare la nostra stessa lingua, invece parlano quella dei potenti: dicono "diritti umani" ma intendono interessi, la chiamano "ingerenza umanitaria" ma è guerra di conquista. Sono i nuovi signori della guerra, gli stessi che ci hanno venduto "l'avvento della modernità"...Ma se la modernità ci ha regalato la guerra, l'alternativa tra l'adesione e l'impotenza non ci salverà. Di fronte alla guerra l'obbedienza non è una virtù, ma un lusso che possono concedersi in pochi. Per impedire questo massacro di civiltà dobbiamo riportare la sovranità delle scelte tra chi le vive tutti i giorni, trasformando in un atto politico il protagonismo della società civile che non vuole la guerra. Un protagonismo con cui riempire il vuoto della politica, sperimentando forme nuove ed efficaci di rappresentanza sociale e di esercizio dei diritti. Solo così fermeremo questa follia, trovando parole e gesti adeguati per esprimere una vera diplomazia dei popoli, basata sulla solidarietà e sul sostegno reciproco; una diplomazia popolare che riscatti l'idea di "ingerenza umanitaria" dallo scempio delle cannoniere. Per questo motivo saremo domani, domenica 11 aprile 1999, davanti alla base NATO di Aviano, perchè crediamo che CHIUDERE LE BASI E APRIRE LE FRONTIERE sia un impegno concreto su cui misurare la reale volontà di tutti di invertire la rotta. Se ribellarsi è giusto, disobbedire oggi è necessario.

Associazione Ya Basta
per la dignità dei popoli contro il neoliberismo 
aprile 1999

blitz dei "pacifisti" (il messaggero)
trascinati via (la repubblica)