L'interesse di Nautilus alla collaborazione con la SISSC è legato a quello
coltivato da alcuni suoi componenti per gli stati di coscienza indotti dalla
musica, dalle tecnologie elettroniche, dalle sostanze psicoattive e dal loro
impatto, uso e significato nella società attuale oltre che alle prospettive
individuali e collettive che si aprono in conseguenza dell'uso sempre più
massiccio di sostanze chimiche e tecnologiche che alterano lo stato di coscienza
ordinario. In questa moderna civiltà" è sempre piu difficile riuscire a scindere
l'individuo dalla società, così come (e soprattutto), diviene impossibile
separare l'uomo dai suoi manufatti, dalla tecnica e dalle sovrastrutture
burocratiche che gestiscono questa tecnica per l'ordinamento ed il coordinamento
delle forze che vanno a formare la società stessa.
In un tale panorama, in cui la creatività dell'uomo ed i suoi prodotti sono
sempre più slegati dalle reali possibilità di appropriazione, per la loro
esasperata frammentazione e specializzazione, inevitabilmente I'individuo si
viene a trovare in una situazione di fittizio benessere, in cui la completezza
della persona è stata sostituita dall'accaparramento ed accumulo dei beni, di
denaro o di privilegi, ma l'interiorità ne viene inevitabilmente a soffrire, a
mancare di completezza, di compimento, ed è probabilmente una delle fonti
primarie del senso di inappagamento e schizofrenia che attanaglia noi tutti. E la
situazione non è certamente semplificata nè attenuata dall'atteggiamento di
sospetto se non di deciso divieto che le sovrastrutture burocratiche, quali esse
siano (governo, chiesa, lavoro, sport) hanno nei confronti delle sostanze
psicoattive, ma più in generale con tutto ciò che può comportare una fuga dalla
s(t)olida realtà, dopo avere privato, sotto l'egida del progresso, l'individuo
della capacità di rimanere possessore del suo corpo e del suo tempo, in un
percorso parallelo, ma più brutale; le possibilità di fuga dell'individuo sono
state impedite anche verso il sè, verso la propria psiche,"la sala comandi di
ogni corpo deve rimanere ben chiusa a chiave".
ALTROVE non è un elogio alla fuga interiore, non è l'inno a volgere lo sguardo per ritrovarsi chissà dove, nè è il motto dell'antropologo che ritrova, con curiosità tutta moderna, tracce dei primordi dell'umanità da sezionare e classificare. Possa il titolo dell'annuario funzionare da quesito al quale per primi proviamo a rispondere, le pratiche, i mezzi per raggiungere questo altrove sono molto differenti tra di loro ma rispondono tutti ad una funzionalità ben precisa, come se numerosi e disparati mezzi di trasporto, i più diversi tra di loro, portassero tutti alla stessa destinazione, ad un unico capolinea, pur partendo da situazioni, epoche e luoghi così distanti tra di loro, la destinazione è sempre la stessa, da milioni di anni, il compimento dell'uomo (della donna) in una sua più perfetta forma, completa anche se temporanea, ma capace di proiettare la sua lunga ombra nella propria vita. E per mantenere un atteggiamento corretto verso di sè e verso le pratiche, le sostanze qui riportate. vi ricordiamo ancora che l'altrove, l'indigeno, lo sciamano. l'uomo (e la donna of course...) primordiale, ancestrale si muove e vive molto più vicino di quanto si possa immaginare, e di quanto egli stesso immagini.
Nella speranza che questo volume possa divenire un "baedeker" da portare sul cruscotto della propria mente, che il viaggio inizi e non abbia più termine.
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