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Il 1996 è un anno cruciale nella definizione dell'assetto
economico, tecnologico e sociale del cyberspazio.
La telematica è in questa fase terreno di scontro tra
neoliberisti integralisti, conservatori libertari e quant'altro la nuova
frontiera è riuscita a portare nella piazza elettronica.
In questo luogo si è in cerca di equilibrio (democratico?)
tra individui che rivendicano libertà di espressione e multinazionali
che tentano di affermarsi in un sistema che è allo stesso tempo
luogo di produzione di infomerci, e di ridefinizione della forza lavoro,
impresa virtuale e tempo libero allo stato puro.
Nel cyberspazio si incontrano anche coloro che credono nella
libertà di esprimere e agire i propri rapporti sociali cogliendo
questa occasione di fine millennio per rimettere in discussione i canoni
di questa nostra malata cultura occidentale.
Dal villaggio alla metropoli.
Internet non è solo un luogo privilegiato dell'immaginario
ma un mercato sociale, una impresa distribuita e un paradosso del capitalismo.
Internet è un luogo nel quale viene spacciata per libertà
assoluta la condizione di libero accesso e di parola mentre vengono rapidamente
riprodotti rapporti di sudditanza (culturale se non di mezzi) attraverso
il sistema della visibilità garantita, della minaccia dell'oblio.
A ciò concorre tutto il sistema dei media, dai più
tradizionali e arretrati a quelli sperimentali. Siamo di fronte ad un organismo
complesso, un sistema infobiologico in costante mutazione alla quale concorrono
tutti gli elementi di metropoli globale di cui Internet rappresenta la
scommessa spettacolare più alta e l'ultimo luogo di scontro.
Questa pubblicazione ha l'obiettivo di dare visibilità
alle espressioni più libere di quell'intelletto comune che è
nel cyberspazio e di contribuire a valorizzare l'uso di questo bacino di
risorse informative e comunicative.
Autonomia in rete, reti autonome e rete delle autonomie, questo
è il contesto nel quale ci muoviamo (ben sapendo che la rete non
è soltanto Internet e che gli spazi politici non sono solo virtuali)
per diffondere sapere e agire collettivo.
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