1) DIRITTO SPECIALE: per la prima volta, nell'ordinamento repubblicano italiano, si tenta di introdurre un diritto speciale per categorie di soggetti individuati sulla mera discriminante di una diversa cittadinanza.
2) LEGGE MANIFESTO: fonte nell'immaginario collettivo di una percezione dell'immigrato come potenziale criminale e dell'immigrazione come problema di ordine pubblico. Il circuito polizia-mass media-sistema politico, favorendo un clima di panico morale, ha fatto dell'extracomunitario un "nemico opportuno" in nome del quale chiedere una nuova coesione sociale. Si cerca, col diritto, di ricostruire artificialmente ciò che il capitalismo ha ormai consumato: il legame sociale, la comunità.
3) EUROPEO: il 15 maggio 1996 l'Alta Corte tedesca dichiara ammissibile la nuova formulazione dell'articolo 16 A della Costituzione: nei fatti una decisa contrazione del diritto d'asilo; è soltanto l'ultimo episodio della progressiva chiusura delle frontiere europee prevista dalla Convenzione di Schengen del 1990.
4) REPRESSIONE: "l'integrazione sociale rende possibile l'assimilazione culturale, e questa, di rimando, aiuta l'affermazione della cittadinanza" così dice Sami Nair, che insegna Scienze politiche a Paris VIII; ma ora l'indebolimento della capacità di integrazione delle società europee porta inevitabilmente ad una intensificazione dell'altra categoria qualificante l'attuale forma-Stato: la subordinazione. Le sempre più frequenti "ondate emergenziali" - euroterrorismo, droga, organizzazioni criminali, immigrazione - stanno disegnando uno Stato di coercizione legittimata.
5) RIVELATORE DI CONTRADDIZIONI: il fatto che la condizione di rifugiato sia considerata provvisoria e inevitabilmente antecedente a quella di naturalizzato o rimpatriato, rivela che la condizione giuridica stabile di uomo in sé è inconcepibile per il diritto dello Stato-Nazione. La categoria giuridica del rifugiato che avrebbe dovuto incarnare per eccellenza i diritti dell'uomo segna invece la crisi radicale di questo concetto: ci sono soltanto i diritti del cittadino, ed ora, in atto lo smantellamento dello stato sociale, nemmeno questi.
6) DA CANCELLARE: reiterato ben tre volte (l'ultima il 17 maggio 1996 come ultimo atto del Governo Dini), il Decreto Legge non solo è ingiusto, ma anche "contro il tempo". Il provvedimento è ispirato alla logica dell'ordinamento "domestico", la questione dell'immigrazione è stata ricondotta alla dimensione della casa e dell'ospitalità privata (decidono i componenti della casa chi deve restare) e non ad una dimensione pubblica e universale come invece è. Oggi che questa casa Stato-Nazione sta crollando, si riescono a intravedere la forza e i limiti di una comunità politica a venire. Il percorso di questa comunità può partire anche dagli immigrati, "uomini che hanno perduto ogni altra qualità e relazione specifica tranne il puro fatto di esseri umani" come dice Hannah Arendt. L'alternativa è una massa stabilmente residente di non cittadini. A noi costruire qualcosa di radicalmente altro, mediante il coinvolgimento delle forze sociali a partire da una rinnovata pressione sul nuovo governo di centro-sinistra: PER L'IMMEDIATA ABROGAZIONE DEL DECRETO LEGGE DINI con l'obiettivo di tutti i nuovi e i vecchi diritti universali.