.Zip!: Cos’è GANESH, da dove è nata l’idea, chi siete?
GANESH è una rivista di fumetti autoprodotta nata circa due anni
fa nell’ambito dell’Associazione Culturale dei Pari che è una associazione
che si occupa di comunicazione in genere con particolare riferimento all’editoria.
Nasce abbastanza casualmente da alcuni compagni dell’associazione che innanzi
tutto sono fumettisti appassionati a cui sembrava non meno interessante
della carta stampata e dei libri come mezzo di comunicazione il fumetto.
Pensavamo di fare un prodotto underground simpatico, carino che potesse
anche dire delle cose pur utilizzando il fumetto e l’ironia che contraddistingue
abbastanza questa rivista.
E’ iniziato tutto
in modo abbastanza empirico. Il numero zero è uscito senza sapere
se il numero 1 sarebbe mai esistito. In realtà è andato tutto
molto bene: abbiamo stretto vari contatti, abbiamo capito anche una serie
di errori pratici su cui dovevamo lavorare, di numero in numero abbiamo
cercato di migliorare il lavoro.
Siamo arrivati al n° 5 e il N° 6 uscirà a ottobre, il
nostro tentativo è di far continuare questa esperienza.
.Zip!: Sulla rivista, oltre ai fumetti, inserite anche riflessioni scritte, sull’ultimo numero parlate dell’Albania...
In realtà non è solo sul n° 5 che è uscito
qualcosa di scritto di più corposo, anche gli articoli sull’autoproduzione
che abbiamo messo dal n° 0 al n° 4 erano un tentativo di parlare
di temi che ci coinvolgono, in un dibattito aperto.
Mentre andavamo in stampa col n° 5 c’è stato l’affondamento
della nave albanese. A noi ha colpito moltissimo di quel fatto la miriade
di stronzate che abbiamo sentito nei giorni seguenti in ambienti di lavoro,
per strada, addirittura tra persone che si dicono di sinistra, tutte anticipate
dalla solita frase "Io non sono razzista, ma...". E a forza di ripetere
questa frase abbiamo sentito delle razzistate niente male in quei giorni,
e allora abbiamo pensato di sospendere per un n° gli articoli di fondo
sull’autoproduzione per fare un articolo sull’Albania e su questa questione
dell’affondamento, che appunto si chiama "Io non sono razzista, ma...".
E’ una provocazione evidentemente, è come dire ai lettori di GANESH:
"Guardate che sono fumetti ma non solo". Dal prossimo numero si ritornerà
a parlare di autoproduzione, perché non vogliamo appesantire troppo
la rivista. Ad un occhio attento i personaggi seriali di questa rivista
sono molto centrati, per cui, anche senza l’articolo di fondo, sghignazzando
tra le pagine di GANESH si possono trovare delle cose che vanno sicuramente
contro quella che possiamo definire come cultura dominante.
.Zip!: GANESH è una rivista di fumetti densa di contenuti e di ironia: una coppia di caratteristiche assai rare tra le autoproduzioni militanti dei centri sociali...
In realtà
siamo partiti da come siamo noi, un po’ tutti i componenti dell’associazione
sono un misto tra serietà e ironia per cui cerchiamo di fare cose
anche molto serie e molto faticose, però cerchiamo di divertirci,
siamo fuori da quella logica ormai passata di militanza come sofferenza,
di cosa seriosa. Quindi GANESH rispecchia un po’ quello che siamo noi.
Infatti non a caso i soggetti e le sceneggiature della rivista li facciamo
noi. GANESH è un tentativo di creare un contatto tra l’ambito antagonista
classico, ossia i Centri Sociali, Collettivi, gruppi etc, con quelle persone
che per vari motivi non vengono in contatto con questo mondo. Una delle
caratteristiche positive di GANESH è che nella stessa redazione
non ci sono solo compagni, ma anche dei puri fumettisti, e la crescita
della rivista dal punto di vista dei contenuti è effettiva, nel
senso che è un dibattito in crescita. GANESH è in parte un
fumetto politico e in parte assolutamente no.
Quello che è
estremamente positivo è che comunque nell’ambito fumettistico in
questo momento siamo tenuti molto in considerazione, anche se non tutti
approvano le provocazioni che facciamo, viene apprezzato un prodotto curato,
e poi perché abbiamo una serie di collaborazioni con strutture che
di politico hanno molto poco, come l’Anonima Fumetti, che è una
associazione italiana di autori, normalissima, con la quale abbiamo buoni
rapporti. Le nostre copertine sono fatte gratuitamente da professionisti,
da Sommatal a Vittorio Giardino, da Frezzato a Vittorio Pavesi, che accettano
di regalare queste copertine perché hanno interesse che questa rivista
esista. Questo è molto importante e dovremmo riuscire a farlo anche
in altri ambiti non solo in quello del fumetto, ma anche sui libri se noi
riuscissimo a uscire dal nostro solito linguaggio dalla nostra solita grafica,
forse le cose che diciamo avrebbero un impatto maggiore.
.Zip!: Autoprodotti. Ma come viene diffusa la vostra rivista?
La distribuzione è il vero problema dell’autoproduzione. Io ho
vissuto/visto già due generazioni di autoproduzioni, la prima legata
al punk, nei primi anni ’80, e poi tutto quello che è nato nella
seconda metà degli anni ’80 inizio anni’90, nel periodo della musica
rap e delle posse. Il grosso fallimento di queste esperienze è dovuto
alla distribuzione, un vero e proprio nodo, cioè si riusciva a fare
delle cose molto belle ma quando le si distribuiva non ci si stava dentro,
detto molto chiaramente.
Noi non abbiamo ovviamente la soluzione in tasca quello che stiamo
cercando di fare è sostanzialmente un percorso nel tentativo di
non svenderci. Il problema dei fumetti è fondamentalmente questo,
avevamo due possibilità, uno vendere GANESH solo nei Centri Sociali,
con fumetti come l’Autonoma Sequestri e poco altro: avrebbe avuto tranquillamente
una sua vita ma sarebbe stato solo una delle tante cose autoreferenziali
che si fanno.
L’altra possibilità parte invece dall’interesse che GANESH venga
letto e venduto in ambiti dove normalmente noi non arriviamo, per cui siamo
entrati in alcuni circuiti di distribuzione in modo assolutamente piccolo,
perché a livello nazionale non è che si distribuiscano centinaia
e centinaia di copie, però a noi sembrava interessante.
GANESH comunque
continua a costare 4000 lire, viene fatto in perdita, coscientemente,
per non alzare il prezzo di copertina.
Quello che ci interessava era che arrivasse in varie zone di Italia,
a persone che per un motivo o per un altro non frequentano i Centri Sociali.
L’esperimento funziona perché paradossalmente, il maggior numero
di lettere e contatti che stiamo ricevendo sono di persone che non sono
all’interno del nostro circuito.
Il discorso della distribuzione non si ferma lì, tra l’altro
la distribuzione dei fumetti è estremamente particolare, i distributori
di fumetti pagano in conto assoluto subito, quello che ti ordinano te lo
pagano, non hai la resa, ci sono anche una serie di vantaggi ma c’è
un problema di come si affronta la questione a livello mentale e pratico.
L’unico modo sarebbe quello di costruire effettivamente una rete di
distribuzione alternativa, ma questo discorso è legato alla
problema del No Profit, che sicuramente non può risolvere l’Associazione
Culturale dei Pari, può risolverlo solo un ambito forte che si mette
in discussione rispetto a questa cosa, ma non è oggi il momento
per poterlo fare perché non ci sono le forze.
Il nodo della distribuzione è centrale per chiunque voglia fare
comunicazione antagonista.
.Zip!: Come sono i rapporti con gli interlocutori esterni ai circuiti dei centri sociali?
Premetto che
non siamo né apolitici né abbiamo rinnegato quello che siamo,
siamo rivoluzionari, antagonisti.
Questo per dire che il fatto che noi oggi non crediamo in strutture
che tendono a chiudersi e cerchiamo una collaborazione verso l’esterno,
non vuol dire che abbiamo svenduto niente.
Noi come associazione cerchiamo veramente la collaborazione, in quanto
non vogliamo essere il centro della distribuzione a Torino dell’autoproduzione,
ci interessa che a Torino si organizzino varie strutture in ambiti diversi
e che queste strutture collaborino realmente tra di loro cercando di crescere.
Questo è molto più interessante e molto più importante,
prima di tutto perché se realmente ti ascolti, dagli interscambi
che hai, ne trai vantaggi, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto
di vista della progettazione, secondo perché dobbiamo iniziare a
ipotizzare una società in cui ci sono varie tendenze che vanno valorizzate,
anche molto diverse tra loro. Dobbiamo uscire dallo schematismo di una
società inquadrata, anche se inquadrata nel modo che piace a noi,
per cui soprattutto nel discorso della comunicazione questo è un
nodo centrale.
A Torino la collaborazione con Interzona è stata automatica
dal momento che loro fanno una rivista di fumetti e noi pure, anche se
chi conosce un po’ la realtà di Torino sa che tra Interzona, rivista
tendenzialmente di area anarchica, e GANESH, che sta al Centro Sociale
Gabrio non c’erano assolutamente i presupposti per lavorare insieme, la
cosa bellissima è stata che sia Interzona sia GANESH se ne sono
fregati di questa cosa, malgrado la battute, e nei fatti c’è una
collaborazione reale, cerchiamo di promuoverci a vicenda.
La stessa collaborazione che stiamo instaurando con voi di .ZIP!, con
Numero Zero e con tutte le realtà che sono interessate.
.Zip!: Come vi trovate all’interno del Centro Sociale GABRIO?
La collaborazione
con il Gabrio è estremamente buona. Noi abbiamo sicuramente delle
critiche da fare, come penso chiunque, all’ambito dei Centri Sociali per
quello che non sono riusciti a essere e per quello che probabilmente non
potevano essere ma, contrariamente ad altri, abbiamo deciso di restare
comunque dentro quest’ambito pur cercando di costruire contatti al di fuori.
La sede dell’associazione dei Pari è all’interno del Centro
Sociale Gabrio, e del resto ci sono altre strutture che utilizzano il Centro
come noi, il Comitato Chiapas e lo Slai Cobas e un collettivo multimediale.
Tutte queste realtà che rendono il Gabrio un po’ un contenitore,
lo arricchiscono.
Noi del resto nei fatti siamo del Gabrio, dico questo perché
probabilmente non c’è un altro Centro Sociale a Torino nel quale
questa collaborazione sarebbe possibile. Una delle particolarità
del Gabrio è quella di essere un luogo realmente aperto dentro il
quale anche delle realtà un po’ diverse possono coesistere.
.Zip!: Progetti futuri...
C’è un lavoro cantiere, oltre al GANESH 6 che uscirà a
fine Settembre, abbiamo una serie di albi, di cui il primo sarà
sui Tupac Amaru, una storia dal titolo "Tupac Amaru: le ragioni di una
lotta".
Sarà un lavoro grosso, molte pagine, molto scritto, il tentativo
di fare un prodotto completo.
La storia ripercorre tutto il percorso da Tupac Amaru I all’occupazione
dell’ambasciata giapponese a Lima di quest’anno conclusasi tragicamente
con la strage dei guerriglieri.
Il fatto però che oggi stiamo facendo fumetti non significa che vogliamo fare solo questo, da settembre all’interno dell’associazione apriremo una riflessione sull’editoria tradizionale, i libri, allargheremo le collaborazioni tra cui quella con Numero Zero, la rivista autoprodotta del CSOA Gabrio, l’obiettivo è quello di ampliare al massimo le collaborazioni e i contatti.