Intervista a Paolo di 
 
 

.Zip!: Cos’è GANESH, da dove è nata l’idea, chi siete?

GANESH è una rivista di fumetti autoprodotta nata circa due anni fa nell’ambito dell’Associazione Culturale dei Pari che è una associazione che si occupa di comunicazione in genere con particolare riferimento all’editoria. Nasce abbastanza casualmente da alcuni compagni dell’associazione che innanzi tutto sono fumettisti appassionati a cui sembrava non meno interessante della carta stampata e dei libri come mezzo di comunicazione il fumetto. Pensavamo di fare un prodotto underground simpatico, carino che potesse anche dire delle cose pur utilizzando il fumetto e l’ironia che contraddistingue abbastanza questa rivista.
E’ iniziato tutto in modo abbastanza empirico. Il numero zero è uscito senza sapere se il numero 1 sarebbe mai esistito. In realtà è andato tutto molto bene: abbiamo stretto vari contatti, abbiamo capito anche una serie di errori pratici su cui dovevamo lavorare, di numero in numero abbiamo cercato di migliorare il lavoro. 
Siamo arrivati al n° 5 e il N° 6 uscirà a ottobre, il nostro tentativo è di far continuare questa esperienza.

.Zip!: Sulla rivista, oltre ai fumetti, inserite anche riflessioni scritte, sull’ultimo numero parlate dell’Albania...

In realtà non è solo sul n° 5 che è uscito qualcosa di scritto di più corposo, anche gli articoli sull’autoproduzione che abbiamo messo dal n° 0 al n° 4 erano un tentativo di parlare di temi che ci coinvolgono, in un dibattito aperto.
Mentre andavamo in stampa col n° 5 c’è stato l’affondamento della nave albanese. A noi ha colpito moltissimo di quel fatto la miriade di stronzate che abbiamo sentito nei giorni seguenti in ambienti di lavoro, per strada, addirittura tra persone che si dicono di sinistra, tutte anticipate dalla solita frase "Io non sono razzista, ma...". E a forza di ripetere questa frase abbiamo sentito delle razzistate niente male in quei giorni, e allora abbiamo pensato di sospendere per un n° gli articoli di fondo sull’autoproduzione per fare un articolo sull’Albania e su questa questione dell’affondamento, che appunto si chiama "Io non sono razzista, ma...". E’ una provocazione evidentemente, è come dire ai lettori di GANESH: "Guardate che sono fumetti ma non solo". Dal prossimo numero si ritornerà a parlare di autoproduzione, perché non vogliamo appesantire troppo la rivista. Ad un occhio attento i personaggi seriali di questa rivista sono molto centrati, per cui, anche senza l’articolo di fondo, sghignazzando tra le pagine di GANESH si possono trovare delle cose che vanno sicuramente contro quella che possiamo definire come cultura dominante.

.Zip!: GANESH è una rivista di fumetti densa di contenuti e di ironia: una coppia di caratteristiche assai rare tra le autoproduzioni militanti dei centri sociali...

In realtà siamo partiti da come siamo noi, un po’ tutti i componenti dell’associazione sono un misto tra serietà e ironia per cui cerchiamo di fare cose anche molto serie e molto faticose, però cerchiamo di divertirci, siamo fuori da quella logica ormai passata di militanza come sofferenza, di cosa seriosa. Quindi GANESH rispecchia un po’ quello che siamo noi. Infatti non a caso i soggetti e le sceneggiature della rivista li facciamo noi. GANESH è un tentativo di creare un contatto tra l’ambito antagonista classico, ossia i Centri Sociali, Collettivi, gruppi etc, con quelle persone che per vari motivi non vengono in contatto con questo mondo. Una delle caratteristiche positive di GANESH è che nella stessa redazione non ci sono solo compagni, ma anche dei puri fumettisti, e la crescita della rivista dal punto di vista dei contenuti è effettiva, nel senso che è un dibattito in crescita. GANESH è in parte un fumetto politico e in parte assolutamente no.
Quello che è estremamente positivo è che comunque nell’ambito fumettistico in questo momento siamo tenuti molto in considerazione, anche se non tutti approvano le provocazioni che facciamo, viene apprezzato un prodotto curato, e poi perché abbiamo una serie di collaborazioni con strutture che di politico hanno molto poco, come l’Anonima Fumetti, che è una associazione italiana di autori, normalissima, con la quale abbiamo buoni rapporti. Le nostre copertine sono fatte gratuitamente da professionisti, da Sommatal a Vittorio Giardino, da Frezzato a Vittorio Pavesi, che accettano di regalare queste copertine perché hanno interesse che questa rivista esista. Questo è molto importante e dovremmo riuscire a farlo anche in altri ambiti non solo in quello del fumetto, ma anche sui libri se noi riuscissimo a uscire dal nostro solito linguaggio dalla nostra solita grafica, forse le cose che diciamo avrebbero un impatto maggiore.

.Zip!: Autoprodotti. Ma come viene diffusa la vostra rivista?

La distribuzione è il vero problema dell’autoproduzione. Io ho vissuto/visto già due generazioni di autoproduzioni, la prima legata al punk, nei primi anni ’80, e poi tutto quello che è nato nella seconda metà degli anni ’80 inizio anni’90, nel periodo della musica rap e delle posse. Il grosso fallimento di queste esperienze è dovuto alla distribuzione, un vero e proprio nodo, cioè si riusciva a fare delle cose molto belle ma quando le si distribuiva non ci si stava dentro, detto molto chiaramente.
Noi non abbiamo ovviamente la soluzione in tasca quello che stiamo cercando di fare è sostanzialmente un percorso nel tentativo di non svenderci. Il problema dei fumetti è fondamentalmente questo, avevamo due possibilità, uno vendere GANESH solo nei Centri Sociali, con fumetti come l’Autonoma Sequestri e poco altro: avrebbe avuto tranquillamente una sua vita ma sarebbe stato solo una delle tante cose autoreferenziali che si fanno.
L’altra possibilità parte invece dall’interesse che GANESH venga letto e venduto in ambiti dove normalmente noi non arriviamo, per cui siamo entrati in alcuni circuiti di distribuzione in modo assolutamente piccolo, perché a livello nazionale non è che si distribuiscano centinaia e centinaia di copie, però a noi sembrava interessante.
GANESH comunque continua a costare  4000  lire, viene fatto in perdita, coscientemente, per non alzare il prezzo di copertina.
Quello che ci interessava era che arrivasse in varie zone di Italia, a persone che per un motivo o per un altro non frequentano i Centri Sociali. L’esperimento funziona perché paradossalmente, il maggior numero di lettere e contatti che stiamo ricevendo sono di persone che non sono all’interno del nostro circuito.
Il discorso della distribuzione non si ferma lì, tra l’altro la distribuzione dei fumetti è estremamente particolare, i distributori di fumetti pagano in conto assoluto subito, quello che ti ordinano te lo pagano, non hai la resa, ci sono anche una serie di vantaggi ma c’è un problema di come si affronta la questione a livello mentale e pratico.
L’unico modo sarebbe quello di costruire effettivamente una rete di distribuzione alternativa,  ma questo discorso è legato alla problema del No Profit, che sicuramente non può risolvere l’Associazione Culturale dei Pari, può risolverlo solo un ambito forte che si mette in discussione rispetto a questa cosa, ma non è oggi il momento per poterlo fare perché non ci sono le forze.
Il nodo della distribuzione è centrale per chiunque voglia fare comunicazione antagonista.

.Zip!: Come sono i rapporti con gli interlocutori esterni ai circuiti dei centri sociali?

Premetto che non siamo né apolitici né abbiamo rinnegato quello che siamo, siamo rivoluzionari, antagonisti.
Questo per dire che il fatto che noi oggi non crediamo in strutture che tendono a chiudersi e cerchiamo una collaborazione verso l’esterno, non vuol dire che abbiamo svenduto niente.
Noi come associazione cerchiamo veramente la collaborazione, in quanto non vogliamo essere il centro della distribuzione a Torino dell’autoproduzione, ci interessa che a Torino si organizzino varie strutture in ambiti diversi e che queste strutture collaborino realmente tra di loro cercando di crescere. Questo è molto più interessante e molto più importante, prima di tutto perché se realmente ti ascolti, dagli interscambi che hai, ne trai vantaggi, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista della progettazione, secondo perché dobbiamo iniziare a ipotizzare una società in cui ci sono varie tendenze che vanno valorizzate, anche molto diverse tra loro. Dobbiamo uscire dallo schematismo di una società inquadrata, anche se inquadrata nel modo che piace a noi, per cui soprattutto nel discorso della comunicazione questo è un nodo centrale.
A Torino la collaborazione con Interzona è stata automatica dal momento che loro fanno una rivista di fumetti e noi pure, anche se chi conosce un po’ la realtà di Torino sa che tra Interzona, rivista tendenzialmente di area anarchica, e GANESH, che sta al  Centro Sociale Gabrio non c’erano assolutamente i presupposti per lavorare insieme, la cosa bellissima è stata che sia Interzona sia GANESH se ne sono fregati di questa cosa, malgrado la battute, e nei fatti c’è una collaborazione reale, cerchiamo di promuoverci a vicenda.
La stessa collaborazione che stiamo instaurando con voi di .ZIP!, con Numero Zero e con tutte le realtà che sono interessate.

.Zip!: Come vi trovate all’interno del Centro Sociale GABRIO?

La collaborazione con il Gabrio è estremamente buona. Noi abbiamo sicuramente delle critiche da fare, come penso chiunque, all’ambito dei Centri Sociali per quello che non sono riusciti a essere e per quello che probabilmente non potevano essere ma, contrariamente ad altri, abbiamo deciso di restare comunque dentro quest’ambito pur cercando di costruire contatti al di fuori.
La sede dell’associazione dei Pari è all’interno del Centro Sociale Gabrio, e del resto ci sono altre strutture che utilizzano il Centro come noi, il Comitato Chiapas e lo Slai Cobas e un collettivo multimediale. Tutte queste realtà che rendono il Gabrio un po’ un contenitore, lo arricchiscono.
Noi del resto nei fatti siamo del Gabrio, dico questo perché probabilmente non c’è un altro Centro Sociale a Torino nel quale questa collaborazione sarebbe possibile. Una delle particolarità del Gabrio è quella di essere un luogo realmente aperto dentro il quale anche delle realtà un po’ diverse possono coesistere.

.Zip!: Progetti futuri...

C’è un lavoro cantiere, oltre al GANESH 6 che uscirà a fine Settembre, abbiamo una serie di albi, di cui il primo sarà sui Tupac Amaru, una storia dal titolo "Tupac Amaru: le ragioni di una lotta".
Sarà un lavoro grosso, molte pagine, molto scritto, il tentativo di fare un prodotto completo.
La storia ripercorre tutto il percorso da Tupac Amaru I all’occupazione dell’ambasciata giapponese a Lima di quest’anno conclusasi tragicamente con la strage dei guerriglieri.

Il fatto però che oggi stiamo facendo fumetti non significa che vogliamo fare solo questo, da settembre all’interno dell’associazione apriremo una riflessione sull’editoria tradizionale, i libri, allargheremo le collaborazioni tra cui quella con Numero Zero, la rivista autoprodotta del CSOA Gabrio, l’obiettivo è quello di ampliare al massimo le collaborazioni e i contatti.

 
 

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