MIGRANTI E NATIVE,
CITTADINE DEL MONDO
FORUM NAZIONALE TORINO 22-23-24 MARZO 1996
Il gruppo di Torino del Forum permanente "Migranti
e native, cittadine del mondo" chiede alle diverse istituzioni, forze politiche
e al nuovo governo una rottura di continuità sul tema dell'immigrazione.
DENUNCIAMO LA GESTIONE CONFUSA DEL DECRETO
Vogliamo, innanzitutto, denunciare che nella gestione
del decreto Legge 221 del 18/1/96 vi è stata parecchia confusione
tra le indicazioni date dai diversi Ministeri competenti (Interni e Lavoro),
vi è stato un notevole arbitrio nella gestione da parte delle Questure
e una conseguente scarsa e ambigua informazione che ha generato troppo
spesso l'impossibilità della regolarizzazione sia per lavoro che
per ricongiungimento familiare. Portiamo alcuni casi, come esempio, che
hanno bloccato o ridotto le regolarizzazioni:
1. contraddizioni sul periodo di lavoro pregresso
al 19/11/95;
2. contraddizioni sul lavoro in "atto" o meno al
19/11/95;
3. sulla data dei matrimoni con cittadini/e italiani/e,
valida per ottenere la regolarizzazione;
4. sulla necessità o meno del requisito
della regolare residenza del coniuge di 1 anno precedente al ricongiungimento;
5. sul tipo di prove necessarie a confermare la
presenza in Italia precedente al 19/11/95.
Per questa ragione registriamo, ad oggi, ancora una vasta
area di immigrazione irregolare o clandestina che non ha potuto emergere.
A ciò si aggiungono le carenze normative riferite al lavoro autonomo
e ai soci-lavoratori, al fatto che la gran parte del lavoro stagionale
viene svolto in questo periodo e solo ora potrebbe emergere con la sanatoria,
alle donne incinte che non hanno potuto trovare lavoro, proprio per la
loro condizione, cosi come le persone ammalate.
DENUNCIAMO I COMPORTAMENTI DELLA QUESTURA DI TORINO
Anche per chi potrà, alla fine, ottenere la regolarizzazione
il calvario non è finito. Denunciamo a gran voce quanto sta accadendo
nella città di Torino a causa dei comportamenti della Questura:
1 - tempi lunghissimi nella consegna dei permessi
di soggiorno: sono frequentissimi i casi di rilascio del permesso dopo
3-4 mesi dalla consegna dei documenti ed addirittura dopo mesi dalla data
di emissione del permesso stesso. Il permesso di 6 mesi consegnato in ritardo
pregiudica la richiesta della residenza e l'iscrizione al Servizio Sanitario
Nazionale. In più, capita che per il visto di reingresso viene richiesto
di fare la domanda e consegnare il passaporto e il permesso che verranno
restituiti almeno dopo un ulteriore mese.
2 - Inoltre, chi non aveva il passaporto, poteva
consegnare un documento equipollente o una attestazione di identità.
Molte ambasciate hanno rilasciato una carta consolare che la Questura solo
ora dichiara di non riconoscere e concede ai lavoratori a tempo indeterminato
il permesso solo per 6 mesi e non per 2 anni.
3 - Non vengono riconosciuti i certificati di medici
privati come prova della presenza in Italia precedente alla data del 19/11/95,
mentre, ad esempio, ci risulta che altre Questure si comportino altrimenti.
Questa discriminazione è intollerabile!
4 - Ancora oggi a chi si rivolge agli sportelli
della questura per sapere del proprio permesso, ottiene spesso una risposta
standard e il rinvio sempre di un ulteriore mese, senza che venga fatta
una ricerca per verificare se il permesso sia già pronto.
5 - inoltre, denunciamo l'atteggiamento di intolleranza
e spesso di violenza contro gli stranieri e le straniere, in attesa, davanti
alle sedi della Questura: risse, spinte, anche botte.
SIAMO CONTRO I CONTENUTI DEL DECRETO
Ribadiamo il nostro assoluto disaccordo con i contenuti
del decreto e in particolare chiediamo che decadano le norme più
odiose e discriminanti relative a:
1) espulsioni;
2) anticipo dei contributi per ottenere la regolarizzazione
per lavoro;
3) certificazione comprovante l'assenza di patologie
pregiudizievoli per la salute pubblica (per i cittadini extraeuropei).
In particolare sui contributi vogliamo denunciare il mercato,
lo sfruttamento e il ricatto subito delle immigrate e degli immigrati:
nascita di "agenzie informali, anticipo pagato dai lavoratori/trici stranieri
dei contributi a carico dei datori di lavoro, nei casi -frequenti- in cui
gli stessi datori di lavoro si sono rifiutati di farlo.
UNA NUOVA REGOLARIZZAZIONE E POLITICHE ORGANICHE SULL'IMMIGRAZIONE
Chiediamo, quindi, che si apra una nuova fase di regolarizzazione
di coloro che sono presenti sul nostro territorio, come atto di civiltà
che tolga tutti e tutte da situazioni irregolari e clandestine e come ponte
da qui alla definizione di una nuova legge organica sull'immigrazione.
Cosi come è necessario ottenere immediatamente per tutti il diritto
alla tutela della salute, dotando le istituzioni a ciò preposte,
degli strumenti normativi necessari all'applicazione dell'art. 13 del decreto
citato.
Ci aspettiamo, quindi, che il nuovo governo si appresti
ad uscire rapidamente dalla situazione di emergenza per definire norme
e politiche organiche sull'immigrazione che evitino diritti ridotti e separati
tra persone di diverse nazionalità, che introduca diritti di cittadinanza
sociale e il voto attivo e passivo; tutto ciò, per costruire una
società democratica, rispettosa dei principi di convivenza civile
e multietnica.
Gruppo di Torino Forum permanente
"Migranti e native, cittadine
del mondo"
zip@ecn.org