TECNOLOGIE per il TERZO MILLENIO

Un "pericolo Internet" è stato paventato da numerose schiere di aristocratici reazionari, mitomani del secolo ventesimo, sfiduciati perbenisti benpensanti e allampanati fricchettoni, individui che vedono nella globalizzazione comunicativa una peccaminosa babilonia dove la vita non sarà più vita.

A parte l'evidente futuro-fobia di cui soffrono queste categorie di persone e le interessanti considerazioni psicologiche che si potrebbero formulare a riguardo, si avverte da più parti una pericolosa mitizzazione del fenomeno Internet. Una sorta di nuovo culto post-moderno che tende a trasformare la rete in una ragione di senso per il mondo a venire. Se da una parte è evidente come tale rito sia il frutto di una precisa politica commerciale, dall'altra esistono invece dei solidi fondamenti culturali su cui si basa. Stiamo parlando delle numerose tribù che vivono nel mondo virtuale, considerandolo l'Eden del terzo millennio.

Una fuga dal reale per il virtuale, dove la rete delle reti è vissuta in maniera totalizzante come unica forma di acquisi-zione di conoscenza. Così in breve sono nati nel mondo di Internet interi ambiti di autoreferenzialità che si prefigurano un mondo in cui gli spazi reali sono sostituiti da quelli virtuali, una sorta di universo parallelo che tende a distaccarsi sempre di più dalla quotidianità fisica del pianeta. Senza arrivare alle correnti più estreme che vedono nel sesso virtuale o nella morte in diretta su Internet un fine della propria esistenza, migliaia di individui, per lo più giovani, hanno interfacciato la propria vita con la rete. Internet è comunque un mezzo e come tale va usato; e le molteplici potenze di cui la rete può essere espressione dovranno esser diffuse nella società, rafforzare i meccanismi di liberazione, visibilità e conflitto delle comunità, altrimenti verranno vanificate.

Due sono i temi nell'attuale dibattito telematico che accentrano e accentreranno sempre più l'atten-zione dei mass-media: la realtà virtuale e l'integrazione tra Internet e la televisione. Le riviste di co-stume trattano con disinvoltura e con toni scandalistici, temi che segneranno delle profonde trasformazioni culturali, antropologiche e percettive nell'umanità del prossimo millennio.

La realtà virtuale immerge i nostri sensi in uno spazio digitale programmato al computer, dove diversi corpi anche lontani possono interagire tra loro o con gli oggetti, ascoltando, dialogando, osservando e toccandosi. Jaron Lanier ha affermato che tale modalità di esperire e comunicare "ucciderà la televisione", per ora ha trovato innumerevoli campi di applicazione, dalla formazione alla didattica alla progettazione automobilistica, spesso in settori molto specialistici e per lo più in ambito industriale. La mancanza fino ad ora di un dispositivo realmente a basso costo facilmente accessibile a tutti, capace di fornire una esperienza audio-visivo-tattile, ha rinviato l'esatta valutazione delle conseguenze di questa nuova tecnologia lasciandoci all'imperversare sia degli apologeti tecnologici che dei tristi epigoni di Orwell.

Ciò che va sottolineato è che l'inserimento del senso del tatto, anche se ricostruito elettronicamente, nella comunicazione quotidiana trasformerà non poco il nostro modo di percepire e vivere il mondo, non è stata ancora sufficientemente approfondita la storia, e le nuove prospettive, della tatti-lità partendo non tanto da McLuhan ma da un suo ispiratore Alois Riegl, storico dell'arte del passato ma formidabile studioso del complesso fenomeno dell'esperienza percettiva estetica. Il secondo tema riguarda il percorso che in questi mesi si sta delineando intorno alla centralità di Internet in quanto medium che sussume le caratteristiche e le potenzialità di trasmissione di tutti gli altri mezzi di comunicazione: televisione, radio e giornali.

Il confine tra televisione e l'elaboratore si corrode progressivamente, prefigurando notevoli possibi-lità di comunicazione. Se la nuova frontiera per sottrarci al controllo della televisione tradizionale, mezzo verticale per eccellenza, per spettatori passivi, era fino a poco tempo fa la sperimentazione dei dispositivi della televisione interattiva ora tutti guardano ad Internet come alla possibilità, in un prossimo futuro, di coniugare l'orizzontalità comunicativa della rete con il mondo della televisione, superando le attuali barriere.

Non ci può sfuggire che se nel settore della comunicazione l'accesso è controllato dai singoli governi, Internet rappresenta uno spazio per ora non vincolato e sostan-zialmente libero. Siamo però molto lontani dal considerare il "telecomputer" come lo strumento che risolverà il problema della "democraticità" dei mezzi di comunicazione o dal credere che "tutto quanto ci poteva essere di stupido nella televisione diventa estremamente intelligente nel telecomputer" (De Kerckhove). Infatti sin da ora lo scontro vede il tema della visibilità come centrale e da questo non sfuggiranno le nuove modalità di comunicazione.

L'unica risposta è nell'autorganizzazione dei liberi soggetti comunicativi e nella capacità di sperimentare sia nuovi percorsi, sia nuove tecnologie. Fino ad ora le radio di movimento hanno rappresentato un'esperienza importante e consolidata in molte realtà e nel 1991 l'area dell'autorganizzazione riadeguava il livello di comunicazione all'offerta tecnologica telematica con il progetto dell'European Counter Network (Rete telematica europea antagonista).

Del tutto inesistente rimane la comunica-zione audiovideo televisiva resa impossibile dal controllo politico lottizzatorio che impedisce la nascita e crescita di progetti di comunicazione comunitaria con l'alibi delle leggi del "libero mercato". Tornare a riflettere per ridiscutere strategie e progetti per il futuro diventa una necessità per sfruttare il potenziale cooperativo dell'agire comunicativo di una rete dove i flussi immateriali di comunicazione possono veicolare le immagini delle nostre telecamere e dei nostri strumenti di produzione e comunicazione, senza quei limiti e quelle censure che altri mezzi conoscono. Solamente partendo dalle competenze costruite in anni di sperimentazioni nelle radio di Movimento, nei progetti in rete, da ECN a "Isole nella rete", e negli sviluppi che tali esperienze hanno originato attraverso le videoproduzioni diffuse sarà possibile allestire progetti di comunicazione/informazione alternativa (audiovideo) via Internet.

HoTwEb indexzip@ik1xht.ampr.org