da "Contropotere - giornale anarchico" numero 22 - Aprile 2004 - anno 3

Scuola laica?


La parola religione deriva dal latino “religare”, che significa letteralmente “legare dietro”. In latino questo termine si riferisce all’ormeggio di una nave, come ad indicare che la religione in un certo senso è una colonna d’ormeggio o un’ancora per la nostra esistenza: un approdo sicuro non solo in questa vita, ma anche nella prossima. […] Per dirla in breve, la religione dovrebbe indicarci la nostra ascendenza, la storia e infine le origini.
Per la maggior parte degli uomini del mondo occidentale la religione indica un codice morale, la fede in un essere supremo, l’obbedienza alla Chiesa, oppure, più brevemente, morale, fede e obbedienza. Ma la religione non dovrebbe esser qualcosa di più? A questa domanda la risposta che ci danno è che l’essenza della religione è aver fede in un essere inafferrabile e anche nella Chiesa, sostituendo così il bisogno di conoscenza con questa fede. Però si constata quotidianamente che, agli albori del XXI secolo, è la scienza, più che la religione, a permetterci di penetrare il nostro passato, le nostre origini e il nostro futuro. Senza schierarsi a favore di un’incontrollata fede scientifica sappiamo che è stata la scienza a determinare l’età della Terra a 4,6 miliardi di anni piuttosto che la religione. Al contrario della Bibbia, è stata la scienza a datare i primi ominidi a parecchi milioni di anni fa e l’Homo sapiens a meno di 200.000 anni fa. È stata la scienza a spiegare l’evoluzione dell’uomo per mezzo di un processo di selezione naturale e non i dottori della Chiesa. È stata la continua ricerca scientifica a determinare lo sviluppo del pensiero umano. È il controllo della ricerca scientifica che, attualmente come in passato, determina il potere di controllo. Ma, per ironia della sorte, giovedì 25 marzo 2004, il Consiglio dei ministri ha trasformato in legge l’accordo tra il ministro dell’Istruzione e la Conferenza Episcopale firmato il 23 ottobre 2003, in base al quale vengono modificati i programmi dell’insegnamento religioso nella scuola della prima infanzia e nella scuola elementare. Cosa cambierà? La Chiesa, dopo circa 140 anni di riflessione, sembrava aver accettato la teoria evoluzionista dell’uomo ma, oggi, la vediamo tornare, con vecchi metodi, sui suoi vecchi passi. Dalla scuola primaria italiana infatti scomparirà Darwin così come la storia su come si è sviluppata la scienza da Copernico ad oggi: l’unica teoria valida ed accettata sulla creazione e l’evoluzione dell’uomo resterà quella della Chiesa cattolica. Nel momento in cui la Chiesa ha un “prodotto” che diventa sempre più difficile da vendere ad una clientela di scettici, che non vede tra l’altro la necessità di ulteriori lezioni morali, dato il continuo fallimento dei precedenti, per non correre il rischio di cadere nel dimenticatoio e per mostrare ancora l’efficacia del suo potere temporale, punta alle radici e cioè all’infanzia dell’umanità, terreno facilmente inquinabile. L’unica osservazione del mondo valida dovrà essere quella indicata dal cattolicesimo cosi come il primato di creatore e padre di tutti gli uomini dovrà tornare al dio cattolico. Ovvia prospettiva di questo medievale esperimento non potrà essere altro che il voler riaffermare le distinzioni tra buoni e cattivi, tra veri credenti e adoratori di divinità sbagliate, tra la buona fede del mondo occidentale e l’intollerabile “perseveranza a sbagliare” dei popoli del resto del mondo, tra chi vuole il crocifisso in classe e chi (ormai maledetto) no, tra una razza a cui dio ha affidato la guida del pianeta e razze da sottomettere nel suo nome. Il revisionismo storico, dal suo canto, continua a limare qua e là manuali considerati troppo di “sinistra” (in base a quale unità di misura?) e l’opera è completa. Verrà forse reintrodotto l’uso della forza per chi vuol vivere utilizzando la ragione? E gli alunni che rifiutano l’insegnamento della religione cattolica saranno costretti a vivere in modo più violento la prima forma d’emarginazione e di vergogna sociale grazie, e soprattutto, al consenso dei molti? Già il loro attuale “allontanamento” dalla classe non risponde a nessuna prassi pedagogicamente e didatticamente valida. Ma è proprio in queste dinamiche che non può essere messa in discussione l’istituzione-scuola: può aggiornarsi o regredire in base ai politicanti che si alternano, può ancora rivendicare principi di autonomia ma non potrà mai uscire, se non con alternative radicali, dalle logiche di potere in cui è annessa. I programmi didattici, se non con ritardi epocali, essenzialmente non rispondono ad una prassi di continuo mettere in discussione il “sapere” che viene fornito agli utenti; né attingono alle ricerche psicopedagogiche in corso. In poche parole non forniscono i mezzi per sviluppare liberamente una coscienza di sé, capace di riflettere e di saper gestire le velocità del XXI secolo ma, al contrario, compilati e impacchettati dai settori più conservatori, puntano alla diffusione di un’ignoranza irrazionale ed oscurantista e alla fabbricazione di “tecnici a vari livelli”, educati a vivere nella società di controllo. E per gli insegnanti di religione il posto fisso non sarà più un miraggio: il 21 e 22 aprile si svolgeranno le prove scritte del concorso deciso dal ministro Moratti per l’assegnazione di quattordicimila cattedre.
Abbiamo così ancora la fortuna di porci la storica domanda: “quale invenzione culturale è mai nata dalla scuola e non piuttosto dalla sua contestazione, o addirittura dall’indifferenza nei suo confronti?”

Edoardo per il Centro Studi Libertari AQ


 

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