FERMIAMO LE GUERRE

 

Contro  il neoliberismo

Le politiche neoliberiste producono solo devastazioni sociali e conflitti internazionali. La situazione della Fiat e l’annunciata guerra contro l’Iraq non sono che le ultime manifestazioni di una crisi ormai strutturale che le ricette monetariste di Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio e Banca mondiale contribuiscono a globalizzare.

 

Difendiamo i diritti dei lavoratori

In poco più di un anno, il governo della destra è riuscito a peggiorare gravemente  lo scenario economico. Crescita vicina allo zero, inflazione e deficit statale in aumento, salari reali in picchiata, licenziamenti, disoccupazione, cassa integrazione, Mezzogiorno sempre più abbandonato, in omaggio ai diktat di un cavernicolo come Bossi. A questi problemi, Berlusconi risponde con lo smantellamento della sanità e della scuola pubbliche  e con un gravissimo attacco contro  i diritti che il movimento operaio ha conquistato in 150 anni di lotte sociali – come il diritto di non essere licenziati senza una giusta causa, sancito dall’art. 18 dello statuto dei lavoratori.

 

L’Italia rifiuta la guerra?

Negli ultimi dieci anni, i ‘grandi’ della Terra, guidati dagli Stati Uniti, hanno scatenato almeno tre ‘grandi’ guerre, senza contare la miriade di conflitti ‘minori’ sparsi per il mondo: contro l’Iraq, la Jugoslavia, l’Afghanistan. Ogni volta un pretesto diverso, sempre  lo stesso risultato: centinaia di migliaia di morti, particolarmente tra i civili. Nessuno degli obiettivi dichiarati raggiunto. La situazione dei Palestinesi si aggrava di ora in ora. Dal Kossovo sono scappati i Serbi, invece che gli Albanesi. Ben Laden, ex pupillo della Cia, è sempre più  uccel di bosco. E Saddam Hussein, altra creatura di Washington, è sempre al suo posto, mentre l’embargo e i bombardamenti condotti da Stati Uniti e Gran Bretagna hanno causato un milione e mezzo di morti tra la popolazione irachena.

In tutto questo, noi Italiani abbiamo fatto la nostra  parte di fedeli vassalli, contribuendo a smantellare il diritto internazionale che vieta l’uso della forza e in totale disprezzo della nostra stessa costituzione, che proclama il rifiuto della guerra per la risoluzione delle controversie internazionali.

 

Un fronte unico

L’obiettivo delle classi dominanti è evidente. Sul piano interno, accaparramento di una parte sempre maggiore del prodotto sociale e riduzione dei lavoratori in uno stato di sudditanza. Sul piano internazionale, appropriazione delle risorse energetiche del pianeta e subordinazione dei popoli del sud del mondo. La lotta contro questo disegno deve essere unitaria. La difesa dei diritti dei lavoratori deve andare di pari passo con la costruzione di un vasto fronte sociale di opposizione alla guerra.

 

Ci rivolgiamo perciò alle forze politiche e sociali e ai singoli cittadini, alle  lavoratrici ed ai lavoratori, al mondo della scuola e dell’associazionismo,  per costruire insieme un forte movimento di opposizione alla partecipazione dell’Italia alla guerra, a partire dalla manifestazione europea del 9 novembre a Firenze.

 

 

Laboratorio permanente contro le guerre