Napoli,
ore 13:00 o poco più, Piazza Municipio cominciava a diventare vuota. Solo
celerini in cerca di trofei e su di un albero ce ne era uno, il più ambito:
due persone in carne ed ossa che potevano e “dovevano” essere scambiati per
manifestanti indisciplinati. Peccato invece, per noi si intende, che quelle
persone erano e per un miracolo sono tutt’ora dei reporter/videomaker indipendenti,
ma per la polizia questo non aveva alcuna importanza. È difficile raccontare
come ci si è sentiti per due eterni minuti su di un albero con DODICI poliziotti
che agitavano i manganelli cercando di percuotermi, ma la parola che più mi
viene in mente è: PAURA. Ero salito su di un albero proprio di fronte al McDonald’s
e cioè in corrispettivo della stradina dove è avvenuto il primo scontro (Via
Leoncavallo). Avevo avuto questa idea dopo aver visto il mio fido compagno
di lavoro che si era appostato lì per vedere l’impatto dei due schieramenti.
Di lì mi balena l’idea: far vedere gli scontri come se fossero il punto di
vista di uno spettatore che a spruzzi veniva inquadrato. In definitiva io
stavo lavorando! Documentavo la manifestazione (i filmati sarebbero apparsi
su Indymedia) e facevamo un lavoro a parte per il nostro laboratorio video.
Ho filmato tutto (ops! Avevo filmato!) celerini che lanciano mattoni (e non
sampietrini), lacrimogeni sparati ad altezza gambe e figuratevi avevo ripreso
uno degli organizzatori del corteo che, spalle alla polizia e a mani alzate,
invitava i compagni a retrocedere e a ricompattarsi in piazza, sfiorato alla
testa (ma colpito alla spalla) da un mattone! Il filmato era troppo scottante
e la polizia lo sapeva, come sa che tutte le immagini non filtrate condannano
sempre loro. Io rappresentavo un pericolo. Verso l’una non c’era più nessuno
nella stradina di fianco ai giardinetti, solo noi a filmare su un albero,
nessun operatore, solo due persone su di un’impalcatura proprio di fianco
alla postazione degli sbirri. Sono stati costretti a scendere dopo aver subito
il lancio di sampietrini e mazze contundenti; una volta scesi sono stati malmenati.
io ho filmato anche questo; alla fine si sono accorti di noi. Si sono precipitati
sotto l’albero, abbiamo avuto una paura sfottuta. Ho avuto la freddezza di
contarli: 12 poliziotti di cui 2 gestori di piazza (io li identifico come
quei soggetti con giacca e pantaloni, casco e manganello). Li abbiamo guardati
in faccia, avevano gli occhi rossi. Metà, credo, per l’effetto dei lacrimogeni
(che a me non hanno fatto effetto perché avevo una maschera antigas con filtro)
e metà per l’eccesso di adrenalina. Ci minacciavano e ci intimavano di scendere
così “ci spaccavano il culo” e “ci scassavano” a noi e alla telecamera. Urlavano,
davano manganellate sull’albero cercando di colpirci. Le urla salgono, erano
furiosi per il fatto che non riuscivano a colpirci. È come se fossero stati
drogati di violenza e collera. Noi gridavamo che eravamo dei reporter e che
dovevano lasciarci stare. Piero alla fine cede alle loro pressioni e scende.
Già a mezz’aria cominciano a manganellarlo di brutto. Una volta a terra si
copre il volto e fugge. Lo inseguono
e continuano a manganellarlo alle spalle per pochi metri… lo lasciano stare,
non gli interessa più. Avevano ancora me sull’albero ed io avevo il filmato.
Mi urlano contro di tutto. Io ho avuto il sangue freddo o l’incoscienza di
voler trattare. Loro volevano “spaccarmi”. Io non scendevo. Loro si incazzano
ancora di più. Io chiedevo garanzie sulla telecamera, non volevo che la distruggessero.
Ad un tratto si alza una voce tra le varie urla: “DACCI LA CASSETTA”. Mi focalizzo
su quella voce. Cerco il baratto; la mia vita in cambio della videocassetta.
Loro accettano. Io mi fido. Lancio la cassetta più lontano possibile e scendo
al volo, di corsa graffiandomi tutto. Loro prendono la cassetta e mi urlano
di scappare all’istante altrimenti non ne avrei avuto più la possibilità.
Fuggo all’impazzata, non ho il tempo di girarmi; incontro nella piazza un
paio di facce amiche che erano tornate in piazza a vedere se era rimasto qualcuno.
Troppo tardi, il filmato è andato perso. A me è andata bene, avrebbero potuto
picchiarmi a sangue e non avrebbe saputo niente nessuno
Felice