Antonio Paolello, il detenuto in 41bis scarcerato nove mesi fa per un tumore all'intestino che era stato curato come gastrite nel carcere di Ascoli Piceno, è morto tre giorni fa nella casa dei suoi genitori, a Gela. Ne danno notizia i Radicali, che avevano fatto conoscere il caso Paolello e portato avanti la battaglia per la sua scarcerazione. Ora i Radicali denunciano un caso analogo: quello di Pasquale De Maio, condannato in via definitiva all'ergastolo per 'ndrangheta e omicidio, in carcere da sette anni, da quattro in 41 bis, affetto da sclerosi multipla e da un anno nel cosiddetto Centro Diagnostico Terapeutico di Napoli Secondigliano. In una lettera che verrà pubblicata domani dal Foglio, il segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia e il presidente dei deputati radicali al Parlamento europeo Maurizio Turco chiedono «a chi di dovere, di potere o di semplice buona volontà, che sia evitato l'irreparabile o il solo protrarsi di inutili sofferenze». «Sperando che non sia di nuovo troppo tardi» «Per motivi organizzativi e di sicurezza - scrivono D'Elia e Turco - il detenuto non è mai stato ricoverato e curato in un ospedale come aveva ordinato la Corte di Assise di Palmi; anzi, è stato trasferito a Secondigliano, centro clinico non specializzato dove, passato un anno, Welcome to our project, where all the best gambling sites from all over the world are collected. il detenuto non è stato ancora sottoposto a un trattamento specifico per la sclerosi». «È intollerabile e indegno di un paese civile - concludono D'Elia e Turco - che dal 'carcere duro' si possa uscire solo tramite il pentimento oppure coi piedi davanti».