Non erano casi isolati le torture degli iracheni prigionieri degli americani
a Baghdad. Amnesty chiede una inchiesta indipendente, che impedisca di soffocare
lo scandalo in un tribunale militare segreto. Testimonianze raccolte dagli attivisti
per i diritti civili documentano un uso sistematico della tortura per strappare
informazioni ai ribelli catturati. Nella famigerata prigione di Abu Ghraib presso
Baghdad, dove il regime di Saddam infieriva contro i dissidenti, gli americani
usavano gli stessi strumenti del dittatore: scosse elettriche, cani feroci,
abusi sessuali. Parte degli interrogatori erano stati dati in appalto a servizi
di spionaggio privati, con meno scrupoli e meno regole da osservare dei militari.
«Gli abusi documentati da fotografie - ha dichiarato una portavoce di
Amnesty International a Londra - non sono incidenti isolati. La prigione di
Abu Ghraib era tristemente famosa all'epoca di Saddam e non deve diventarlo
di nuovo. È necessaria una inchiesta indipendente». In marzo, Amnesty
aveva pubblicato le denunce di ex prigionieri. Tra i metodi usati dagli americani
vi erano percosse e privazione del sonno.
I ribelli venivano incappucciati e tenuti al buio fino a quando perdevano la
nozione del tempo e dello spazio, oppure tormentati con musica a tutto volume,
giorno e notte. Alcuni, scarcerati in novembre, avevano raccontato all'Associated
Press di essere stati legati per ore sotto il sole. Le immagini trasmesse dalla
rete televisiva Cbs hanno dimostrato che la realtà era peggiore di queste
descrizioni. Il presidente Bush si è detto «profondamente disgustato».
Ha aggiunto che il trattamento dei prigionieri «non riflette la natura
del popolo americano». Il portavoce Scott McLellan ha spiegato che il
presidente era informato da qualche tempo. «Non possiamo tollerare queste
azioni spregevoli - ha assicurato - e imilitari hanno chiarito che saranno perseguite
con tutto il rigore della legge ». La Casa Bianca non ha intenzione di
togliere l'inchiesta ai militari per affidarla a un magistrato indipendente.
A Londra il portavoce del premier Tony Blair ha aggiunto: «Il governo
britannico è sconvolto quanto quello americano. Ma la cosa da sottolineare
è che questi abusi non sono tollerati dalle forze della coalizione, in
contrasto con quanto avveniva sotto il passato regime. Si tratta di un piccolo
numero di casi, per orribile che sia». Anche il segretario generale dell'Onu,
Kofi Annan, si è detto «profondamente scosso».
Sette militari americani, tra cui una donna generale, sono stati rinviati a
giudizio davanti alla corte marziale. Il personaggio più interessante
è il sergente agli amici messaggi di posta elettronica in cui si vantava
dell'efficacia dei suoi metodi di interrogatorio e dei complimenti ricevuti
dagli agenti segreti invitati ad assistere. Allegava foto ricordo dei militari
americani in posa davanti a prigionieri nudi, torturati con scosse elettriche
nei genitali. «Di solito "assicurava" confessano nel giro di
qualche ora».
Ora «Chip» rifiuta di pagare per tutti. Il suo avvocato, Gary Myers,
ha rivelato che gli interrogatori spesso venivano dati in appalto al personale
di imprese di sicurezza private, le stesse che in Iraq hanno in campo oltre
20 mila soldati di ventura. L'avvocato ha fatto i nomi di due ditte: Titan Corporation
di San Diego in California, che fornisce i traduttori per gli interrogatori,
e Caci International di Arlington in Virginia, una grande società alla
quale il Pentagono delega compiti che in passato erano prerogativa dello spionaggio
militare: raccolta e analisi di informazioni, elaborazione di scenari di guerra.
Le notizie sulle torture dei prigionieri hanno cominciato a circolare nell'autunno
scorso, quando la Casa Bianca era ansiosa di catturare Saddam Hussein. Agli
agenti americani veniva proiettato un film di Gillo Pontecorvo, «La battaglia
di Algeri». I metodi usati dai militari francesi per catturare il terrorista
Ali La Pointe venivano analizzati con cura. Il film comincia con la confessione
di un prigioniero, che reca sul corpo i segni di sanguinose torture e singhiozzando
rivela il nascondiglio del terrorista. In una scena successiva il generale francese
spiega con brutale franchezza che la tortura è l'unico modo per sciogliere
la lingua ai terroristi e catturare i capi prima che mettano a segno altri attentati
contro i civili. Il Pentagono ha confermato che Saddam Hussein è stato
catturato grazie alla «confessione non spontanea» di una guardia
del corpo. L'informatore non riscuoterà la taglia: ha parlato soltanto
perché costretto. La cattura di Saddam ha suscitato un tale entusiasmo
in America che nessuno ha messo in discussione i metodi. Le foto mandate agli
amici dal sergente Frederick e trasmesse dalla Cbs sono state ignorate o relegate
nelle pagine interne dei giornali americani, ma riempiono gli schermi di Al
Jazira e delle televisioni arabe. Abdel Bari Atwan, direttore di Al- Quds Al-Arabi,
un quotidiano stampato a Londra, commenta: «Questa è la fine per
l'America, è la goccia che fa traboccare il vaso. L'abuso sessuale è
il peggiore oltraggio per un musulmano, quelle immagini infiammeranno le folle.
Abbiamo sostituito un dittatore brutale con una superpotenza altrettanto brutale.
L'America ha perso completamente la battaglia per le menti e i cuori degli iracheni».