Cani, catene, collari, umiliazioni: «Così seviziavano i
prigionieri»
Michele Farina
Corriere della Sera, 5 maggio 2004
Quando c'era Saddam i metodi di tortura erano 107. Nel «vecchio» Abu Ghraib i detenuti potevano anche scegliere, come da un menù: farsi stirare da un ferro rovente? La battitura delle piante dei piedi? Vedere un figlio rinchiuso in un sacco con un gatto affamato? Nel «nuovo» Abu Ghraib i detenuti non potevano scegliere, il menù non era così feroce. Ma a scorrerla adesso, anche questa «nuova» lista appare lunga e insopportabile. Adesso che il rapporto interno stilato dal generale americano Antonio Taguba non è più un segreto (era intitolato «Secret/No foreign Dissemination»), basterebbe una «voce» (prigionieri sodomizzati con lampade chimiche o con manici di scopa) per confondere i due menù dell'orrore, i due Abu Ghraib, il vecchio e il nuovo Iraq.
Il rapporto
È fatto di 53 pagine. Il team di investigatori ha ascoltato 48 «testimoni»
o «autori» dei crimini commessi ad Abu Ghraib nell'autunno 2003.
Il generale Taguba visitò la prigione con il dottor Henry Nelson, psichiatra
e colonnello dell'Aviazione.
Lo psichiatra
Il responso del dottor Nelson si riassume in queste parole: «Abusi terrificanti
commessi da singoli soldati in un contesto pericoloso e senza controlli».
Il generale Taguba parla di «systemic problems», il che sta a indicare
un regime «sistematico» di abusi. Non si è trattato di casi
isolati.
Pestaggi
La lista delle sevizie accertate comprende percosse (con sedie e bastoni), pugni,
schiaffi, pestoni sui piedi nudi, getti d'acqua fredda su detenuti nudi, ferite
provocate spingendo i prigionieri contro i muri e suturate alla bell'e meglio
da agenti della polizia militare.
Umiliazioni
Minacce di stupro sui maschi, detenuti di entrambi i sessi denudati per giorni,
obbligo per i maschi di indossare capi intimi femminili. Impiego di cani senza
museruola per minacciare gli iracheni dietro le sbarre. A un detenuto accusato
di aver violentato una ragazza di 15 anni sono state tatuate su una gamba le
parole «Sono uno stupratore». Detenuti fotografati con catene e
collari da cane attorno al collo.
Violenze sessuali
Erano un elemento centrale della lista delle 107 torture sotto Saddam. Un rapporto
di Amnesty International nell'81 segnalava questo trattamento inflitto ai prigionieri:
nella prima stanza venivano baciati e accarezzati, nella seconda violentati.
I carcerieri americani hanno usato metodi non molto diversi. Ai maschi venivano
mostrate foto di militari Usa che compiono atti sessuali con detenute. Gruppi
di prigionieri costretti a masturbarsi sotto gli occhi della telecamera.
La cassetta
Altrettanto umiliante la tortura «della cassetta» (testimoniata
anche da una fotografia): prigionieri costretti a stare in equilibrio su una
cassetta, con un sacco sul volto, con fili collegati alle dita delle mani, dei
piedi, agli organi genitali, simulando un elettrochoc.
Azioni disciplinari
Nel suo rapporto il generale Taguba raccomandava provvedimenti disciplinari
contro dieci militari, da un generale al sergente a capo di un plotone, e due
civili americani. Anche un interprete civile veniva indicato come possibile
sospetto. Taguba dice di aver interrogato la generalessa Karpinski per quattro
ore. «Quello che mi ha disturbato di più nel suo atteggiamento:
il totale rifiuto di capire che quanto è successo ad Abu Ghraib è
stato frutto di mancata capacità di comando».