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Inchiesta sui desaparecidos della Cia

Reporter Associati, 7 maggio 2004

Tra gli orrori di Abu Ghraib ci sono anche i detenuti fantasma della Cia: i desaparecidos della guerra in Iraq su cui non si sarebbe saputo nulla se non fossero emerse le foto delle torture a Abu Ghraib.
Due di queste foto, in possesso del New York Times, alzano di parecchi decibel il registro dell'orrore. Il 'New York Times' ne stampa una. Entrambe ritraggono cadaveri ormai rigidi di iracheni confezionati in body bags trasparenti. Le foto sono state scattate nel carcere delle torture.
Sono la prova tangibile che le violenze nel famigerato braccio A1 andarono ben al di là delle umiliazioni sessuali dei detenuti. Una delle foto mostra un uomo con una grossa ferita alla testa. Secondo il 'New York Times' si tratta molto probabilmente del detenuto nelle mani di "altre agenzie del governo" (OGA, other government agencies, nel gergo militare) di cui parla il sergente Ivan 'Chip' Frederick nel suo diario.
Frederick era il capo della banda di aguzzini che rischia la corte marziale per gli abusi a Abu Ghraib. "Altre agenzie del governo" è l'eufemismo sotto cui si cela il lavoro clandestino della Cia e di altre agenzie dell'intelligence.
Nel diario Frederick così parla di questo detenuto: "Lo trattarono così male che l'uomo morì. Lo misero in una body bag e lo impacchettarono nel ghiaccio. Il cadavere rimase per 24 ore nella doccia del blocco 1B. Il giorno dopo vennero gli infermieri e lo portarono via in barella mettendogli al braccio una falsa endovena. Questo prigioniero OGA (di altre agenzie del governo) è mai stato incluso nel registro ufficiale del carcere perciò non ha mai avuto un numero".
È una violazione palese ad ogni norma della Convenzione di Ginevra, ma una violazione su cui getta luce un passo finora trascurato del rapporto del generale Taguba: secondo Taguba infatti la Cia avrebbe chiesto alle autorità militari di Abu Ghraib di tenere sotto chiave un gruppo di prigionieri senza che il loro nome figurasse nel registro della prigione.
Erano i cosiddetti "prigionieri fantasma": i prigionieri giudicati di alto valore dal punto di vista dell'intelligence, che la Cia spostava di cella in cella per "nasconderli agli ispettori della Croce Rossa in visita nel carcere". Quanti fossero questi prigionieri fantasma e che fine abbiano fatto è tuttora un mistero.
L'ispettore generale della Cia sta indagando su tre morti sospette, una in Afghanistan e altre due in Iraq, ma secondo il 'New York Times' i due cadaveri delle foto non coincidono con la descrizione fornita dall'amministrazione Bush dei casi finora sotto inchiesta.