Tra gli orrori di Abu Ghraib ci sono anche i detenuti fantasma della Cia: i
desaparecidos della guerra in Iraq su cui non si sarebbe saputo nulla se non
fossero emerse le foto delle torture a Abu Ghraib.
Due di queste foto, in possesso del New York Times, alzano di parecchi decibel
il registro dell'orrore. Il 'New York Times' ne stampa una. Entrambe ritraggono
cadaveri ormai rigidi di iracheni confezionati in body bags trasparenti. Le
foto sono state scattate nel carcere delle torture.
Sono la prova tangibile che le violenze nel famigerato braccio A1 andarono ben
al di là delle umiliazioni sessuali dei detenuti. Una delle foto mostra
un uomo con una grossa ferita alla testa. Secondo il 'New York Times' si tratta
molto probabilmente del detenuto nelle mani di "altre agenzie del governo"
(OGA, other government agencies, nel gergo militare) di cui parla il sergente
Ivan 'Chip' Frederick nel suo diario.
Frederick era il capo della banda di aguzzini che rischia la corte marziale
per gli abusi a Abu Ghraib. "Altre agenzie del governo" è l'eufemismo
sotto cui si cela il lavoro clandestino della Cia e di altre agenzie dell'intelligence.
Nel diario Frederick così parla di questo detenuto: "Lo trattarono
così male che l'uomo morì. Lo misero in una body bag e lo impacchettarono
nel ghiaccio. Il cadavere rimase per 24 ore nella doccia del blocco 1B. Il giorno
dopo vennero gli infermieri e lo portarono via in barella mettendogli al braccio
una falsa endovena. Questo prigioniero OGA (di altre agenzie del governo) è
mai stato incluso nel registro ufficiale del carcere perciò non ha mai
avuto un numero".
È una violazione palese ad ogni norma della Convenzione di Ginevra, ma
una violazione su cui getta luce un passo finora trascurato del rapporto del
generale Taguba: secondo Taguba infatti la Cia avrebbe chiesto alle autorità
militari di Abu Ghraib di tenere sotto chiave un gruppo di prigionieri senza
che il loro nome figurasse nel registro della prigione.
Erano i cosiddetti "prigionieri fantasma": i prigionieri giudicati
di alto valore dal punto di vista dell'intelligence, che la Cia spostava di
cella in cella per "nasconderli agli ispettori della Croce Rossa in visita
nel carcere". Quanti fossero questi prigionieri fantasma e che fine abbiano
fatto è tuttora un mistero.
L'ispettore generale della Cia sta indagando su tre morti sospette, una in Afghanistan
e altre due in Iraq, ma secondo il 'New York Times' i due cadaveri delle foto
non coincidono con la descrizione fornita dall'amministrazione Bush dei casi
finora sotto inchiesta.