Maltrattamenti intenzionali. Ecco gli stralci delle conclusioni delle indagini sul carcere. Il documento redatto dal generale Antonio Taguba uno dei responsabili delle forze di terra in Iraq.
MALTRATTAMENTI SADICI. Da ottobre a dicembre 2003, al centro di detenzione di Abu Ghraib numerosi casi di maltrattamenti criminali, sadici, flagranti e degradanti sono stati inflitti a numerosi detenuti. Questi trattamenti sistematici e illegali sono stati perpetrati intenzionalmente da numerosi membri della forza di sorveglianza della polizia militare (372esima compagnia, 320esimo battaglione, 800esima brigata), nel settore A1 della prigione di Abu Ghraib. Le accuse di maltrattamenti sono supportate da dichiarazioni dettagliate di testimoni e dalla scoperta di prove fotografiche estremamente dure. In ragione della natura estremamente delicata di queste foto e video, dell'inchiesta in corso e di eventuali incriminazioni penali contro vari sospetti, le prove fotografiche non sono incluse nel corpo del mio rapporto. Sono però disponibili presso il comando delle inchieste criminali della Combined Joint Task Force Seven.
INGERENZA DELL'INTELLIGENCE. Ho potuto accertare che gli agenti dell'intelligence militare che dovevano condurre gli interrogatori e altri di altre agenzie governative (come la Cia, ndr) hanno insistentemente chiesto che gli agenti della polizia militare creassero le condizioni fisiche e psicologiche migliori per favorire gli interrogatori (...). Ho potuto accertare che il personale della 372esima compagnia e dell'800esima brigata di polizia militare ha ricevuto l'ordine di cambiare le procedure del carcere per "creare le condizioni" per gli interrogatori da parte di agenti dell'intelligence militare".
"AMMORBIDISCI QUESTO TIPO". Il sergente Davis (Javal, uno dei sergenti sotto inchiesta, ndr) dichiarava che gli uomini dell'intelligence gli dicevano: "Ammorbidiscici questo tipo. Assicurati che passi una brutta nottata. Dagli il trattamento adeguato". Egli affermava che questi commenti erano destinati al caporale Grainer e al sergente capo Frederick. Infine il sergente Davis affermava: "A mio modo di vedere, gli uomini dell'intelligence si felicitavano con Grainer per come gestiva gli uomini. Diceva cose tipo: "Buon lavoro, bravo, perdono la resistenza molto alla svelta. Rispondono a tutte le domande. Ci danno delle buone informazioni. Insomma, continua così".
STUPRO. Il signor Adel L. Nakhla, traduttore civile sotto contratto americano, è stato interrogato su un caso di stupro. Ha osservato: "I detenuti erano tutti nudi quando un gruppo di uomini dell'intelligence e di polizia militare erano presenti quella notte (...). I prigionieri sono stati obbligati a fare strani esercizi, strisciando sulla pancia e saltando. Su di loro veniva gettata dell'acqua, li chiamavano in tutti i modi, ad esempio "gay" e dicevano che gli piaceva fare l'amore tra uomini. Poi li ammanettavano, gambe e braccia, a delle grosse travi e li impilavano uno sull'altro".
CORTE MARZIALE. Delle accuse formali sono state sporte contro questi soldati (quattro, più un traduttore, un civile, ndr) e un'investigazione in virtù dell'articolo 32 è stata iniziata dal colonnello Gentry. Egli ha raccomandato la corte marziale generale per i quattro accusati, cosa che il generale Karpinski (Janis, l'allora responsabile del sistema carcerario iracheno, ndr). Malgrado il maltrattamento riconosciuto, non c'è alcuna prova che il generale Karpinski abbia mai tentato di richiamare i soldati della 800sima brigata alle regole della Convenzione di Ginevra né abbia mai adottato misure per assicurarsi che questo genere di comportamenti non si ripetessero.
LE GUARDIE IRACHENE. Le guardie irachene ad Abu Ghraib dimostrano un'etica del lavoro e una lealtà piuttosto discutibili, formando un contingente potenzialmente pericoloso. Questi guardiani hanno fornito ai detenuti iracheni "ordinari" generi di contrabbando, armi e informazioni. E hanno facilitato l'evasione di almeno un detenuto.
IL PERSONALE CIVILE. In linea generale il personale civile sotto contratto americano (delle aziende Titan, Caci, etc), i cittadini di stati terzi e i contractors locali non sembrano essere sufficientemente sorvegliati ad Abu Ghraib. Durante la nostra visita passeggiavano liberamente, con troppo facile accesso alla zona di detenzione. Il fatto di mischiare civili a militari crea confusione e contribuisce alle difficoltà della contabilità oltreché delle evasioni.
DETENUTI FANTASMI. I diversi centri di detenzione diretti dalla 800sima brigata hanno incarcerato delle persone che sono state portate loro senza registrarle, senza conoscere le loro identità e neppure il motivo della loro detenzione. Al centro congiunto degli interogatori e ad Abu Ghraib li chiamavano i "detenuti fantasma". Almeno in un'occasione il 320esimo battaglione ad Abu Ghraib ne ha tenuti alcuni per conto di altre agenzie, spostandoli all'interno del centro per nasconderli ai controlli di una squadra di sorveglianza del Comitato internazionale della Croce Rossa. Quest'attività era menzognera, contraria ai regolamenti dell'esercito e in violazione al diritto internazionale.