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La mappa delle torture «Molti arresti per errore»

Corriere della Sera, 11 maggio 2004

Il testo completo pubblicato dal Wall Street Journal «Consegnato agli americani, ma all' Italia non fu mai dato».

Ventiquattro pagine sulle violenze inflitte ai detenuti iracheni durante gli arresti e gli interrogatori, una lista dei tipi di torture inflitte, i resoconti delle visite mediche: è il contenuto inedito del rapporto della Croce Rossa pubblicato ieri sul sito del quotidiano americano Wall Street Journal e di cui gli stessi responsabili del Comitato internazionale della Croce Rossa hanno dichiarato l' autenticità. L' Italia - citata nella relazione come Paese che ha consegnato alcuni prigionieri alle forze armate statunitensi e britanniche - non era a conoscenza del rapporto: secondo la portavoce del Cicr Antonella Notari, il documento «fu consegnato al capo dell' Autorità provvisoria Paul Bremer e al comandante della coalizione, generale Ricardo Sanchez, e lo abbiamo discusso con loro. Ma non lo abbiamo mai consegnato agli italiani». Ecco i metodi di tortura più frequenti durante gli interrogatori rilevati nel rapporto della Croce Rossa.
1 L' incappucciamento, utilizzato per vietare alle persone di vedere, per disorientarle e anche per impedire loro di respirare liberamente, ed effettuato con sacchetti oppure con una benda elastica sugli occhi che, una volta abbassata, intralciava la respirazione. L' incappucciamento è stato anche usato in combinazione con le percosse. Questa pratica permetteva alle persone che svolgevano gli interrogatori di rimanere anonime e dunque di agire impunemente. L' incappucciamento poteva durare da poche ore fino a un massimo di due o tre giorni, un periodo durante il quale il sacchetto veniva tolto soltanto per permettere agli interrogati di bere, mangiare o andare in bagno.
2 L' ammanettamento con manette flessibili, che venivano strette con tanta forza e utilizzate per periodi così lunghi da causare abrasioni alla pelle e conseguenze a lungo termine alle mani (danni ai nervi).
3 Le percosse con oggetti pesanti (compresi i fucili e le pistole), i ceffoni, i pugni e i calci sferrati con le ginocchia o con i piedi su varie parti del corpo (gambe, fianchi, fondoschiena, inguine).
4 Schiacciare la faccia dell' interrogato per terra con gli stivali.
5 Le minacce di maltrattamento, di ritorsioni nei riguardi dei familiari, di un' esecuzione prossima o del trasferimento a Guantanamo.
6 Lasciare gli interrogati nudi per giorni segregati in celle singole, vuote e del tutto buie, dove c' era solo una latrina.
7 Tenere gli interrogati in segregazione, isolati nelle proprie celle, rivolgendo loro delle minacce (di confinarli a tempo indeterminato, di arrestare altri familiari, di trasferirli nel campo di Guantanamo), privandoli di sonno, cibo o acqua, garantendo loro un accesso minimo alle docce (due volte la settimana), negando l' aria aperta e i contatti con gli altri detenuti.
8 Fare sfilare nudi gli interrogati nei corridoi al di fuori dalle celle, davanti agli altri prigionieri e alle guardie, talvolta incappucciati o con il volto coperto da indumenti intimi femminili.
9 Gli atti di umiliazione, come lo stare in piedi contro la parete della cella con le braccia alzate o con indumenti intimi femminili in testa per lunghi periodi. I prigionieri venivano scherniti dalle guardie, incluse quelle di sesso femminile; qualche volta venivano fotografati in questa posizione.
A Legare gli interrogati con le manette ripetutamente nell' arco di parecchi giorni, e ogni volta per molte ore, alle sbarre della porta della loro cella in posizioni umilianti o scomode, nudi o in mutande, causando un intenso dolore fisico.
B L' esposizione a rumori o musica assordanti, incappucciati; oppure, sempre con la testa coperta, l' esposizione al sole per parecchie ore, anche in quelle più calde del giorno, quando le temperature potevano raggiungere e oltrepassare i cinquanta gradi.
C Obbligare gli interrogati a rimanere per lunghi periodi in posizioni stressanti, come lo stare accovacciati o in piedi, talvolta con le braccia alzate. Traduzione: Walter Arthur Gulia/Oxford Group Secondo alcuni ufficiali della coalizione tra il 70 e il 90% dei detenuti sono stati fermati senza colpe. Le brutalità sarebbero da attribuire alla mancanza di un' appropriata supervisione.

AL-HAKIMIYA
Morto per asfissia dopo calci all' addome Aveva 28 anni e due figli. Ha gridato aiuto prima di spirare. Faceva parte di un gruppo di nove uomini arrestati a Bassora. Il padre della vittima è stato informato dopo 5 giorni Una delle relazioni riguarda la cattura da parte delle Forze di coalizione di nove uomini in un albergo di Bassora, il 13 settembre 2003. Dopo l' arresto, i nove individui sono stati costretti a mettersi in ginocchio, faccia e mani contro il muro, come nella posizione di preghiera. I soldati colpivano dietro il collo chi alzava la testa. I militari hanno confiscato anche il denaro che i prigionieri portavano con sé senza rilasciare ricevute. I nove uomini sospettati sono stati poi portati in un ufficio di Al-Hakimiya e picchiati violentemente dal personale dell' esercito. Uno di loro è morto in seguito alle torture: aveva 28 anni, era sposato e padre di due bambini. I suoi compagni di prigione lo hanno sentito gridare e chiedere aiuto prima di morire. Il «certificato internazionale di morte» parla di decesso causato da «arresto cardio-respiratorio-asfissia». Un testimone ha dichiarato alla Croce Rossa che la vittima aveva il naso rotto, diverse costole fratturate e numerose lesioni gravi. Il padre della vittima è stato informato il 18 settembre e invitato a identificare il corpo. Il 3 ottobre le Forze di coalizione hanno presentato le loro condoglianze precisando che ci sarebbe stata un' indagine.

CAMP BUCCA
Superficie rovente: ustioni e dito amputato Un uomo di 61 anni sviene dopo essere stato costretto a sedersi su una piattaforma rovente. Un altro, dopo lo stesso trattamento, perde l' indice destro e l' uso del mignolo sinistro A Camp Bucca, il 22 settembre 2003, un uomo di 61 anni ha raccontato che dopo il suo arresto è stato legato e incappucciato, costretto a sedersi sulla superficie bollente di quello che lui ha pensato essere il motore di una macchina. In seguito al dolore l' anziano ha perso conoscenza. La tortura gli ha procurato gravi ustioni alle natiche. Il personale della Croce Rossa ha potuto poi accertare la veridicità della sua dichiarazione notando la presenza delle lesioni con croste. In ottobre, la Croce Rossa ha avuto modo di visitare un' altra persona, arrestata e condotta nella sezione «Detenuti di alto interesse», vittima di un trattamento simile. L' uomo è stato legato, immobilizzato con le manette dietro la schiena e costretto a giacere bocconi su una superficie bollente durante il trasporto al luogo di detenzione. In seguito alla tortura ha riportato ustioni che hanno richiesto tre mesi di ospedale, ha dovuto subire diversi trapianti di pelle, l' amputazione dell' indice destro e la perdita dell' uso del mignolo sinistro a causa del ritrarsi della pelle bruciata. Ha sofferto anche di estese ustioni all' addome, sul palmo della mano destra e alla pianta del piede sinistro.

CAMP CROPPER
Palla da baseball in bocca, urina addosso L' uomo è stato arrestato nella sua casa. Costretto a stare sveglio per quattro giorni. Quando ha detto che si sarebbe rivolto alla Croce Rossa lo hanno picchiato ancora di più Nel luglio scorso, la Croce Rossa inviò alle forze della coalizione un documento dettagliato su circa 50 denunce di maltrattamenti perpetrati nel settore servizi segreti di Camp Cropper, presso l' Aeroporto internazionale di Bagdad (...). In un caso esemplare, un uomo arrestato nella sua casa, perché sospettato di essere coinvolto in un attacco contro le forze della coalizione, sarebbe stato picchiato durante l' interrogatorio, in una località nei pressi di Camp Cropper. L' uomo dichiarò di essere stato incappucciato e ammanettato con manette flessibili, con la minaccia di essere torturato e ucciso. Chi lo interrogava gli avrebbe urinato addosso, prendendolo a calci in testa, nelle reni e sull' inguine, infilandogli in bocca a forza una palla da baseball tenuta stretta con una sciarpa e privandolo del sonno per quattro giorni consecutivi. Chi lo interrogava avrebbe stabilito dei turni per seviziarlo. Quando disse che si sarebbe rivolto alla Croce Rossa, lo picchiarono ancora di più. Un esame medico ha individuato un ematoma nelle reni, sangue nelle urine, perdita di sensibilità nella mano destra, causata dall' eccessiva pressione delle manette flessibili e un nervo tranciato.

ABU GHRAIB
Inerte alle sevizie per disordine mentale Visitato dalla Croce Rossa, un uomo tenuto in isolamento non ha risposto a nessuno stimolo. Battito cardiaco e respirazione accelerati, sintomi psichici simili al lavaggio del cervello A metà ottobre del 2003 la Croce Rossa ha visitato alcuni detenuti che erano sottoposti a interrogatorio da parte degli ufficiali dei servizi segreti nell' Unità 1A, il «reparto isolamento» del carcere di Abu Ghraib (...). Durante la visita, i delegati della Croce Rossa hanno osservato in prima persona e documentato una gamma di metodi utilizzati per assicurarsi la collaborazione dei prigionieri con chi li interrogava (...). Il delegato medico della Croce Rossa ha esaminato alcuni detenuti che presentavano segni di difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e nell' espressione verbale, dialoghi incoerenti, reazioni ansiose esasperate, comportamenti anomali e tendenze suicide. Quando è stato visitato dalla Croce Rossa, un uomo tenuto in isolamento non ha risposto a nessuno stimolo, né verbale né fisico, o addirittura doloroso. La sua frequenza cardiaca aveva raggiunto i 120 battiti al minuto e quella respiratoria era aumentata fino a 18 inspirazioni al minuto. La diagnosi è stata che il detenuto era affetto da disordini psicofisici e mentali con sintomi simili al lavaggio del cervello, imputabili con tutta probabilità ai maltrattamenti cui era stato sottoposto durante l' interrogatorio.