Il testo completo pubblicato dal Wall Street Journal «Consegnato agli americani, ma all' Italia non fu mai dato».
Ventiquattro pagine sulle violenze inflitte ai detenuti iracheni durante gli
arresti e gli interrogatori, una lista dei tipi di torture inflitte, i resoconti
delle visite mediche: è il contenuto inedito del rapporto della Croce
Rossa pubblicato ieri sul sito del quotidiano americano Wall Street Journal
e di cui gli stessi responsabili del Comitato internazionale della Croce Rossa
hanno dichiarato l' autenticità. L' Italia - citata nella relazione come
Paese che ha consegnato alcuni prigionieri alle forze armate statunitensi e
britanniche - non era a conoscenza del rapporto: secondo la portavoce del Cicr
Antonella Notari, il documento «fu consegnato al capo dell' Autorità
provvisoria Paul Bremer e al comandante della coalizione, generale Ricardo Sanchez,
e lo abbiamo discusso con loro. Ma non lo abbiamo mai consegnato agli italiani».
Ecco i metodi di tortura più frequenti durante gli interrogatori rilevati
nel rapporto della Croce Rossa.
1 L' incappucciamento, utilizzato per vietare alle persone di vedere, per disorientarle
e anche per impedire loro di respirare liberamente, ed effettuato con sacchetti
oppure con una benda elastica sugli occhi che, una volta abbassata, intralciava
la respirazione. L' incappucciamento è stato anche usato in combinazione
con le percosse. Questa pratica permetteva alle persone che svolgevano gli interrogatori
di rimanere anonime e dunque di agire impunemente. L' incappucciamento poteva
durare da poche ore fino a un massimo di due o tre giorni, un periodo durante
il quale il sacchetto veniva tolto soltanto per permettere agli interrogati
di bere, mangiare o andare in bagno.
2 L' ammanettamento con manette flessibili, che venivano strette con tanta forza
e utilizzate per periodi così lunghi da causare abrasioni alla pelle
e conseguenze a lungo termine alle mani (danni ai nervi).
3 Le percosse con oggetti pesanti (compresi i fucili e le pistole), i ceffoni,
i pugni e i calci sferrati con le ginocchia o con i piedi su varie parti del
corpo (gambe, fianchi, fondoschiena, inguine).
4 Schiacciare la faccia dell' interrogato per terra con gli stivali.
5 Le minacce di maltrattamento, di ritorsioni nei riguardi dei familiari, di
un' esecuzione prossima o del trasferimento a Guantanamo.
6 Lasciare gli interrogati nudi per giorni segregati in celle singole, vuote
e del tutto buie, dove c' era solo una latrina.
7 Tenere gli interrogati in segregazione, isolati nelle proprie celle, rivolgendo
loro delle minacce (di confinarli a tempo indeterminato, di arrestare altri
familiari, di trasferirli nel campo di Guantanamo), privandoli di sonno, cibo
o acqua, garantendo loro un accesso minimo alle docce (due volte la settimana),
negando l' aria aperta e i contatti con gli altri detenuti.
8 Fare sfilare nudi gli interrogati nei corridoi al di fuori dalle celle, davanti
agli altri prigionieri e alle guardie, talvolta incappucciati o con il volto
coperto da indumenti intimi femminili.
9 Gli atti di umiliazione, come lo stare in piedi contro la parete della cella
con le braccia alzate o con indumenti intimi femminili in testa per lunghi periodi.
I prigionieri venivano scherniti dalle guardie, incluse quelle di sesso femminile;
qualche volta venivano fotografati in questa posizione.
A Legare gli interrogati con le manette ripetutamente nell' arco di parecchi
giorni, e ogni volta per molte ore, alle sbarre della porta della loro cella
in posizioni umilianti o scomode, nudi o in mutande, causando un intenso dolore
fisico.
B L' esposizione a rumori o musica assordanti, incappucciati; oppure, sempre
con la testa coperta, l' esposizione al sole per parecchie ore, anche in quelle
più calde del giorno, quando le temperature potevano raggiungere e oltrepassare
i cinquanta gradi.
C Obbligare gli interrogati a rimanere per lunghi periodi in posizioni stressanti,
come lo stare accovacciati o in piedi, talvolta con le braccia alzate. Traduzione:
Walter Arthur Gulia/Oxford Group Secondo alcuni ufficiali della coalizione tra
il 70 e il 90% dei detenuti sono stati fermati senza colpe. Le brutalità
sarebbero da attribuire alla mancanza di un' appropriata supervisione.
AL-HAKIMIYA
Morto per asfissia dopo calci all' addome Aveva 28 anni e due figli. Ha gridato
aiuto prima di spirare. Faceva parte di un gruppo di nove uomini arrestati a
Bassora. Il padre della vittima è stato informato dopo 5 giorni Una delle
relazioni riguarda la cattura da parte delle Forze di coalizione di nove uomini
in un albergo di Bassora, il 13 settembre 2003. Dopo l' arresto, i nove individui
sono stati costretti a mettersi in ginocchio, faccia e mani contro il muro,
come nella posizione di preghiera. I soldati colpivano dietro il collo chi alzava
la testa. I militari hanno confiscato anche il denaro che i prigionieri portavano
con sé senza rilasciare ricevute. I nove uomini sospettati sono stati
poi portati in un ufficio di Al-Hakimiya e picchiati violentemente dal personale
dell' esercito. Uno di loro è morto in seguito alle torture: aveva 28
anni, era sposato e padre di due bambini. I suoi compagni di prigione lo hanno
sentito gridare e chiedere aiuto prima di morire. Il «certificato internazionale
di morte» parla di decesso causato da «arresto cardio-respiratorio-asfissia».
Un testimone ha dichiarato alla Croce Rossa che la vittima aveva il naso rotto,
diverse costole fratturate e numerose lesioni gravi. Il padre della vittima
è stato informato il 18 settembre e invitato a identificare il corpo.
Il 3 ottobre le Forze di coalizione hanno presentato le loro condoglianze precisando
che ci sarebbe stata un' indagine.
CAMP BUCCA
Superficie rovente: ustioni e dito amputato Un uomo di 61 anni sviene dopo essere
stato costretto a sedersi su una piattaforma rovente. Un altro, dopo lo stesso
trattamento, perde l' indice destro e l' uso del mignolo sinistro A Camp Bucca,
il 22 settembre 2003, un uomo di 61 anni ha raccontato che dopo il suo arresto
è stato legato e incappucciato, costretto a sedersi sulla superficie
bollente di quello che lui ha pensato essere il motore di una macchina. In seguito
al dolore l' anziano ha perso conoscenza. La tortura gli ha procurato gravi
ustioni alle natiche. Il personale della Croce Rossa ha potuto poi accertare
la veridicità della sua dichiarazione notando la presenza delle lesioni
con croste. In ottobre, la Croce Rossa ha avuto modo di visitare un' altra persona,
arrestata e condotta nella sezione «Detenuti di alto interesse»,
vittima di un trattamento simile. L' uomo è stato legato, immobilizzato
con le manette dietro la schiena e costretto a giacere bocconi su una superficie
bollente durante il trasporto al luogo di detenzione. In seguito alla tortura
ha riportato ustioni che hanno richiesto tre mesi di ospedale, ha dovuto subire
diversi trapianti di pelle, l' amputazione dell' indice destro e la perdita
dell' uso del mignolo sinistro a causa del ritrarsi della pelle bruciata. Ha
sofferto anche di estese ustioni all' addome, sul palmo della mano destra e
alla pianta del piede sinistro.
CAMP CROPPER
Palla da baseball in bocca, urina addosso L' uomo è stato arrestato nella
sua casa. Costretto a stare sveglio per quattro giorni. Quando ha detto che
si sarebbe rivolto alla Croce Rossa lo hanno picchiato ancora di più
Nel luglio scorso, la Croce Rossa inviò alle forze della coalizione un
documento dettagliato su circa 50 denunce di maltrattamenti perpetrati nel settore
servizi segreti di Camp Cropper, presso l' Aeroporto internazionale di Bagdad
(...). In un caso esemplare, un uomo arrestato nella sua casa, perché
sospettato di essere coinvolto in un attacco contro le forze della coalizione,
sarebbe stato picchiato durante l' interrogatorio, in una località nei
pressi di Camp Cropper. L' uomo dichiarò di essere stato incappucciato
e ammanettato con manette flessibili, con la minaccia di essere torturato e
ucciso. Chi lo interrogava gli avrebbe urinato addosso, prendendolo a calci
in testa, nelle reni e sull' inguine, infilandogli in bocca a forza una palla
da baseball tenuta stretta con una sciarpa e privandolo del sonno per quattro
giorni consecutivi. Chi lo interrogava avrebbe stabilito dei turni per seviziarlo.
Quando disse che si sarebbe rivolto alla Croce Rossa, lo picchiarono ancora
di più. Un esame medico ha individuato un ematoma nelle reni, sangue
nelle urine, perdita di sensibilità nella mano destra, causata dall'
eccessiva pressione delle manette flessibili e un nervo tranciato.
ABU GHRAIB
Inerte alle sevizie per disordine mentale Visitato dalla Croce Rossa, un uomo
tenuto in isolamento non ha risposto a nessuno stimolo. Battito cardiaco e respirazione
accelerati, sintomi psichici simili al lavaggio del cervello A metà ottobre
del 2003 la Croce Rossa ha visitato alcuni detenuti che erano sottoposti a interrogatorio
da parte degli ufficiali dei servizi segreti nell' Unità 1A, il «reparto
isolamento» del carcere di Abu Ghraib (...). Durante la visita, i delegati
della Croce Rossa hanno osservato in prima persona e documentato una gamma di
metodi utilizzati per assicurarsi la collaborazione dei prigionieri con chi
li interrogava (...). Il delegato medico della Croce Rossa ha esaminato alcuni
detenuti che presentavano segni di difficoltà di concentrazione, problemi
di memoria e nell' espressione verbale, dialoghi incoerenti, reazioni ansiose
esasperate, comportamenti anomali e tendenze suicide. Quando è stato
visitato dalla Croce Rossa, un uomo tenuto in isolamento non ha risposto a nessuno
stimolo, né verbale né fisico, o addirittura doloroso. La sua
frequenza cardiaca aveva raggiunto i 120 battiti al minuto e quella respiratoria
era aumentata fino a 18 inspirazioni al minuto. La diagnosi è stata che
il detenuto era affetto da disordini psicofisici e mentali con sintomi simili
al lavaggio del cervello, imputabili con tutta probabilità ai maltrattamenti
cui era stato sottoposto durante l' interrogatorio.