I parlamentari americani descrivono le foto segrete. Bush: «Quegli abusi mi hanno disonorato». Il racconto di senatori e deputati: soldati Usa hanno rapporti sessuali davanti ai carcerati, prigionieri sodomizzati. Coinvolte più persone di quelle già incriminate.
La mostra dell’orrore, 1.800 immagini di torture ai prigionieri e di perversioni sessuali visionate per tre ore in due stanze blindate, non ha solo sconvolto i senatori e i deputati, alcuni dei quali non hanno resistito fino in fondo. Ha aumentato il livello delle polemiche, trasformando una «non storia virtuale» - nota David Bauder, critico tv della Associated Press - in uno scandalo che può influenzare l’opinione pubblica «come mai accadde in passato». Bush ha ribadito ieri che queste immagini «hanno disonorato me come voi». Ed è probabile che le foto non saranno rese pubbliche. Ma i parlamentari hanno descritto le scene più brutte: una soldatessa sorridente in posa su un cadavere; un’altra, sembra Lynndie England, già incriminata, che si accoppia con un commilitone davanti ai prigionieri; un detenuto legato alla vita sbattuto contro il muro; un secondo sodomizzato con un manganello; un terzo costretto a sodomizzarsi con una banana; altri forzati ad atti omosessuali. Il ministro della Difesa Donald Rumsfeld aveva annunciato che «il peggio» era ancora da vedere. Ma la depravazione dei filmati sembra andare al di là delle previsioni, con il rischio di danneggiare gravemente un’amministrazione che aveva promesso di ripulire «anche i tappeti dello Studio Ovale della Casa Bianca» per marcare la differenza da Clinton e dal suo Sexgate. Le immagini del carcere di Abu Ghraib, poi, mostrano più persone coinvolte negli abusi della mezza dozzina di militari sinora incriminati. Comportamenti che sono «una violazione delle convenzioni di Ginevra», ammette il generale Peter Pace, vice capo di stato maggiore. Rileva sconvolto il senatore repubblicano Lindsey Graham: «È impossibile che ciò avvenisse senza istruzioni o all’oscuro dei comandi». Lamenta il senatore democratico Ted Kennedy: «Dove è la nostra superiorità morale? Che cosa rimane della nostra credibilità di difensori dei diritti umani?». Dalle Nazioni Unite, il segretario generale Kofi Annan ammonisce che le foto «hanno creato guasti gravi e profondi» ed esprime la speranza che «non si ripercuotano sulla missione di Lakhdar Brahimi», inviato Onu a Bagdad. Improvvisamente sensibilizzata all’orrore di una guerra che finora era arrivata senza immagini forti (la censura del Pentagono impediva persino di vedere le bare dei caduti), l’opinione pubblica americana si interroga sulle conseguenze. Sarà una svolta nel conflitto come lo fu quasi 30 anni fa per il Vietnam l’immagine della bambina nuda, ustionata dal Napalm, in fuga dai soldati. Si sapeva dello scandalo, la stampa l’aveva annunciato, ma senza le immagini non se ne percepiva la portata. Ora Bush è in calo nei sondaggi e il consigliere per la Sicurezza Condi Rice è stata fischiata dagli studenti dell’Università di Vanderbilt. Si spiega perché a Londra il sottosegretario alle Forze armate Adam Ingram ha annunciato con un certo sollievo il risultato dell’inchiesta sulle foto pubblicate dal Daily Mirror, che coinvolgerebbero i soldati britannici: «Non sono scattate in Iraq - ha detto - sono categoricamente false». (Il direttore del Mirror ha ribattuto che il governo non ha ancora fornito le prove della falsità delle immagini). Dall’Iraq, lo scandalo potrebbe adesso investire Guantánamo. La Croce rossa ha fatto sapere di avere consegnato al Dipartimento di Stato un dossier sugli abusi nella prigione Usa a Cuba, basato su visite a febbraio, marzo e inizio mese. Il contrammiraglio Albert Church assicura che a Guantánamo «sono state commesse otto piccole infrazioni, e i colpevoli sono stati puniti». Ma si rafforza il sospetto che il Pentagono abbia violato sistematicamente le leggi internazionali e che altre immagini possano provarlo.