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Abu Ghraib, i prigionieri vengono rilasciati e accusano gli americani

L'Unità, 14 maggio 2004

315 prigionieri rilasciati dal carcere di Abu Ghraib
È da poco iniziata la liberazione di un gruppo di 315 prigionieri del carcere di Abu Ghraib, a ovest di Baghdad. Il rilascio di questo prigionieri era stato annunciato il 12 maggio da un responsabile della coalizione. Un primo autobus, con bordo decine di reclusi che facevano gesti di esultanza, è uscito dal perimetro della prigione alle 9:20 ora locale ed è passato davanti a un centinaio di persone che aspettavano davanti al portone, dirigendosi verso il centro della località vicina. Altri 315 prigionieri saranno liberati da Abu Ghraib probabilmente la settimana prossima.

Le testimonianze
I prigionieri liberati hanno subito protestato contro i custodi che li hanno torturati, riferendo di essere stati appesi alle pareti per le mani e di essere stati costretti a sostenere carichi pesanti per ore. Abu Mustafa, 24 anni, ad esempio è stato arrestato 10 mesi fa dalle forze degli Stati Uniti che lo accusano di essere un leader di un gruppo del terrorista. «Mi hanno tenuto in cella d’isolamento per sei giorni», ha detto. «Mi hanno appeso per le mie mani alla parete per cinque ore. – ha continuato Mustafa - un giorno quando ero all’ospedale, un soldato è entrato, ha chiesto se fossi musulmano e allora ha cominciato a fare sesso con un altro soldato davanti me».

Mohammed Zadian, 45 anni, ha detto di essere stato tenuto per quattro mesi, nei quali è stato appeso a una parete per le mani per ore mentre «mi veniva chiesto di confessare di aver attaccato le forze americane». Poi ha aggiunto: «ho visti fissare dei cavi elettrici alla lingua e ai genitali di mio cugino. Inoltre mi davano spesso uno scatolone di alimenti, facendomeli portare in giro per sei ore senza metterlo giù».

Al-Moussawi Mohammed Khazal, 31 anni, è stato detenuto per otto mesi, riferendo ad esempio che è entrato in prigione pesando 117 chili ed ne è uscito con 30 chili in meno. «Uno dei soldati ha detto ai prigionieri che se fosse stato lui a decidere, avrebbe ucciso tutti gli iracheni», ha concluso. Le delegazioni non hanno potuto verificare in maniera indipendente.

Due infermiere danesi testimoni delle torture
Due infermiere tirocinanti danesi sono state testimoni di maltrattamenti inflitti da militari britannici a due iracheni, uno dei quali è morto in seguito a un duro interrogatorio. Lo ha reso noto in serata il ministero della difesa danese. Le due donne, che nel settembre 2003 hanno partecipato a uno stage in un ospedale da campo britannico a Bassora, sono state chiamate a sorvegliare lo stato di salute di due iracheni ricoverati dopo aver subito, secondo alcune accuse, un brutale trattamento nel corso di un interrogatorio svolto da un'unita' britannica. Uno dei due iracheni è morto per le ferite riportate, secondo le informazioni raccolte dalle due testimoni. All'epoca le due infermiere informarono dell'episodio una consigliera giuridica dell'esercito danese. Ma tali informazioni sono state riferite solo ieri al ministero della difesa di Copenaghen. Il ministro della difesa, Soeren Gade, ha chiesto allo stato maggiore della difesa perché le informazioni non erano state trasmesse immediatamente alle più alte gerarchie. ''Lo stato maggiore della difesa mi ha informato che la consigliera giuridica dell'esercito ha assicurato il 13 maggio di essersi rivolta immediatamente all'epoca alle autorità britanniche della coalizione e di essersi sentita rispondere che sull'episodio era già stata svolta un'inchiesta'', ha sottolineato il ministro.

Due sergenti saranno incriminati il 20 maggio per le torture
Due sergenti dell'esercito, Ivan Frederick e Javal Davis, saranno formalmente incriminati il 20 maggio, per il loro coinvolgimentO nelle sevizie inflitte a detenuti iracheni nel carcere di Abu Ghraib, nei pressi di Baghdad. Lo riferiscono i media americani, citando fonti militari a Baghdad. Frederick e Davis finiranno di fronte alla Corte Marziale. La data del giudizio non è stata ancora fissata. Frederick e Davis sono accusati di cospirazione per maltrattare detenuti, di violazione delle consegne per non avere protetto i detenuti che subivano gli abusi e di maltrattamento di detenuti. Frederick è anche accusato di atti osceni per essere stato spettatore di un rapporto sessuale fra detenuti. Davis è pure accusato di avere dichiarato il falso e di aggressione. L'incriminazione avverrà il giorno dopo la comparsa di fronte a una Corte Marziale speciale dello specialista Jeremy Sivitis, coinvolto nella stessa vicenda.