Artista per caso,
ribelle per necessità e inevitabilmente anarchico rivoluzionario
L'ultima
cosa che mi sarebbe passata in mente sarebbe stata quella di consumare
energia elettrica, mentale e fisica per creare delle sculture. Io, fabbro,
allenato a manipolare ferro e metalli per corazzare e blindare le case
occupate, per realizzare strumenti agricoli o da boscaiolo. Cose utili,
necessarie alla vita. Una scultura è arte e l'arte ci allontana dalla
realtà, dallo squallore schifoso della vita nella quale siamo obbligati a
vivere. In questo merdoso mondo globalizzato della democrazia capitalista
popolato di zombie con un telefonino cellulare per ogni orecchio.
Naturalmente le mie sculture vogliono scuotervi, vogliono turbare il sonno
di quei morti viventi che a ogni nefandezza acconsentono in nome della
loro miserabile pace sociale. Bombardamenti all'uranio sulle nazioni non
asservite al capitale, manipolazioni genetiche per creare l'uomo idiota
perfetto e i suoi alimenti sintetici, montature di polizia per
terrorizzare le masse ed eliminare preventivamente i dissidenti,
distruzione di buona parte della natura, dei mari, delle foreste in nome
di quell'insulto che è il progresso! Progresso scientifico del quale i
soliti che ne godono sono una ridotta élite di aristocratici convinti di
essere i padroni del mondo perché circondati da alcuni milioni di cani
rognosi disposti a tutto pur di accaparrarsene le briciole e le carezze.
La democrazia è tutto questo, cioè un regime politico illusorio dove
"in nome del popolo" si eliminano le tensioni tra le classi
sociali quando invece alcune classi (militari, industriali e clero)
gestiscono il potere e tutte le altre classi lo subiscono passivamente e
silenziosamente perché "democratico". La democrazia è la
negazione assoluta della sovranità dell'individuo, di ogni individuo, a
favore del "benessere della collettività". La società
democratica si basa sulla legge, insieme di norme volute e decise da pochi
per la salvaguardia dei "loro" privilegi e imposta con apposite
strutture armate e militari ai cittadini. L'anello finale di tutto questo
simpatico sistema sociale dove nessuno è più in grado di salvaguardare
il proprio spazio e la propria dignità è il carcere. Il vero fondamento
della democrazia, dello stato e del capitalismo è il carcere. Il carcere
è l'immagine reale del benessere smodato e lussuoso esclusivo di pochi
privilegiati e del destino di interi strati sociali bollati come esclusi e
ai quali è proibita una vita dignitosa e libera. Per il proletariato,
oggi più di ieri, vi è il dovere della servitù giornaliera alle autorità
indefinite dello stato e del capitale e di un lavoro alienante, abbrutito
e degradante che impone inoltre un silenzioso rispetto di un ordine
sociale favorevole e utile solamente a quei pochi privilegiati già
poc'anzi menzionati. Ci troviamo di fronte a un visibilissimo sistema
sociale marcio, putrido, spoglio di ogni dignitoso valore umano capace di
fomentare guerre distruttive quanto mai la storia ne abbia conosciute,
macellando grandi comunità colpevoli di non sottomettersi al nuovo ordine
mondiale, emarginando e condannando a una vita misera e raminga interi
strati sociali giudicati inutili o "non capaci di assimilare" i
nuovi costumi comportamentali. Un sistema mostruoso e aberrante quanto se
non più del nazismo germanico, un sistema che ha bisogno di consenso
forzato o volontario, non importa. L'idea del penitenziario nasce da
questo bisogno e si realizza in mille forme di repressione, coercizione e
condizionamento sociale, dalle tecniche comportamentali
"corrette" ai manicomi veri o virtuali dove si
"seguono" i "disturbati", dove si tortura, dove si
isola e si separano i "refrattari", gli "agitati",
coloro che "hanno dei problemi"… i "non inseriti".
Le mie sculture sono e vogliono essere un insulto, uno sputo infetto in
faccia al vostro "consenso", al vostro non vedere cosa succede
dietro quelle mura, al vostro non intervenire, giustificandovi dicendo che
la democrazia è il meno-peggiore sistema esistenziale dell'umanità.
Anche perché la storia vi ha dimostrato che le dittature, da Stalin a
Hitler a Mao Tze Dong, sono tutte crollate, invece le democrazie liberali
capitaliste continuano a sopravvivere: come moribondi in coma profondo ai
quali nessuno ha l'ardire di staccare l'ossigeno!
Il carcere è il riflesso perfetto, preciso e inequivocabile del sistema
sociale corrotto, contraddittorio, lacerato e sostenuto da un potere
economico-politico-ideologico garante di ogni ingiustizia e
sostanzialmente basato sullo sfruttamento dei più a vantaggio di una
ristrettissima élite e di alcune regioni circoscritte nel mondo (Usa e
paesi occidentali).
Bisogna capire che la lotta contro il carcere, contro ogni forma di
repressione e controllo è la lotta contro l'attuale sistema sociale
sorretto dall'alienazione e dallo sfruttamento. Non dovete stupirvi,
signori lettori, se poi i vostri figli vi ammazzano a coltellate o a
bastonate! Questo è ciò che il sistema genera! Quindi bisogna capire e
poi agire. Bisogna fare affinché tutto ciò crolli e venga distrutto come
venne distrutto il nazismo, in un mare di macerie, di fumo e di fuoco.
Vivete in un sociale degenerato che non può creare altro che malcontenti,
dissidenti, esclusi dal godimento di una vita dignitosa e individui
refrattari alla sottomissione al lavoro nero o legale e quindi soggetti a
delinquere.
Dedico le mie sculture a tutti coloro che soffrono a causa di questo
sistema assassino, a coloro che a causa di questa infame e vergognosa
giustizia hanno perso la vita, come Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas.
Le dedico alle centinaia di prigionieri politici rinchiusi nelle carceri
di tutto il mondo e in particolare a coloro che soffrono in Italia,
Spagna, Francia, Gran Bretagna, Usa, Grecia, Turchia, che soffrono per
restare fedeli al loro ideale di società liberata e giusta, senza servi né
padroni. Dedico le mie opere a quei popoli e a quelle individualità che
hanno il coraggio di battersi sul terreno dell'azione diretta per la
difesa delle loro rivendicazioni e che scacciano a pedate i mediatori e i
recuperatori.
Nessuno sceglie il proprio destino, nessuno decide né come nascere né
dove nascere. Nessuno vorrebbe nascere né operaio né contadino. Nessuno
ha scelto. Io non ho scelto di fare sculture né di finire sotto processo
in quella che è stata la farsa Lupi Grigi - Tav - Valsusa - Squatter.
Ognuno ha un suo destino da seguire e un suo percorso da compiere. È però
importante cercare almeno di crescere in questo percorso. Di evolversi e
di avere il coraggio di guardare un poco più in là del naso. Il coraggio
di vedere la palude mefitica nella quale viviamo e il coraggio di uscire
da questo liquame… anche se non sappiamo cosa ci sarà più in là!
Il coraggio di un'azione risoluta, adesso, non in un domani indefinito in
cui "i tempi saranno maturi", perché i tempi non saranno mai
"maturi". Un'azione che forse non cambierà la storia ma che
contribuirà a togliere, almeno un poco, il sonno alla tirannia. Un
segnale di vita come segno minimo di resistenza alla rassegnazione. Un
lumino che restando acceso nel buio potrà sempre, prima o poi, scatenare
l'incendio.
A coloro che mantengono questo lumino acceso va rispetto e sostegno. È un
dovere per chi non rinuncia alla libertà e alla dignità. Almeno.
A coloro che hanno il coraggio della ribellione va il mio omaggio e la mia
sincera solidarietà. A chi ci vuole morti, prigionieri, sottomessi e
rassegnati va tutto il mio disprezzo e il mio più viscerale odio! Che
affoghino nel loro stesso sangue!
28 Marzo 2001
Silvano di Bussoleno e della Val Susa
Muoia il Tav, i suoi servi e i suoi sostenitori!