Croce Nera Anarchica
Ventimiglia, 31 luglio-1 agosto 2004
Paco si è tolto dalle mani dei suoi carnefici il 19 luglio dello scorso
anno nel modulo F.I.E.S. del carcere di Badajoz in Spagna. Ha deciso di morire
con la stessa determinazione con cui ha lottato durante tutta la sua vita, dopo
più di
vent’anni d’indomabili rivolte, evasioni, determinazione e coraggio
nel combattere per la distruzione dei centri di sterminio in cui è stato
rinchiuso. Il suo gesto è stato un ultimo grido di libertà, che
rimbomba ancora sulla terra nel cuore dei ribelli. Il carcere incarna il sistema
nella sua faccia più reale, rappresenta il nodo scorsoio stretto nelle
mani insanguinate di queste democrazie occidentali.
Torture, pestaggi, morte dei malati terminali, provocazione, dispersione, prigionieri/e
indotti/e al suicidio o assassinati/e a bastonate sono la norma nel Finchero
de Internos de Especial Seguimento.
L’Archivio d’Interni in Trattamento Speciale nasce negli ultimi
mesi del ’91 come ulteriore inasprimento delle già durissime condizioni
di vita di determinati/e detenuti/e. Sono rinchiusi/e isolati/e e destinati
a morte lenta interrati/e vivi/e coloro che anche in prigione hanno sfidato
il potere e lo hanno combattuto.
“Ci sono momenti in cui ognuno di noi crede intimamente nella possibilità
di un cambiamento. Quando il boia si allontana nella solitudine della cella
noi siamo capaci di produrre questo cambiamento. Nel nostro intimo c’è
la certezza e la forza sufficiente per scontrarci con il carcere. Ciò
non è un’illusione, se lo fosse, non ci terrebbero rinchiusi/e
nei moduli d’isolamento e non avrebbero bisogno di mettersi in 10 o 15
a torturarci”.
Collettivo prigionieri in isolamento di Soto del Real Madrid
Rompere il silenzio…
Nonostante l’isolamento e l’incomunicabilità a cui li vorrebbero
costretti la lotta dal 1999, con momenti e proposte differenti sta coinvolgendo
un sempre più
vasto numero di prigionieri/e rinchiusi/e nelle galere iberiche ed ha provocato
una serie di risposte dall’esterno, attacchi rivendicati ed azioni di
vario genere.
Non sono mancate ritorsioni sui detenuti e vigliacche rappresaglie nei confronti
di tutti i ribelli che hanno portato avanti la lotta in carcere.
È necessario continuare a solidarizzare e dar voce alla lotta, alle critiche
sulle esperienze passate e a nuove proposte concrete per il futuro.
IL NOSTRO SANGUE È COME LAVA…
…E IL VULCANO È IN ERUZIONE.