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Guantanamo: viaggio all'inferno senza ritorno

Reporter Associati, 22 dicembre 2003

Sedici ore al giorno sotto il torchio ininterrotto delle Tigri: solo un accenno, nel quotidiano americano più vicino alla destra repubblicana, lascia intravedere gli eccessi di Guantanamo, un carcere che secondo la magistratura degli Stati Uniti viola i diritti civili e internazionali.

All'indomani della clamorosa sentenza della Corte d'Appello di San Francisco che la scorsa settimana ha chiesto la fine dell'isolamento e il deferimento a tribunali civili per i detenuti stranieri sospettati di terrorismo, il Washington Times ha mandato i suoi inviati nella base americana sull'isola di Cuba per una verifica di prima mano dello stato dei prigionieri.

«Dopo due anni di isolamento gli oltre seicento detenuti stranieri di Guantanamo continuano a fornire una miniera di preziose informazioni di intelligence», ha detto il generale dell'Esercito Geoffrey Miller che coordina il lavoro dei Tiger Teams, le squadre che mettono i presunti terroristi sotto il torchio. Gli inviati del giornale americano hanno potuto visitare il campo dove i prigionieri sono rinchiusi in celle di due metri di lato circondate da rete metallica.

Il quadro descritto non fa riferimento a quanto riportato da altri media e dalla stessa Croce Rossa Internazionale che, dopo una visita alla base - prigione, ha definito «intollerabile» il trattamento dei detenuti. Né il Washington Times ha fatto riferimento ai 35 tentativi di suicidio tra prigionieri, ai 110 detenuti messi sotto osservazione per tendenze suicide, e agli oltre cento a cui sono somministrati psicofarmaci contro la depressione.

Quel che al quotidiano vicino al Pentagono interessa sono soprattutto i risultati degli interrogatori: «una miniera d'oro di indizi» nonostante che i soggetti da interrogare siano rimasti isolati dal mondo ormai per quasi due anni, ha detto il generale Miller. «Interroghiamo con in mente tre tipi di intelligence: tattica, operativa e strategica», ha detto il generale spiegando che l'intelligence tattica è il livello più basso, quello che serve a costruire la base per interrogatori più in profondità.

«Queste informazioni decadono rapidamente, sono datate», ha detto il generale secondo cui di maggiore utilità è considerata l'intelligence operativa: «Cerchiamo fili conduttori, il minimo comune denominatore che collega gli uomini interrogati».