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Guantanamo, terra senza legge

Marco Bardazzi

New York, "AmericaOggi", Reporter Assoccciati, 21 aprile 2004

Una “enclave senza legge” per i suoi oppositori, uno strumento indispensabile in una guerra diversa da tutte quelle del passato per l’Amministrazione Bush. La prigione di Guantanamo Bay, dove gli Usa custodiscono i detenuti della guerra al terrorismo, divide l’America di fronte al suo massimo organo giudiziario, la Corte Suprema, che a due anni e mezzo dall’11 settembre 2001 è scesa in campo per la prima volta per formulare un primo giudizio sulla guerra al terrorismo dell’amministrazione Bush. I giudici di Washington hanno ascoltato per un’ora le diverse posizioni riguardo a Guantanamo, anche se in realtà devono pronunciarsi solo su una questione di giurisdizione: se cioè i quasi 600 detenuti senza nome e senza diritti che si trovano nella base a Cuba possano o meno tentare di far sentire la loro voce nei tribunali americani.

Un’udienza attesa da mesi, per assistere alla quale centinaia di persone hanno fatto la fila per ore (alcuni anche di notte) di fronte alla scalinata e alle colonne greche del tempio della giustizia nella capitale. Con una rara scelta, i giudici hanno anche diffuso immediatamente la registrazione audio dell’udienza - le telecamere sono vietate - come avevano fatto in passato solo per casi come la decisione sulle elezioni presidenziali del 2000.

Prima che arrivi una decisione, saranno necessarie settimane, ma i giudici dovrebbero dire la loro prima della pausa estiva. Nel frattempo valuteranno, la settimana prossima, anche i casi di due presunti terroristi americani, Yaser Hamdi e Jose Padilla, designati dalla Casa Bianca come “combattenti nemici” e privati dei diritti costituzionali. Le decisioni della Corte saranno in ogni caso un giudizio - in piena campagna elettorale - sulle scelte fatte dall’Amministrazione in questi anni.

Scelte che il presidente George W.Bush è andato a difendere anche oggi in un luogo simbolico. Bush ha parlato a Buffalo, nello stato di New York, affiancato dal procuratore federale locale che ha incriminato, processato e fatto condannare sei yemeniti ritenuti i membri dell’unica “cellula” di Al Qaeda di una certa consistenza scoperta negli Usa dopo l’11 settembre. Per il quarto giorno consecutivo, Bush ha insistito sulla necessità di mantenere in vigore negli Usa il Patriot Act, la legislazione speciale antiterrorismo varata dopo l’attacco a New York e Washington.

Il pacchetto di leggi è criticato dalle organizzazioni per i diritti civili, ma difeso dalle forze dell’ordine, che lo ritengono un efficace strumento per la lotta al terrorismo. “Il Patriot Act difende la nostra libertà - ha detto il presidente - ed è importante per i nostri concittadini capire che le garanzie costituzionali sono al loro posto quando si parla del Patriot Act, perché diamo grande valore alla nostra Costituzione”.

L’ex giudice John Gibbons, che di fronte alla Corte suprema ha sostenuto le ragioni di un gruppo di detenuti britannici, kuwaitiani e australiani di Guantanamo, ha affermato che nella prigione militare è proprio la Costituzione ad essere venuta meno: “È sempre stato condiviso per 215 anni che le persone in custodia federale” possono rivolgersi alla corti americane. Ma Theodore Olson, l’avvocato che rappresenta il governo, ha insistito sul fatto che Guantanamo si trova fuori dalla giurisdizione americana.

La base è in “affitto” agli Usa dal 1903 e secondo l’accordo tra Stati Uniti e Cuba, entrambe gli stati devono essere consenzienti per sciogliere il contratto: visto lo stato dei rapporti tra Washington e L’Avana negli ultimi decenni, è una possibilità che non si pone. Il presidente cubano Fidel Castro, proprio nel giorno in cui la Corte suprema esaminava il “fascicolo Guantanamo”, ha accusato l’America di aver creato “un campo di concentramento” sull’ isola, invitando la comunità internazionale a varare ispezioni dell’Onu nella base militare. Con le loro domande, i giudici della Corte, in particolare il presidente William Rehnquist e Antonin Scalia, uno dei membri più conservatori, hanno fatto capire di non vedere quale competenza i giudici di Washington abbiano su Guantanamo.

Ma Gibbons, che ha servito nella base come militare della Marina, ha insistito sul fatto che va considerato suolo americano, “visto che gli Usa hanno pieno e assoluto controllo su quella parte dell’isola” e ha insistito sul fatto che “non ci sono altre leggi di quella americana applicabili nella base, visto che la legge di Cuba non vale”.

Il Pentagono ha creato tribunali militari speciali per i detenuti della guerra al terrorismo, ma per il momento solo due prigionieri di Guantanamo sono stati formalmente incriminati. Le date dei loro processi non sono state fissate.