Dopo l'arrivo a Guantanamo di Geoffrey Miller, il generale Usa che raccomandò di usare le maniere forti sui prigionieri di guerra in Iraq, nella base americana a Cuba ci fu un'ondata di tentativi di suicidio. Lo rivela l'agenzia Ap, citando documenti ufficiali del Pentagono. Miller si insediò come comandante di Guantanamo nel novembre 2002, in seguito alla rimozione del suo predecessore accusato di eccessiva indulgenza con i prigionieri. E tra gennaio e marzo 2003 almeno 14 detenuti nella base-prigione dell'isola di Cuba tentarono di togliersi la vita, secondo le cifre ufficiali.
Miller è adesso a capo della rete di penitenziari militari in Iraq. Ha preso il posto del generale Janis Karpinski, rimossa per lo scandalo delle torture ad Abu Ghraib, e aveva visitato il carcere iracheno nell'agosto 2003, raccomandando l'applicazione di tecniche di interrogatorio simili a quelle in vigore sui prigionieri di Guantanamo. L'amministrazione Bush aveva etichettato i detenuti nella base cubana come "combattenti nemici", per giustificare l'esenzione dalle garanzie che la Convenzione di Ginevra offre ai prigionieri di guerra.