ROMA -
Punteggi uguali tra docenti della scuola pubblica e di quella
privata per l'immissione in ruolo, ma a partire dal 2002. E dal
primo settembre del 2001 saranno i capi d'istituto a scegliere
i docenti per le supplenze annuali. Infine verranno unificate
le ultime due fasce, la terza e la quarta, delle graduatorie
dei precari. Questi i punti del decreto legge, oggi in Consiglio
dei ministri, che la responsabile della Pubblica Istruzione Letizia
Moratti ha illustrato ai sindacati della scuola.
Per quanto riguarda l'equiparazione del punteggio tra precari
della scuola statale e non statale, questa la soluzione prospettata
nel decreto: la parità di punteggio tra gli insegnanti
precari della scuola statale e della scuola paritaria si riconoscerà
solo a partire dal 2002 e per il servizio maturato dall'anno
2000 in poi.
Il decreto contiene anche un'altra novità: dal primo settembre
2001, infatti, passa alle singole scuole la competenza per l'assegnazione
delle supplenze annuali. I capi di istituto, a questo proposito,
dovranno però rispettare le graduatorie provinciali e
non quelle del singolo istituto. Prevista anche la conferma dell'organico
di istituto con una stabilizzazione dello stesso: ciò
significa che, a fronte di una diminuzione degli alunni e quindi
delle classi, i docenti in ruolo non perdono posto, come accadeva
fino ad oggi, per essere utilizzati in altro modo o in altra
sede e l'organico viene mantenuto.
Il decreto che verrà approvato dal Consiglio dei ministri
di oggi contiene una scelta politica pesante e che non condividiamo:
l'eguale valutazione del servizio prestato nelle scuole pubbliche
e paritarie. E' duro il giudizio del segretario generale della
Cgil Scuola Enrico Panini sul decreto per risolvere la questione
delle graduatorie dei precari.
Secondo Panini, è una forzatura che non trova alcuna giustificazione
nella legge sulla parità, che scarica sullo Stato la discrezionalità
delle assunzioni effettuate nelle scuole private a detrimento
di quanti lavorano come precari nella scuola pubblica. Nel merito
del decreto, ha aggiunto, abbiamo sostenuto la necessità
di un provvedimento leggero nei contenuti che salvaguardasse
le attuali fasce di precariato in modo da garantire un regolare
avvio dell'anno scolastico. Vediamo con forte preoccupazione
- ha concluso Panini - l'attribuzione del conferimento delle
supplenze annue ai dirigenti scolastici, perché rischia
di allungare in modo preoccupante i tempi di avvio dell'anno
scolastico e di aumentare il contenzioso. Intanto, il caso degli
80.000 precari che occupano cattedre vacanti arriva sul tavolo
della Corte Costituzionale. E se l'alta Corte dovesse pronunciarsi
positivamente, la conseguenza sarebbe quella dell'assunzione
di questi docenti con un contratto a tempo indeterminato.
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