Unicobas scuola
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PER DARE PIU' FORZA ALLA PROTESTA È STATO DIFFERITO LO SCIOPERO ANNUNCIATO PER IL 1° DICEMBRE

IL 7 DICEMBRE SCIOPERO GENERALE UNITARIO CONTRO IL DISORDINO DEI CICLI
ORMAI DEL FRONTE "ANTI-CONCORSONE" MANCA SOLO LA GILDA

COMUNICATO STAMPA 18-11-2000

Dal momento che 5 + 3 non fa 7, è evidente che con la riforma dei Cicli si produrrebbe forti diminuzioni del numero complessivo delle cattedre. E' stato lo stesso Ministero a sottolineare che "per il momento" i pensionamenti compenserebbero la riduzione d'organico. Si ammette quindi che la riduzione ci sarà. La cifra l'abbiamo già fornita: taglio di 80mila cattedre! Semplicemente, nei prossimi anni, 80mila docenti non verrebbero sostituiti all'atto del pensionamento (e così sarebbero eliminate le cattedre). Non si tratterebbe quindi di 100mila posti in più, ma semplicemente di un turn over dimezzato. Un bel risparmio di spesa sulla pelle della scuola italiana per i prossimi anni: infatti sino al 2013 le nuove assunzioni sarebbero pochissime. Poco importa che a soffrirne siano decine di migliaia di precari che vedrebbero sparire del tutto incarichi e supplenze. Precari già beffati quest'anno con il rinvio delle assunzioni e proprio ieri con un decreto-truffa che dispone per il prossimo anno solo 40.000 assunzioni a fronte delle 67.500 segnalate dallo stesso Ufficio al Personale del Ministero, come turn-over fisiologico. Il disordine d'inizio d'anno era forse funzionale ai tagli collegati al "disordino" dei cicli? Ormai ogni ipotesi è lecita.Va segnalato inoltre che non si da risposta al fabbisogno di almeno 30.000 assunzioni relativamente al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, vergognosamente dimenticato. In quanto ai 103.000 posti in 3 anni, si tratta (Oiboh!) di mere promesse di quel marinaio di De Mauro, il quale sa bene che far partire il "Riordino" il prossimo anno, equivarrebbe a nullificare del tutto ogni assunzione, cominciando da quelle dichiarate. Mere promesse elettoralistiche, quindi, che nascondono una truffa studiata a tavolino. Quali le ricadute di "qualità"?
Viene prevista una "fusione" tra docenti elementari e medi che non rispetta minimamente le relative professionalità acquisite. E' certo che il nuovo ciclo primario si rivelerebbe una trappola senza sbocchi, con una vergognosa competizione per la titolarità fra i docenti provenienti dai due ordini di scuola. È, del resto, vessatorio concentrare sul primo biennio i diplomati di scuola elementare, costringendoli a ripetere all'infinito le prime due classi. Verrà stravolto tutto quanto ha prodotto una scuola elementare che, come testimoniano le ricerche OCSE, è stata finora capace di collocarsi ai vertici mondiali. Quale "qualità" esprimerebbe una scuola ove un insegnante delle attuali medie potrà venire utilizzato su anni equivalenti a terza, quarta e quinta elementare? Né l'utenza viene trattata con maggior riguardo, visto che almeno il 20% degli alunni sarà costretto a gravosi trasferimenti di decine di chilometri a causa dell'inadeguatezza dell'edilizia scolastica.
La confusione è assoluta. Che dire del surrettizio ritorno dell' avviamento professionale, giustamente eliminato con la scuola media unica del '63? Ciò risulta evidente: all'alunno di oggi verrà, a 12 anni di età, chiesto l'indirizzo.
Avremo, infine, una "primarizzazione" del ciclo secondario, gioco forza indotto a ridurre il livello dei saperi a causa dell'arretramento della fascia d'età degli studenti (il primo anno si formerà nello spazio oggi occupato dalla terza media). Il tutto con un risibile innalzamento dell' obbligo a 15 anni, per una complessiva offerta formativa di 9 anni che ci lascia all'ultimo posto in Europa, ove la media dell'istruzione prescritta è di 10/11 anni.
La riforma dei cicli, non comprendendo un nuovo stato giuridico unitario, cerca di dividere la categoria: garanzie per nessuno, dolori e contrasti di ogni genere per tutti. Da anni chiediamo, sul modello europeo, un ruolo unico docente, sottratto al pubblico impiego, che riconosca la specificità dell'insegnamento e lo colleghi all'università, ove, non a caso, vige un contratto idoneo ad un'istituzione promotrice di cultura. La scuola, invece, è parificata ai "servizi" e gli insegnanti agli impiegati.
L'Unicobas richiede il rispetto delle professionalità del personale docente, la permanenza degli insegnanti delle elementari sui primi cinque anni del ciclo primario, l'assorbimento di 1/3 del personale di scuola media nel ciclo secondario, l'innalzamento a 18 anni dell'obbligo e la creazione di un anno di "baccellierato" preuniversitario, nonché l' ingresso nell'obbligo dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia. Per riformare la "riforma" l'Unicobas sciopererà il 7 Dicembre e manifesterà a Roma: Cicli, Bicicli e Tricicli, invaderanno la capitale. Le modalità della manifestazione saranno rese note a breve.

 

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