IL TEATRINO DELLA "POLITICA"
Il PDS sostiene la guerra. Sulla stessa linea delle socialdemocrazie europee, l'ex partito comunista italiano ha rinnegato tutti i valori storici della sinistra, ha ingurgitato quelli della destra, e il risultato è un governo guerrafondaio che cammina a braccetto con l'opposizione.
Nessuna istanza di civiltà e di giustizia sociale distingue l'avvento al potere dei DS: frontiere chiuse e campi-lager per immigrati, repressione sulle lotte sociali, criminalizzazione sul consumo di droghe, flessibilità e sfruttamento del lavoro salariato, esclusione ed emarginazione per i disoccupati.
In chiave locale lo spettacolo non è diverso e la scenografia elettorale dipinge a tinte forti i suoi protagonisti. Il grande vecchio della politica cosentina spegne i suoi "lumi" e con un colpo di coda inaspettato appoggia il conflitto nei Balcani in nome di un'alleanza politica pre-elettorale con il partito della guerra; rinnega il suo percorso garantista in seguito all'arresto di tre ultrà; lascia blindare piazza Prefettura e chiudere il teatro comunale in occasione del comizio di Minniti.
Denunciamo pubblicamente la mancanza di democrazia a Cosenza: una città in cui ogni voce di dissenso viene "invitata" al silenzio (emblematici i manifesti apparsi qualche tempo fa per le strade a firma dell'amministrazione comunale: "Non c'è bisogno di gridare" ), una città in cui viene negata l'agibilità politica ai pacifisti e ai soggetti critici, una città in cui cresce indisturbata la speculazione edilizia, e la politica si trasforma in un mercato di assessorati, consulenze, incarichi e ruoli di potere (vedi Nicola Adamo alla Regione).
E' ora di rompere questa cappa di consenso o di tacito assenso che opprime la città: il potere avrà pur captato e riciclato qualche buona idea dal "basso", ma se lo scotto da pagare per questo è rappresentato dalle assunzioni clientelari nelle cooperative, dalla gestione del forum per le politiche giovanili affidata a gente che con le dinamiche sociali e giovanili di Cosenza nulla ha a che vedere... allora possiamo senza remore affermare che la democrazia in questa città è un velo di cipolla, e che la sinistra che ci governa non è sinistra! Giù la maschera!
QUESTO SPETTACOLO NON CI PIACE!
I SOGGETTI CRITICI DELLA CITTA'