PIU’ SOCIALITA’ MENO REPRESSIONE

 

All’Università della Calabria il degrado sociale e culturale è sempre più evidente.

Alla totale assenza di spazi fisici che favoriscano l’aggregazione(un bar non può essere luogo ideale di socialità!), si aggiunge una visione della cultura concepita solo attraverso canoni istituzionalizzati. Tale visione risponde all’idea del sapere funzionale al sistema di produzione industriale, che richiede una specificità di conoscenze nozionistiche e frammentarie, lasciando poco spazio alla libera e piena espressività degli individui.

La nostra idea del sapere mira, attraverso l’esperienza di un agire comune e di un confronto continuo, alla creazione di una cultura che fuoriesca dagli angusti canoni accademici e cattedratici.

Pensiamo che la cultura debba avere una dimensione molto più ricca e umana.

In una prospettiva del genere si inquadrava probabilmente,la vecchia idea di "Campus",prevista dalla Legge istitutiva e tradita dalla politica speculativa delle Amministrazioni susseguitesi negli anni.

Il collettivo FILO ROSSO ,partendo da queste considerazioni,ha occupato l’ex laboratorio linguistico(che era solo parzialmente usato),al fine di creare un luogo in cui realizzare iniziative di tipo culturale,politico,sociale e ricreativo.

A conferma di ciò a 25 giorni di occupazione,si sono susseguite una serie di attività,che hanno visto non solo la partecipazione degli studenti,ma anche di realtà cittadine,realizzando la tanto auspicata integrazione dell’Ateneo nel territorio.

Laddove tale progettualità alta ed altra si concretizza,la risposta repressiva delle istituzioni non si fa attendere:giorno 8 gennaio,infatti,sono stati denunciati 18 studenti tra gli occupanti l’ex laboratorio linguistico.

Evidentemente disturba troppo l’idea di uno spazio sociale autigestito,che sopperisce anche alle mancanze di un’Amministrazione che finanzia indebitamente iniziative solo per periodi limitati di tempo(i messi di giugno e luglio),senza tener conto delle reali esigenze degli studenti.

Non a caso una grossa fetta dei fondi gestiti dal C.A.M.S.,è finalizzata all’organizzazione di un festival,di sicuro valore artistico,ma che poco coinvolge gli studenti stessi.

Il nostro lavoro non si fermerà davanti a nessun atto intimidatorio e repressivo,poiché i contenuti politici che sottendono ad ogni iniziativa,non possono essere sviliti e ridotti a meri problemi di ordine pubblico.

FILO ROSSO

VIVE

08/01/1996

f.i.p