L'UNIVERSITÀ' AGLI STUDENTI!
Cecità! Solo così si può descrivere l'atteggiamento di chiusura da parte del Rettore dopo un anno e mezzo di attività all'interno di uno spazio autogestito da studenti.
Centinaia le iniziative svolte: dalle rassegne cinematografiche ai laboratori teatrali, dai concerti musicali ai dibattiti aperti ad ogni discussione sociale e politica, nel tentativo di sperimentare collettivamente nuove forme di socialità, che trovano nell'autofinanziamento il mezzo di concretizzarsi, rovesciando così la logica del guadagno come fine.
Crediamo che l'esistenza di uno Spazio venga soprattutto legittimata dalle migliaia di giovani e meno giovani che esprimono l'esigenza di un luogo in cui poter essere spettatori se si vuole, o divenire veramente protagonisti e creativi. Questo tipo di esperienza (esperimento) non deve necessariamente attuarsi all'interno di "un ex laboratorio linguistico": un'Università (che esiste solo se esistono gli studenti), dovrebbe mettere a disposizione dei suoi principali referenti gli spazi e gli strumenti di cui è dotata, lasciando scegliere ad essi come utilizzarli.
Questo in teoria; nella realtà ogni volta che gli studenti si organizzano per realizzare un progetto, non solo si vedono costretti a seguire un insieme di norme burocratiche e mediazioni da parte di docenti "più illuminati", trafile che sminuiscono la loro identità, ma sempre più spesso si ritrovano davanti un perentorio rifiuto.
È ciò che è accaduto proprio il 13 di questo mese agli studenti/esse dell'S.S.O.A. Filo Rosso.
In concomitanza con la conferenza sulle droghe indetta dal Governo a Napoli, avevamo fatto richiesta dell'aula Caldora per promuovere un dibattito sull'antiproibizionismo: nonostante ci fossimo adeguati con riluttanza a tutte le formalità previste, l'unico modo per garantire la realizzazione dell'iniziativa è stato quello di occupare l'aula.
Il 24 dello stesso mese, un compagno del Filo Rosso dopo aver presentato la "fatidica" richiesta
di un'aula in cui svolgere una rassegna cinematografica,gli e' stato detto senza mezzi termini che il Rettore non prenderà più in considerazione alcuna domanda firmata S.S.O.A. Filo Rosso, pur se accompagnata da "regolare" firma di un docente.
Questo atteggiamento ci sembra un'evidente chiusura da parte delle autorità accademiche che dal silenzio degli ultimi mesi e dall'indifferenza per ciò che forse consideravano "un debole fenomeno passeggero", sono passate alla volontà ferma di ostacolare ogni forma di repressione (riconoscendone implicitamente il valore).
In una comunità che si ritiene implicitamente democratica (e il rispetto delle differenze ne costituisce il fondamento),riteniamo sia più che legittimo non condividere le scelte O i valori che una collettività adotta e riteniamo altrettanto grave che qualcuno utilizzi la propria Autorità come strumento di controllo, repressione e normalizzazione.
Solo un'azione diretta può restituire visibilità ai bi/sogni dei soggetti e contemporaneamente evidenziare le dinamiche che tentano di impedirne la realizzazione.
S.S.O.A. FILO ROSSO
25-03-97