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In risposta alle richieste di chiarimenti giunte in seguito alla nostra decisione di sospendere ogni nostra collaborazione con il Coordinamento Romano per la ex Jugoslavia (CRJ), ribadiamo i motivi che ci inducono a sostenere l'incompatibilita' del CRJ con il nostro progetto di comunicazione e informazione.

Riteniamo che, nonostante le smentite ''ufficiali'', le posizioni del CRJ siano di fatto vicine a quelle del nazionalismo serbo, difendendo sempre e comunque, in maniera ossessiva e paranoica, la mini-Jugoslavia di Milosevic, giungendo a giustificare perfino i massacri come quello di Drenica, ampiamente documentati.
Nel loro sito, sono stati pubblicati materiali (sempre travestiti da ''antinazionalismo'') di un certo "Movimento Prospettiva Jugoslava" (organizzazione con sede in Kosovo) in cui si riprendono pari passo le stesse parole e le stesse idee della dittatura jugoslava d'anteguerra che massacrava gli albanesi. Sempre nel sito, c'era una sezione dedicata alla presunta "trasversale verde" e cioe' alle trame musulmane contro la Jugoslavia (che vi siano forze musulmane reazionarie che tramano, e' anche vero, cosi' come ce ne sono di cristiane cattoliche e ortodosse, ma stranamente il CRJ sceglie solo le musulmane, senza riportare, tra l'altro, alcuna prova).
Un'altra cosa grave e' che nei materiali del CRJ viene continuamente usato, al posto del termine "albanese", quello di schipetaro. ''Schipetaro'' vuol dire si' albanese, ma e' un termine che in serbocroato ha *un chiaro senso dispregiativo e razzista* e che in italiano si usava solo durante il ventennio fascista (lo usano ancora i reazionari che si sono formati culturalmente all'epoca, come Montanelli, per esempio).
Per ''smentire'' le disinformazioni sulla Jugoslavia, poi, il CRJ fa regolarmente riferimento all'agenzia di stampa Tanjug, che e' controllata dal Ministero dell'Informazione del governo di Milosevic.

Il CRJ poi nei suoi materiali sul Kosovo (le ''15 tesi sul Kosovo'', per es.) considera del tutto normale che nel 1989 il governo centrale di Belgrado abbia tolto ogni autonomia politica alla regione con la forza dei carrarmati e sparando sui manifestanti, chiudendo inoltre l'universita' albanese. A chi critica questa posizione, il CRJ si limita a sbattere in faccia il fatto che e' rimasta un'autonomia formale (lo studio in lingua albanese fino alle medie superiori sulla base dei programmi redatti dalle autorita' serbe di Belgrado) della quale gli albanesi dovrebbero accontentarsi. Per il CRJ poi e' fondamentale il fatto che nella regione ci siano monasteri ortodossi e sia un luogo importante per la memoria storica serba a causa di una battaglia svoltavisi nel XIV secolo, fatto che giustificherebbe la negazione agli abitanti albanesi del loro diritto all'autodeterminazione (sarebbe come se gli svedesi rivendicassero il controllo dell'Italia meridionale, per la presenza normanna nel medioevo e i relativi monumenti lasciatici).
Un altro esempio e' il fatto che il CRJ nei suo materiali definisce un ''normale processo di costituzione di uno stato nazionale'' quello con il quale i serbi, durante e dopo la prima guerra mondiale hanno conquistato con le armi il Kosovo, ammazzando decine di migliaia di albanesi e avviando un inumano processo di sfruttamento economico (e' da li' che sono iniziati i problemi del Kosovo).

Il problema di fondo e', secondo noi, che il presunto ''antimperialismo'' sbandierato dal CRJ a sostegno della propria condotta politica, non basta a giustificarne la connivenza ideologica con il sistema di potere serbo. Non accettiamo il distacco e il cinismo con cui vittime innocenti vengono trattati come un normale incidente di percorso. Non accettiamo la difesa di un potere piuttosto che di un altro, considerando il popolo come fattore marginale. Questo tipo di ''antimperialismo'' non ci appare molto diverso da quello propugnato dai fascisti.
Non abbiamo mai preso le difese del dittatore Saddam per combattere l'imperialismo americano: le ragioni che abbiamo sempre sostenuto sono quelle dei popoli, degli innocenti e degli oppressi.

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