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Massa - edizione locale de "la Nazione" - 20 luglio 1998
Frasi oltraggiose contro "la Nazione" in una busta inviata in redazione. Indaga la Digos
SQUATTERS, OFFESE PER LETTERA

Massa - edizione locale de "la Nazione" - 27 agosto 1998
Dopo le minacce
SQUATTER, SCANDAGLIATO CENTRO INTERNET

il Resto del Carlino Bologna 27/08/1998
Prima pagina edizione locale
Investigatori della digos di Massa in città per indagini su alcuni volantini.
CACCIA AI SITI INTERNET DEGLI SQUATTER

il Manifesto 27 agosto 1998
Massa Carrara Centri Sociali
"BLITZ" NELLA RETE DEI CSA

Gli agenti cercavano l'elenco di quanti si sono collegati con "El Paso"

Il Resto del Carlino - Bologna - Venerdi' agosto 1998
L'inchiesta
SQUATTER LIBERI DI TRAMARE IN INTERNET

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Massa - edizione locale de "la Nazione" - 20 luglio 1998
Frasi oltraggiose contro "la Nazione" in una busta inviata in redazione. Indaga la Digos
SQUATTERS, OFFESE PER LETTERA

Una busta chiusa, una scritta in stampatello, con un pennarello nero come nelle redazioni non si vedevano più dagli anni di piombo. Un messaggio trasversale, come solo la Mafia sa usare ma che poi, per assurdo che possa sembrare, diventa patrimonio di tutti. Perfino degli squatters: che gli piaccia o no, anche loro sono figli di questo paese.
Così l’altra mattina ci viene recapitata (la troviamo nella cassetta delle poste imbrattata dalla scritta "avvoltoi") una busta chiusa, di quelle rettangolari da lettera. Da un lato c’è scritto "Agli sciacalli della Nazione", dall’altro "Sentite cosa dicono quelli che voi chiamate squatters prima e invece di scrivere stronzate bastardi", dentro una decina di messaggi inviati dai vari centri sociali (più che altro piemontesi ma ce n’è uno anche di Empoli, il Csa Intifada) e via internet per onorare la morte di Soledad Maria Rosas, la giovane anarchica argentina morta suicida nella comunità di don Ciotti sabato scorso e accusata, insieme ad altri giovani anarchici o antagonisti o squatters, e comunque "fuori dal sistema", per gli attentati ai tralicci dell’alta tensione in Val di Susa.

Messaggi d’amore, per questa ragazza dagli occhi grandi, sganati su un mondo a cui non voleva appartenere. E accuse alla magistratura, ai giornali. Ma chi c’è dietro? Uno in aria di scherzi? Un mitomane (ma comunque acculturato e capace di navigare su internet con cui probabilmente è connesso).
Oppure, e sarebbe l’ipotesi più inquietante, un fiancheggiatore che così facendo vuole annunciare che gli squatters sono sbarcati anche a Massa? Terra anarchica, certo, ma di quell’anarchia quasi romantica e indicata universalmente come tradizionalista. Niente a che fare coi centri sociali, coi fratellini minori dei punk, con chi cioè è riuscito forse a togliersi di dosso ogni etichetta, preferendo la morte all’anoressia mentale, intesa come filosofia di vita. Ma anche terra nota per gli attentati ai tralicci dell’alta tensione di qualche anno fa. Un focolaio che si è riacceso? O davvero solo uno scherzo? Per la Digos merita comunque un’indagine.

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Massa - edizione locale de "la Nazione" - 27 agosto 1998
Dopo le minacce
SQUATTER, SCANDAGLIATO CENTRO INTERNET

Svolta nel caso dei volantini a firma squatter lasciati alla nostra redazione il 20 luglio scorso insieme a scritte offensive: gli investigatori della Digos della questura di Massa ieri mattina hanno fatto visita a un provider di Bologna, "Ds Net".
Lì ha un recapito l’associazione "Isole nella rete" che fa viaggiare su internet comunicati. La Digos non esclude che ne abbia lanciati alcuni del tipo di quelli lasciati in un plico alla nostra redazione con riferimento al suicidio dell’anarchica argentina Maria Rosa Soledad.
I poliziotti hanno parlato con il rappresentante dell’associazione che da due anni, con un contratto, ha costruito presso il provider di Bologna la "stazione" dalla quale lancia i comunicati dei centri sociali su Internet.
Gli inquirenti hanno registrato i file del mese di luglio e svolto indagini con mezzi tecnici per trovare tracce di coloro che hanno avuto accesso ai lanci via internet. Ma seguono anche altre strade per risalire a chi ha stampato i comunicati inviati alla nostra redazione. Questo episodio potrebbe essere collegato a quello del finto pacco bomba recapitato ai colleghi di un giornale locale.

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Resto del Carlino Bologna 27/08/1998
Prima pagina edizione locale

Investigatori della digos di Massa in città per indagini su alcuni volantini.
CACCIA AI SITI INTERNET DEGLI SQUATTER

Servizio di Davide Nitrosi

Ieri, interrogati sull’occupazione dello stabile di via dei Poeti gli anarchici non hanno risposto. Dopo le bombe di Torino e il ritrovamento di volantini con gli obiettivi di azioni dimostrative; sono entrate in una fase calda le indagini sulle attività degli anarchici insurrezionalisti.

Ieri è stata una mattinata intensa per gli investigatori. Mentre negli uffici della Digos bolognese sfilava una pattuglia di giovani squatter, nella sede di un provider Internet del centro, gli investigatori della Digos di Massa Carrara davano la caccia ad alcuni siti di centri sociali alla ricerca di volantini spediti in Toscana.

Gli interrogatori.
Accompagnati dall'avvocato d’ufficio Alessandra Testoni, quattro ragazze e un ragazzo sono stati convocati in questura a meta mattinata per essere interrogati dai funzionari che indagano sui disordini di via del Pratello 8 e sull’occupazione di uno stabile in via dei Poeti. L'interrogatorio è stato eseguito su delega del pubblico ministero Antonello Gustapane. Le ipotesi di reato contestate ai ragazzi, sentiti ieri come indagati, vanno dall’occupazione abusiva ai danneggiamenti.
L'interrogatorio si e risolto in un breve lasso di tempo: quello necessario per avvalersi della facoltà di non rispondere. I reati
contestati ai ragazzi sentiti ieri sarebbero stati commessi durante l'occupazione di Palazzo de' Savi in via de' Poeti, alla fine di maggio. Le indagini  sull'occupazione pero’ sono intrecciate a quelle sulla notte di guerriglia in via Pratello. Era il 2 aprile scorso, quando ottanta squatter diedero filo da torcere a un centinaio di poliziotti nei pressi del carcere minorile, riducendo la strada ad un tappeto di vetri. La violenta protesta era la reazione alla morte in cella dell'anarchico piemontese Edoardo Massari.

Un passo decisivo per le indagini e’ stato, lo scorso luglio, la perquisizione del centro sociale degli anarchici insurrezionalisti in via Paglietta. Li’ sarebbero stati trovati volantini ed elenchi di potenziali obiettivi di azioni dimostrative. L'interrogatorio di ieri mattina e il segnale che la Digos sta accelerando i tempi delle indagini. Per prevenire un autunno caldo.

I siti Internet.
Ieri mattina sono piombati sotto le. Due Torri anche gli uomini della Digos di Massa Carrara, diretti presso un provider dove l'associazione di centri sociali <<Isole nella rete>> ha affittato il suo collegamento Internet. Gli investigatori toscani hanno registrato su alcuni dischetti le tracce informatiche di chi è entrato in alcuni siti web dell'associazione lo scorso luglio. La Digos cerca di risalire alle persone che hanno stampato alcuni volantini contenuti in questi siti, poi recapitati a mo' di minaccia alla redazione della Nazione di Massa, e nella redazione di un altro giornale della città (dove sono arrivati accompagnati da un finto pacco bomba)

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Il Manifesto 27/08/1998

Massa Carrara Centri Sociali.
BLITZ NELLA "RETE" DEI CSA

Gli agenti cercavano l'elenco di quanti si sono collegati con "El Paso" - FR. PI. -

UN uovo blitz degli inquirenti, ieri mattina, nella sede del provider DSnet, che ospita tra l'altro la mail-list dei centri sociali (http://www.ecn.org). Quattro funzionari della questura di Massa si sono presentati per chiedere il file log della mail-list. Per i non avvezzi al linguaggio informatico basti sapere che una mail-list è come una bacheca su cui chiunque sia autorizzato può affiggere il proprio messaggio. Il file log, invece, è semplicemente la somma dei "mittenti" di chi si è collegato con quella bacheca per leggere i messaggi. E' come se si chiedesse di avere la lista completa degli acquirenti di un giornale. In particolare i poliziotti volevano la parte del file log relativa al periodo tra il 1 e il 25 luglio.

Agli operatori di rete in quel momento in sede veniva mostrato (e non consegnato) un'ordinanza del giudice di Massa in cui si imponeva di consegnare il documento elettronico in questione senza alcuna spiegazione sul perché giuridico di tale richiesta. Dopo una breve consultazione il sysop si rifiutava di tirar fuori dal computer e consegnare la lista di quanti si erano collegati con il sito "Isole nella rete".

Da una serie di affermazioni fatte a voce (visto che l'"ordinanza" del giudice non conteneva alcun riferimento ad inchieste in corso) si arrivava infine a capire di cosa si trattava. Circa un mese fa alla redazione di Massa del quotidiano Il Tirreno è pervenuta una lettera di minacce scritta su una stampata della pagina web del centro sociale "El Paso" di Torino. Alcune di queste minacce si sarebbero poi tramutate, sembra, in fatti (non meglio precisati danneggiamenti al giornale stesso). Di qui l'ordine di acquisire la lista dei contatti alla mail list. Per chi frequenti appena un poco la rete la decisione appare doppiamente assurda. Chiunque infatti può collegarsi a qualsiasi sito e copiare elettronicamente una pagina web e stamparsela dove vuole. Il giudice cercava i lettori di quella pagina, refrattario ad ogni considerazione sulla sua infinita replicabilità elettronica che ne annienta qualsiasi valore di prova. Al rifiuto del sysop veniva in un primo momento disposto il sequestro del server ospitante "Isole nella rete", mentre il provider veniva tempestato di telefonate dei giornali toscani, preventivamente informati sulla "grande operazione" in corso.

In serata il sequestro del sito veniva ritirato con l'esplicita ammissione che "tutto sommato avrebbe provocato più danni all'inchiesta che non la rinuncia al file log".

Tutto bene, dunque? Non tanto, a pensarci bene. Alcune considerazioni vanno fatte. La richiesta del giudice non avrebbe portato all'acquisizione di nessuna "prova", ma semplicemente alla schedatura di quanti - per interesse, cusiosità o errore - si erano connessi con il sito. Una simile richiesta non è prevista da nessuna legislazione attualmente in vigore. Inevitabile pensare, perciò, ad un tentativo - l'ennesimo - di creare una "legislazione di fatto" a proposito di Internet.

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Il Resto del Carlino - Bologna - Venerdi' agosto 1998
L'inchiesta
SQUATTER LIBERI DI TRAMARE IN INTERNET

Nel mondo parallelo di Internet, gli anarchici possono navigare tranquilli. Nessuno, neppure la Digos riuscira a seguire le loro tracce. Ne sanno qualcosa gli investigatori della Digos di Massa Cararra che l'altro ieri sono andati presso un provider bolognese che ospita il server di "Isole nella rete", l'associazione milanese che riunisce diversi centri sociali Volevano copiare su un dischetto la directory dove sono registrati tutti i messaggi dei centri sociali (e assieme ai messaggi, le tracce che portano a chi li ha letti). La Digos cercava di sapere chi ha letto e stampato i comunicati scritti dal centro sociale torinese El Paso, portavoce dell'area anarchica piu dura. Quei comunicati in luglio vennero spediti come minaccia nelle redazioni della Nazione di Massa e di un altro giornale.

I responsabili di "Isole nella rete" si sono pero' opposti alla richiesta della Digos. E la directory e rimasta segreta, celata dietro a una porta impenetrabile che si puo aprire solo con una password (una parola chiave), che non e stata svelata alla Polizia. "Abbiamo comunicato ai funzionari - spiega Sandro Moretti, a nome dell'associazione - che il nostro rappresentante presente in quel momento non aveva le competenze necessarie per identificare e consegnare specifici 'file' e che quindi avrebbero dovuto procedere al sequestro. La Digos se ne e' andata senza eseguire il decreto".

Dopo la visita della Digos toscana, l'associazione ha bloccato le attivita' su Internet di "Isole nella rete": "Preferiamo assicurarci che nulla sia stato manomesso e che non siano stati piazzati dispositivi di intercettazione, spiega Moretti. Ma "Isole nella rete" ha preso anche decisioni piu drastiche: cancellera' tutti i tracciati utili per identificare chi accede ai siti che fanno capo al suo server, dove sono ospitati non solo i servizi e-mail e web dei centri sociali, ma anche una lista di discussione dedicata al movimento gay, siti di movimenti politici radicali e di gruppi contro L'Aids. "Preferiamo rischiare di proteggere un possibile 'criminale' per tutelare centinaia di "innocenti" dice "Isole nella rete" piuttosto che consegnare le informazioni relative alle scelte politiche e sessuali di centinaia di 'innocenti' per colpire un improbabile 'criminale'. Che succedera allora?
Probabilmente niente. Anche perche' nessuna legge obbliga i possessori di un computer o gli amministratori di un sito a serbare i tracciati di chi ha letto i siti o i messaggi. Internet resta un territorio libero, insomma. O un far west?

[d.n.]