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il Manifesto
11 agosto 2002 Fuori i cortei dalla rete Sequestrato il sito internet www.netstrike.it, che fornisce informazioni sui cortei telematici, colpevoli di bloccare il traffico nelle pagine web istituzionali S. D. R. Vietato fare cortei. Se non è ancora vero per le manifestazioni di piazza, il divieto sembra essere più vicino per quelle digitali. Ieri mattina, infatti, è stato sequestrato il sito internet www.ecn.org/netstrike (che era leggibile all'indirizzo internet www.netstrike.it) su ordine di uno dei magistrati che seguono le inchieste sul G8. Quello di ieri sarebbe solo un primo passo, e sul tavolo della procura genovese ci sarebbe un elenco di siti da "visitare" e probabilmente oscurare. Ma che cos'è un net-strike? "La metafora che rende meglio l'idea - scrivono in un comunicato gli autori del sito - è quella di un gruppo di persone che attraversano la strada munite di cartelli e striscioni". Un blocco stradale, insomma, di quelli che si fanno spessissimo anche per protestare su questioni locali abbastanza piccole. Tradotto in termini digitali, il corteo diventa un gruppo di persone che si collegano tutte insieme a un sito internet e che, se sono tante, possono causare il rallentamento del suo funzionamento per alcune ore o l'impossibilità per altri utenti di collegarsi alla pagina. Inutile dire che, come i blocchi stradali non dissestano l'asfalto, così una volta finito il netstrike il sito intenet di turno torna a funzionare esattamente come prima. Per di più www.netstrike.it è sostanzialmente un sito internet informativo, che contiene notizie sulla storia di questa forma di mobilitazione, ma ovviamente non è qui che avviene fisicamente la protesta. Nonostante questo il mandato di perquisizione e sequestro del sito, firmato dal magistrato Francesca Nanni di Genova, fa riferimento all'articolo 615 quinques del codice penale: quello che si occupa della diffusione di programmi finalizzati al danneggiamento di servizi informatici. Inoltre lo stesso filone d'inchiesta affidato a Francesca Nanni si occupa del tentato danneggiamento dei siti legati al G8 e simili. Il sito internet era ospitato sul server di www.ecn.org, che accoglie la maggior parte delle pagine web del movimento italiano e parti consistenti di quello europeo. Fisicamente il server (il computerone su cui sono depositate fisicamente tutte le informazioni che poi girano in rete) è a Bologna presso l'azienda Cable and Wireless ed è qui che, ieri mattina, si sono presentati ben otto agenti di polizia per sequestrare il materiale. "E' un sequestro che ci preoccupa soprattutto perché è immotivato - spiega Sandro Moretti, presidente dell'associazione che gestisce ecn.org - Questo fa supporre che il sequestro sia stato un atto abitrario, o per impedire che si svolgano i netstrike o come atto di censura vera e propria". Comuque sia se l'obiettivo era quello di impedire che i netstrike si facciano o di censurare il sito internet sequestrato sembra proprio che il magistrato abbia fatto male i suoi conti. Già pochi minuti dopo il sequestro erano disponibili in rete due copie identiche di www.netstrike.it (una è raggiungibile da www.italy.indymedia.org/netstrike.it e l'altra da www.contrast.org/netstrike) e molte altre sono state messe in rete in seguito, fra cui quella raggiungibile proprio dallo stesso indirizzo internet vittima del sequestro (www.netstrike.it). Proprio su quest'ultimo sito c'è anche il comunicato firmato dal gruppo di lavoro che ha creato il sito, concluso dall'appello: "Invitiamo tutti a diffondere questo comunicato e chiediamo a chiunque ne abbia la possibilità di mirrorare il sito mandando un messaggio alla mailing-list netstrike@autistici.org". "L'effetto è stato esattamente l'opposto - dice Sandro Moretti - La dinamica della rete è già diventata incontrollabile e gruppi e singoli si sono mobilitati con ogni genere di iniziativa". Del resto la dinamica della reazione non poteva che essere la stessa che ha fatto funzionare i netstrike fino ad oggi. la prima azione di questo tipo risale al 1995 quando come obiettivo fu preso il governo francese, colpevole di aver organizzato dei test nucleari sull'isola di Mururoa. Ma quasi subito a quelli organizzati si sono affiancati molti altri netstrike spontanei. "Durante le giornate genovesi ad esempio - racconta un altro membro di Ecn - appena si è avuta la notizia della morte di Carlo Giuliani è partito un netstrike totalmente spontaneo che, pur non bloccandolo, è riuscito per alcune ore a rallentare il sito ufficiale del G8". I netstrike dunque continueranno. "Resta però il fatto - conclude Moretti - che il sequestro segna un passaggio alla criminalizzazione di una forma di mobilitazione che è sempre stata legale, e devo dire che in qualche modo ce lo aspettavamo". Da settembre infatti era già accaduto che la polizia intervenisse a seguito di un "corteo telematico". Come raccontano alcun attivisti di Ecn, la procedura era quella di rintracciare i computer da cui erano avvenute le connessioni per poi segnalare il fatto ai datori di lavoro, nel caso in cui l'azione fosse stata compiuta dai computer presenti nell'azienda. Le conseguenze, per fortuna, erano state al massimo qualche richiamo formale. |