LIBERTA' PER ALBIN KURTI!
LIBERTA' PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI KOSOVARI!
E' passato quasi un mese dalla fine dei bombardamenti NATO e dal ritiro delle forze jugoslave dal Kosova e migliaia di prigionieri politici di nazionalità albanese si trovano ancora nelle prigioni della Serbia, nelle quali sono stati deportati dalle forze di Belgrado che si ritiravano dal Kosova. Si tratta di migliaia di persone, arrestate illegalmente sia prima che durante i bombardamenti iniziati lo scorso marzo. Secondo la Croce Rossa Internazionale sono 1.000 quelli arrestati prima dei bombardamenti e mai liberati, ai quali si deve aggiungere un numero imprecisato, nell'ordine della migliaia, di persone arrestate e scomparse durante il periodo degli attacchi NATO. Le stesse fonti serbe parlano di poco più di 2.000 prigionieri, mentre l'ONU, citato dal Guardian, parla di 5.000 complessivamente. Il Comitato di solidarietà con il Kosova ha raccolto nel mese di maggio circa 1.000 firme per la liberazione di Albin Kurti, ex leader dell'Unione degli Studenti e portavoce di Adem Demaci, arrestato il 28 aprile scorso. Abbiamo anche promosso una campagna per chiedere la liberazione di Flora Brovina, responsabile dell'Unione delle donne albanesi del Kosovo, sequestrata con metodi brutali da poliziotti e paramilitari serbi, anch'essa alla fine di aprile. Tra gli altri nomi noti di coloro che sono stati arrestati dalle autorità di Belgrado e mai rilasciati vi sono il prof. Ukshin Hoti, leader del partito Unikomb, da anni in carcere per avere criticato il governo e che doveva essere rilasciato il 17 maggio scorso, o il giornalista Halil Matoshi. Nulla si sa delle attuali sorti di queste persone e delle migliaia di altri prigionieri politici, solo riguardo a Flora Brovina sono giunte notizie non confermate di un suo ricovero in gravi condizioni nell'infermeria della prigione di Pozarevac, ma nulla di preciso sarà dato sapere finché durerà la cortina di silenzio su di loro, se non che queste persone sono state arrestate e deportate a opera delle forze di Belgrado. Vi sono solo le numerose e inquietanti testimonianze di scampati alle prigioni serbe in Kosovo, che parlano di torture e pesanti maltrattamenti - in particolare Albin Kurti sarebbe stato sottoposto a ripetuti e violenti pestaggi. Le nostre pressanti richieste di informazioni sulla sorte di Albin Kurti fatte al Consolato jugoslavo a Milano, al quale abbiamo consegnato anche le firme per la sua liberazione, non hanno sortito alcun effetto e ci è stato risposto unicamente che di lui non ci sono notizie, una risposta inaccettabile tesa a coprire con un muro di silenzio i crimini del regime di Belgrado. Un muro di silenzio al quale contribuiscono le organizzazioni internazionali che hanno preso il controllo del Kosovo: nessun passo ufficiale è stato intrapreso dall'ONU, né tantomeno dalle forze di occupazione della KFOR, le quali hanno lasciato che la deportazione dei prigionieri politici si svolgesse impunemente, Italia compresa. Negli accordi "di pace" firmati con il regime jugoslavo non è stata fatta parola dei prigionieri politici, contrariamente a quanto era stato nell'ottobre scorso nei comunque inaccettabili accordi Milosevic-Holbrooke, che prevedevano la liberazione dei prigionieri politici, impegno mai rispettato da Belgrado. Non si può non notare che anche le forze politiche albanesi del Kosova stanno dando prova, come minimo, di eccessiva timidezza nel chiedere la liberazione di questi prigionieri politici.
* Libertà immediata per Albin Kurti e tutti gli altri prigionieri politici albanesi del Kosova!
* Che vengano individuati e puniti i responsabili diretti e i mandanti dei criminali arresti e delle deportazioni! Che vengano individuati anche i responsabili occidentali che hanno coperto tacitamente questa operazione!
* Per un Kosova libero e democratico, nel quale il popolo kosovaro possa decidere in prima persona delle proprie sorti e non vi siano più prigionieri politici!