Radio Onda Diretta

   

4 giugno 1992

CI APPRESTIAMO AD ACCENDERE UN TRASMETTITORE FM ...

Ci apprestiamo ad accendere un trasmettitore FM; fino a due anni fa ciò sarebbe stato un atto legale e normale, simile a centinaia di altri che in anni passati hanno definito l'esperienza di radio di movimento e commerciali, dalle più piccole ai grandi network. Arriviamo indubbiamente troppo tardi: una legge liberticida, la Mammi' del 6 agosto 1990, ci vuole o ridotti al silenzio o, come in questo caso, criminali.
D'altrocanto il paese si è mosso decisamente a destra, il che significa in termini di legislazione sulla casa, sul lavoro, nella scuola e nell'università, che le classi storicamente subalterne hanno pagato duramente, ancora una volta, il corso di una ristrutturazione feroce ed internazionale: sarebbe stato inpossibile che a questa forte riduzione delle conquiste e dei diritti materiali, avesse corrisposto un allargamento delle opportunità e libertà politiche e comunicative.
Così infatti non è stato e la legge Mammì è stata eretta a perenne arbitrio della riorganizzazione politico/comunicativa dei movimenti antagonisti allo stato di cose presenti.

La costrizione all'illegalità è l'ultimo atto di un meccanismo economico-politico che ha separato i soggetti sociali gli uni dagli altri e introdotto nell'orizzonte della comunicazione una sorta di razionalità di potere, una forma di barriera d'ingresso definita legislativamente ed economicamente: il piano di riordino delle emissioni radiotelevisive per la Lombardia, prevede il passaggio dalle attuali 150 a 45/50; come dire: se la legge Mammì ha voluto in un primo tempo sbarrare la strada dell'etere alle nuove esperienze sociali e alle nuove cordate commerciali, oggi vuole limitarla ai "pochi che contano", siano essi espressione di grandi interessi commerciali o gruppi di pressione e rappresentanza politica.

Una battaglia obbligata e dall'esterno, la nostra, che testimonia la separatezza e la distanza dei movimenti sociali e delle loro movenze di organizzazione politica, dall'attuale assetto formale dello stato e dalle sue ipotetiche riforme.

Molti hanno chiacchierato in questi anni di pirataggio, di mirabolanti invenzioni multimediali ecc, noi abbiamo scelto il terreno concreto di una sperimentazione che, facendo tesoro di esperienze passate, si concretizzi in un quadro di poteri e saperi attuali.

Siamo consci di compiere un'esperienza a termine: un giorno, un mese...? L'obiettivo fondamentale è quello di cumulare sufficiente ricchezza cognitiva e di comunicazione sociale da rendere possibile il travaso verso un'esperienza-altra, che non segni la fine della precedente ma un ulteriore avanzamento.
Sarà un banco di prova delle possibilità che hanno oggi i movimenti di comunicare: crediamo forse che le limitazioni cui sono state assoggettate le radiofrequenze non si estenderanno, prima o poi, alle reti informatiche ecc?

Molto abbiamo da costruire nella comunicazione tra i soggetti operai dispersi nel reticolo produttivo territoriale e terziario, molto si potrebbe dire sul modo in cui si è evoluto l'orizzonte a noi prossimo e la stessa struttura della comunicazione; un dato ci preme sottolineare: abbiamo scelto di costituire un'assemblea redazionale cercando un percorso di confronto attivo tra una parte e l'altra delle antenne, non dunque gestori di uno strumento e tantomeno di un megafono di movimento.

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