Radio Onda Diretta

   
Radio comunitarie e locali, per il diritto ad esistere. Intervista a Mario Albanese Coordinamento Nazionale Nuove Antenne a cura della redazione di Milano di Radio Onda d'Urto - marzo 1995 Il prossimo 22 marzo 8 compagni saranno processati con l'accusa di "turbata liberta' dell'industria e del commercio e violazione della legge Mammi'" per l'apertura di Radio Onda Diretta, la radio che a partire dal luglio '92 ha trasmesso per oltre un anno dai tetti del c.s. Leoncavallo. Il 2 luglio '93 Radio onda diretta viene chiusa con un intervento della magistratura che mette sotto sequestro gli impianti, due giorni dopo 5.000 compagni in piazza per ribadire che gli spazi della comunicazione sono spazi sociali, da sottrarre al mercato dell'etere e restituire a quei soggetti collettivi che hanno risorse per gestirli, attori degli eventi e non solo passivi fruitori della loro rappresentazione mass mediatica. Poi la successiva riapertura della radio con nuovi impianti fino allo sgombero del centro nel gennaio del '94. Un'esperienza limitata, la radio non superava i confini del Casoretto, ma fortemente simbolica, un gesto politico contro la legge mammi che dall'agosto '90 impedisce l'accesso all'etere a nuovi soggetti collettivi, sottoponendo l'esistente a vincoli tali che le piccole radio locali vengono messe nelle condizioni di chiudere. Tutto questo mentre assistiamo allo smantellamento dell'informazione pubblica, alla spartizione della rai tra le nuove forze di governo, e alla continua violazione della legge da parte di potenti gruppi politico-economici. Come ad esempio la vicenda relativa alle concessioni per le pay tv allo scambio di frequenze televisive tra telepiu' e rete 55 quest'ulltima di proprieta' di Antonio Marano ex sottosegretario leghista alle poste, o all'acquisizione delle piccole emittenti locali da parte dei grossi network commerciali con relativo impoverimento del tessuto sociale e dell'informazione locale. Intervista a Mario Albanesi D - Che cos'e' il Coordinamento Nazionale Nuove Antenne? R - Il CONNA nasce praticamente 20 anni fa, io fui fra i fondatori di Radio Citta' Futura di Roma una stupenda esperienza, poi nacque una associazione che era la FRED, Federazione Radio Emittenti Democratiche, che poi si sfascio' letteralmente, ed intorno al 1980,creammo una associazione a Roma che allora si chiamava Comitato Difesa Montecavo, l'unico monte in Italia dove la Finvest non e' riuscita a compiere scempi, con gettate di cemento armato come e' avvenuto in tutti i monti italiani. Allora abbiamo fondato Il CDM, poi l'Associazione Emittenti del Lazio ed in seguito CONNA, Coordinamento Nazionale Nuove Antenne, abbiamo anche un giornale che si chiama Nuove Antenne. Questa associazione la potremmo considerare al livello piu' basso rispetto alle altre associazioni, non per il prestigio che e' decisamente alto, abbiamo considerazioni da parte dei nostri avversari, da quei soggetti istituzionali che sono il Garante per l'Editoria, i vari ministri delle poste che si sono succeduti, i sottosegretari, i funzionari. Per quanto riguarda il livello piu' basso di cui dicevo prima, mi riferivo al fatto che noi curiamo, difendiamo, cerchiamo di difendere con tutti i mezzi possibili le emittenti che sono ai piu' bassi livelli economici, piccole emittenti locali, comunitarie e commerciali, televisive e radiofoniche. Queste hanno una funzione sociale oltre ad essere emittenti che sperano di crescere e diventare anche fonti di lavoro, sono potenzialmente al servizio delle comunita' locali. In Italia i comuni sono circa 8000 e potenzialmente non si vede perche' ogni comune non debba possedere il giornale locale, visto se si tratta di televisioni o parlato se si tratta di radio, laddove esistono le frequenze disponibili. Sono mezzi eccezionali per coagulare le forze locali e culturali. Una radio in un paese puo' rappresentare l'alternativa al bar, ai gochetti elettronici, alle boccette... Sembra che in Italia questi discorsi siano fantascentifici: si privilegiano le grosse imprese, le grandi finanziarie, anche quando se ne parla. Gli ascoltatori avrannonotato che il discorso e' sempre in alta chiave, si parla dei grossi monopolisti. Quando all'interno dell'allora trasmissione Rosso e Nero, Santoro parlo' delle emittenti, si riferiva alle grandi imprese, Funari, Costanzo, Santoro, noi gli abbimo definiti i tre cannibali, perche' loro concepiscono l'esprimersi attraversoi l'etere in funzione dei grossi interessi. Tutto quello che e' al di sotto a loro non riguarda, quindi tendono a mangiarlo, a fagocitarlo, a distruggerlo, come in effetti e' avvenuto, un gran numero di emittenti a tutt'oggi, nonstante la nostra opera intensa di difesa, non ce l'hanno fatta schiacciate da problemi piu' grandi delle loro organizzazioni sono state costrette a chiudere. Questo e' il CONNA, il compito che ci siamo assunti e siamo decisi a portarlo avanti restasse un'emittente in Italia, spero sia Onda D'Urto se non altro, affinche' vengano applicate quelle regole elmentari di liberta' che qulacuno vuole distruggere, vuole impadronirsi di tutto, giornali, stampa, televisione, informazione in tutti i generi. D - Hai accennato ad un tema a noi particolarmente caro, quello delle radio comunitarie, ed hai parlato delle caratteristiche che hanno le radio comunitarie: fare riferimento cioe' a aggregati sociali. Sono radio che solitamente non hanno scopi di lucro, ma lo scopo di fare informazione, oppure sono legate a comunita' locali. Noi siamo una radio comunitaria ed abbiamo cominciato in questi giorni una martellante campagna di abbonamenti per il sostegno della radio, ci teniamo a precisare con i ns ascoltatori che e' ancora piu' importante, per radio come la nostra, il loro sostegno ed il loro contributo economico, anche perche' in quanto radio comunitaria la possibilita' di usufruire di introiti pubblicitari e' ridotta. Questi ma non solo questi, sono una serie di vincoli che vengono imposti alle radio comunitarie che in realta' dovrebbero essere quelle tutelate e protette dalla legge. La legge Mammi' prende in considerazione le radio comunitarie stabilendo una quota di frequenze da assegnare loro. Molto spesso avviene che nella materialita' dell'applicazione della legge lasciata al Circostel o ad uffici periferici si hanno una serie di vincoli che ulteriormente riducono le possibilita' di utilizzare frequenze comunitarie.Potresti spiegare cosa esattamente prevede la legge Mammi' e qual e' invece la situazioni con cui radio come la nostra si trovano a fare i conti. R - L'unica possilibita' di sostentamento che radio come la vostra si trovano ad avere e' quella che puo' venire dagli ascoltatori, perche' a tutt'oggi la legge Mammi' ha previsto ben poco per le emittenti comunitarie e quel poco non e' stato neppure applicato. Non si e' visto nulla, nessuno ha mai avto sostegno o agevolazioni di alcun genere perche' la legge Mammi' e' chiaramente disegnata a beneficio dei grandi soggetti privati. Non mi riferisco solo a Berlusconi, lui e' quello che ha primeggiato, ma la legge e' disegnata per altri eventuali Berlusconi, perche' il tanto conclamato pluralismo la legge Mammi' lo prevede tra soggetti, magari in concorrenza tra di loro, ma omogenei sul piano generale. Che possano nascere altri Berlusconi, portatori della sua stessa ideologia e si facciano concorrenza tra di loro la cosa ci interessa relativamente, alla gente, ai cittadini verrebbe propinata la solita minestra informativa, cioe' le notizie lette da un solo verso, e in effetti tutto cio' che e' alternativo secondo la legge Mammi' dovrebbe essere cancellato. La cosa pero' non ha funzionato interamente e sono le stesse forze governative a non averlo fatto funzionare. La legge Mammi' doveva essere applicata in 730 giorni, in due anni dalla sua emanazione. Sono passati 5 anni senza che la legge venisse applicata. L'intero ambiente radiofonico e televisivo e' rimasto come vetrificato, non si puo' fare assolutamente nulla. Neppure dal punto di vista tecnico. Non si possono installare ponti radio, non si possono migliorare attrezzature. Esistono pero' delle leggine che sono intervenute dopo la Mammi' fatte proprio ad hoc, ad uso e consumo dei monopolisti dell'etere che permettono loro di far tutto. Ma solo a questi soggetti. Per esempio hanno disposto le cose in un modo tale che i grossi soggetti, quelli che hanno alle spalle capitali finanziari, possono aquistare i piu' piccoli. A questo proposito ho qui una lettera che mi e' stata inviata proprio questa mattina dai lavoratori di una televisione di Roma che si chiama Telelupa, te la leggo: Siamo un gruppo di giornalisti e tecnici gia' dipendenti di Telelupa, con la presente vorremmo portare a conoscenza di tutte le associazioni di categoria e del Ministero delle Poste, l'anomala situazione che si sta' verificando presso Telelupa: 1) licenziamenti 2) perdita dell'identita regionale dell'emittente 3) il palinsesto composto interamente da squallide vendite 4) cancellate completamente tutte le rubriche di informazione locale che erano l'orgoglio della televisione. Un breve inciso mio: questa Telelupa era un'emittente che faceva dell'ottima informazione su Roma e su buona parte del Lazio. Che cosa e' successo: Telelupa nel corso degli ultimi mesi ha licenziato il 70% del personale riducendolo da 15 a meno di 5 unita'. Oltre a noi si uniscono alla protesta i collaboratori che avevano un ruolo ben preciso all'interno delle rubriche trasmesse ed erano almeno 100. Dopo la prefazione vieniamo al motivo che ci ha spinto a scrivere: Telelupa ha trasferito i suoi studi di produzione e la messa in onda nella sede di Rete Nord vicino a Padova, dove trasmette 24 ore su 24 senza che la legge intervenga a fare ordine permettendo di trasmettere 18 ore al giorno di pubblicita', vorremmo inoltre far presente che oltre al danno per le forze lavorative anche la beffa di vedere in onda un telegiornale, letto soltanto con le notizie di agenzia, privilegiando le notizie del veneto in quanto e' fatto da rete Nord sempre di proprieta' dello stesso editore, che non conosciamo. La grossa stupidaggine che l'editore fa raccontare e' di trasmettere da Roma per il Lazio, la Toscana e il Veneto, e questa affermazione e' immediatamente smentita in quanto i ponti di trasferimento sono da Padova a Roma e non da Roma a Padova come si potrebbe supporre dall'esterno. Hanno acceso 10 ponti per collegare Roma, sono legali questi ponti? Domanda finale cosa si aspetta ad intervenire, che altri editori facciano la stessa cosa e le emittenti locali cessino completamente di esistere? Ora mi pare che da questa lettera che ho cercato di sintetizzare perche' estremamente lunga, si puo' desumere esattamente quello che dicevo prima: che un grosso editore puo' far tutto mentre chi per necessita' deve comunicare da punto a punto per pure ragioni funzionali e di servizio non lo puo' fare. Questo particolare insieme ad una miriade di altri gravissimi per definire la legge Mammi' che e' inutile definire pessima perche e' una non legge, e' un bollettino di supporto ad un privato nazionale. Basterebbe questa notizia per far capire ai nostri ascoltatori quanto nell'illegalita' si siano cimentati i precedenti governi e anche l'ultimo governo appena dismesso con questo ministro Tatarella che si e' comportato come un irresponsabile. Un ministro che non ha fatto il ministro, tant'e' vero che e' andato non piu' di due volte al Ministero delle Poste. Il ministro Tatarella (fascista ndr) si recava giornalmente a largo Brazza' che non e' all'EUR dove si trova il Ministero delle Poste, ma si trova a trecento metri da Montecitorio, utilizzando una sede decentrata del Ministero delle Poste per i suoi affari personali. Quello che doveva essere il Ministro delle Poste ha fatto di tutto persino il mediatore, l'infermiere, meno che il ministro delle poste, delegando tutti quelli che erano i suoi compiti al sottosegretario Marano che odia letteralmente l'emittente sotto un certo livello economico, quelle comunitarie proprio non le vede per niente. ecco questa e' la situazione in cui siamo e in cui ci siamo trovati. Adesso l'attuale Ministro delle Poste, Agostino Gambino, e' un chiaramente filoberlusconiano, fu uno dei tre "saggi", nominato dal cavalier Berlusconi. Mi pare di aver capito che Radio Onda d'Urto abbia difficolta' con il Circostel di Milano che e' l'organo decentrato del Ministero delle Poste. Ebbene mentre abbiamo visto un caso di interpretazione della legge a favore di un grosso privato, Rete Nord di Padova, che a potuto installare non uno o due ponti radio, quanti ne servirebbero a Radio Onda d'Urto, ma una miriade di ponti radio. Considerato che la nostra associazione fa parte di quel ristretto numero di associazioni accreditate presso il Ministero delle Poste, sfrutteremo le assemblee indette dal Ministero delle Poste per citare questo gravissimo problema, e capire per quale motivo ai grandi imprenditori si permette di fare tutto mentre alle emittenti specie quelle comunitarie si cerca di tagliare le gambe in partenza. D - Ricordiamo ai nostri ascoltatori che Antonio Marano, sottosegretario leghista del precedente governo e' stato invischiato nelle questione dello scambio delle frequenze televisive tra Telepiu'2 e Rete55 di cui era proprietario. Questo per dare l'idea di chi era. Senti quello a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e' stato la disgregazione di un tessuto di piccole emittenti locali che, per una serie di vincoli, sono state messe nella condizione di chiudere o sono state acquisite da grossi network con il conseguente impoverimento dell'informazione sociale ecc. Ma cosa prevede la legge Mammi' per le emittenti comunitarie? Quel'e' la tutela ? R - Tutele direi che non ce ne sono. Si e' disposto la legge in modo tale che le radio comunitarie avessero la vita talmente difficile da cedere le armi. In peimo luogo si sono destinate appena il 25% delle frequenze disponibili. Ora uno Stato che invece di privilegiare le emittenti comunitarie, che solitamente si occupano di situazioni che riguardano direttamente i cittadini, le penalizza assegnando loro solo il 25% delle frequenze, riservando 75% alle emittenti commerciali significa che concepisce l'etere come un'enorme bottega dove si e' li' per concludere dei buoni affari, che in definitiva sono estranei alla vita dei cittadini. Poi le emittenti comunitarie sono state gravate particolarmente da una norma che le ha fatte sparire quasi completamente ed e' questa: (immaginate la cattiveria con cui quel Davide Giacalone e le associazione tipo SRT, che e' il sindacato berlusconiano e i suoi tirapiedi che sono altre piccole associazioni, hanno escogitato) hanno vincolato l'esistenza di un emittente comunitaria all'autoproduzione dei programmi per il 50% del tempo delle ore di trasmissione che va dalle ore 7.00 alle ore 20.00. Ora io immagino che Radio Onda D'urto potra' anche superare, in certi giorni questo 50% che si traduce in 5/6 ore giornaliere di autoproduzione, voglio pensarlo, ma in certi momenti dell'anno, per esempio d'estate, questa autoproduzione risulta gia' sproporzionata per Radio Onda D'urto, che e' piuttosto ben organizzata, pensiamo per un'emittente comunitaria di provincia. Qui le stesse persone che conducono la radio trovano difficile realizzare una due ore al giorno di autoproduzione, perche' in un piccolo centro che si fa trasmettere? In quale modo si puo' realizzare un programma dal momento che la legge non considera programmi autoprodotti la trasmissione di musica intervallata da interventi del conduttore. Autoproduzione e' quella che fanno certe emittenti nazionali opportunamente sovvenzionate, tipo radio Radicale, allora quelli superano addirittura il 50% delle trasmissioni, ma le piccole radio di provincia ovviamente non potendo tenere il ritmo non hanno potuto fare altro che chiudere. D - Smaschera una piccola bugia, quella sui referendum. E' partita questa raccolta di firme per l'abrograzione di alcuni articoli della Legge Mammi', promossa da una serie di associazioni anche della sinistra. Puoi spiegarci un po' meglio che cosa succederebbe se in realta' se questi referendum venissero approvati. Perche' sia noi come Radio Onda d'Urto che voi, come Coordinamento Nuove Antenne, non avete dato un grosso appoggio a questa campagna ritenendola inadeguata rispetto alle problematiche che oggi investono il settore radiofonico.

R - Devo dire che come associazione riceviamo quotidianamente e costantemente telefonate da tutta italia da emittenti i cui poroprietari sono convinti che i referendum finalmente distriggeranno la giustamente odiata legge mammi' e noi continuamo a ripetere le stesse cose: guardate che non si e' chiesta l'abolizione della Legge Mammi' in toto. Se andiamo a leggere tutto il testo della Mammi' ci accorgiamo che sono un gran numero di articoli in tutto 41 e ci accorgiamo che le norme di cui si chiede la cancellazione si riducono a poche righe che non interessano assolutamente le emittenti locali, tanto meno le comunitarie, tanto meno le televisioni locali.
Si chiede semplicemente cio' che la Corte Costituzionale ha gia' affermato: che un soggetto non puo' possedere tre reti televisive, e qualcosa sulle norme sulla pubblicita', tutto si riduce a ben poca cosa. Noi inizialmente, (e tutt'ora, perche' quando ci sono delle iniziative conviene comunque sostenerle) facevamo parte in modo attivo di questo comitato dei referendum) abbiamo per prima cosa chiesto la cancellazione dell'intera Legge Mammi e mi e' stato risposto: si', ma esisterebbe un periodo transitorio dove non esistendo una legge i privati che hanno i soldi da spendere potrebbero ancora una volta padroneggiare. Noi abbiamo manifestato i nostri dubbi perche' piu' di quanto e' avvenuto, anche in mancanza di una legge, non potrebbe certamente verificarsi. Abbiamo anche accettato la tendenza generale a non chiedere l'abrograzione dell'intera Legge Mammi', ma abbiamo chiesto di abrogare quei punti qualificanti che rendono la vita impossibile alle emittenti locali, che sono: oneri di carattere burocratico, economico di altro genere, ed inoltre cercando di orientare l'etere attraverso una ripartizione 50% verso le emittenti comunitarie e il rimanente 50% verso le emittenti commerciali, non 25% contro 75%.
Ci e' stato detto dalla maggioranza dei componenti del comitato che la questione doveva rapportarsi a fatti di carattere nazionale, a fatti di vertice, cercare di impedire al singolo privato di detenere piu' di quanto logica volesse.... Perfettamente d'accordo su questa tesi, ma non e' stato possibile far passare nient'altro, allora e' stato deciso di concentrare tutti gli sforzi sull'abrograzione di questi tre articoli della Legge Mammi' (che poi sono addirittura tre parti di articoli) e da quel momento abbiamo perso ogni entusiasmo anche se abbiamo invitato i nostri iscritti a partecipare alla raccolta di firme. Ripeto ancora che quando si tratta di un'iniziativa in corso, se anche produce appena un 5% rispetto a quello che avrebbe potuto essere un 90%, va sostenuta lo stesso.
Ma non c'e' da aspettarsi gran che', gli ascoltatori non devono certo pensare che con l'abrograzione di queste parti della Mammi' si risolva il problema. Piuttosto vedremo come procedera' questo governo, formato da un presidente del consigio identificato a suo tempo e nominato dallo stesso Silvio Berlusconi. Per come si sono formate le gerarchie dello stato in questo settore, c'e' da stare poco allegri.
Ma comunque si e' verificato anche un fatto importante, la nomina di un comitato ristretto nominato dalla Pivetti che ha esautorato la settima commissione cultura. Questo comitato e' stato nominato quando era ancora presidente Berlusconidella Camera. Sembra che ci sia l'intenzione di operare maggiormente in profondita', ma c'e' da diffidare di fronte a questi paliativi, la tendenza e' quella di privilegiare i grossi gruppi editoriali e, ripeto, mi pare che la sostanza non cambi se si da' la tv ad altri due privati, omogenei sul piano dei capitali con la possibilita di farsi concorrenza tra di loro.
Noi cercheremo come associazione di produrre degli emendamenti, una proposta di legge in cui le emittenti comunitarie possono svolgere la loro attivita', ne possono nascere tante in italia, rinascere quelle che hanno chiuso. Visto che in italia ci sono 8.000 paesi le frequenze esistono in gran numero.
Ci sono delle localita' dove non operano emittenti, esiste un'intera gamma libera di modulazione di frequenza o in canali televisivi. Un discorso analogo deve essere infatti fatto per le emittenti televisive locali, dove non ci sono problemi di frequenze. Allora non si vede per quale motivo un gruppo culturale un'associazione o una cooperativa non possa localmente aprire una radio o aprire una televisione, per poi collegarsi determinate ore del gorno in rete ed effettuare sul piano nazionale finalmente quella informazione alternativa diversa da quella dei detentori del capitale.
Noi vogliamo quantomeno avere una voce alternativa in capitolo, opereremo in tutti i modi possibili per evitare che la concentrazione si compia. Ci batteremo perche' la Legge Mammi' in particolare o quelle che saranno le leggi non compiano la loro nefasta opera cioe' di dare sostanzialmente ad una sola classe la possibilita' di esprimersi.

D - Una domanda la vogliamo fare sulla questione del processo, ci sono 8 compagni che saranno processati il 22 marzo per turbativa dell'industria e del commercio e violazione della Legge Mammi'. A fronte di un'esperienza quale la nascita di Radio Onda Diretta di cui tu sicuramente ti ricorderai. Onda Diretta era la radio che trasmetteva illegalmente dal Centro Sociale Leoncavallo e da li' ha trasmesso per un anno e mezzo fino al momento dello sgombero, nonostante fosse un'esperienza estremamente limitata perche' la recezione del nostro segnale era unicamente possibile nell'area immediatamente circostante il centro, nonostante questo aveva una valenza fortemente simbolica proprio come battaglia contro la legge mammi' e contro l'impossibilita' di tutti quei soggetti collettivi che erano in radio , l'impossibilita' ad aprire nuove emittenti. Ecco ora questi compagni saranno processati. Volevamo chiederti se tu sei a conoscenza di altri tipi di procedimenti simili da una parte e dall'altra vorremo anche sapere sulla base della tua esperienza qual'e il rischio che corrono questi imputati che hanno come unica colpa quella di essere stati individuati come responsabili dell'accensione di una radio dopo l'agosto del 90 e quindi dopo la famigerata Legge Mammi' di cui abbiamo ampiamente parlato nella prima parte della trasmissione. R- Io credo che colpe non ce ne siano, lo stesso giudizio che posso dare personalmente lo possono dare anche gli ascoltatori. Nell'etere ne hanno fatte di tutti i colori, la stessa Fininvest e' nata tra un abuso e l'altro ha violato l'articolo 195 del codice postale in modo palese, non era possibile istallare ponti radio e la fininvest li ha installati, non solo la fininvest ma anche altri hanno forzato la situazione.
Denuncie non mi risulta ce ne siano state e se c'e' stata l'anno archiviata frettolosamente. La Fininvert, come noi abbiamo documentato piu' di una volta, ha commesso illegalita di ogni genere. Personalmente e anche con altri appartenenti al CONNA siamo andati sui principali monti italiani, dal monte pellegrino di palermo in val cava li nella vostra zona sopra bergamo. Abbiamo documentato con delle fotografie i tagli di monti immacolati per costruire strade e portare in vetta le attrezzature di trasmissioni megagalattiche, quando le emittenti locali invece si accontentavano di tralicci fatiscenti. La Fininvest e' colpevole di aver gettato cemento armato a piu' non posso.
Dico questo agli ascoltatori: non parlo tanto di Val Cava, anche se si sono stati commessi abusi grossolani, parlero' di monte pellegrino a palermo.
E' noto a tutti quanto la speculazione edilizia abbia stravolto la citta' di palermo, ma si era salvato il monte pellegrino, cioe' il monte che sovrasta palermo. Ebbene e' rimasto privo di abitazioni, non ci sono case, non ci sono villette, e chissa' le pressioni che ci sono state per costruire una casa sul monte pellegrino dove in cima c'e' il santuario di santarosalia ed il monte e' considerato sacro. Ebbene l'unica gettata di cemento armato con tralicci megagalattici istallati in vetta e' quella della fininvest e nessun giudice nessun pretore si e' mai occupato della cosa e se anche lo hanno fatto non ci risulta che siano state emesse condanne.
Quindi a fronte di una serie di abusi che per elencarli dovremo farlo in ordine alfabetico e stampare una sorta di dizionario degli abusi. Invece vanno a perseguire dei cittadini che hanno semplicemente esercitato il diritto sancito dall'articolo 21 della costituzione italiana. Hanno cercato di esprimersi e per farlo si sono guardati intorno hanno detto l'epoca del ciclostile e' tramontata e cosa c'e' oggi per farsi sentire piu' adeguato al nostro tempo, c'e' la radio, la televisione, bene impiantiamo una radio o una televisione. E cosi' hanno fatto e si sono trovati improvvisamente ad esere denunciati, da chi?
Da una legge inventata da Davide Giacalone, una legge operante dello Stato. Bisogna anche tenere presente che Davide Giacalone e' stato arrestato e' tutt'ora inquisito, e noi dobbiamo rispettare una legge di questo tipo? Ma quale sara' il giudice che ha il coraggio di condannare sapendo come nata questa legge e che cosa significa.
Be' io penso che fare un commento al di la' di queste considerazioni sia superfluo, li' i casi devono essere non una ma dieci volte archiviati. Nessuno e' colpevole. Ognuno degli inquisiti ha esercitato un dirito costituzionale. Che poi la radio avesse sede presso il Leoncavllo, non ha importanza come nell'ultimo,, piu' piccolo paese italiano. I cittadni, laddove esistono frequenze, dove esistono spazi devono poter esprimersi attraverso i moderni mezzi radio televisivi.
Per quanto riguarda Milano questo 25% di frequenze disponibili per le emittenti comunitarie, avrebbe permesso alla radio del Leoncavallo non di acquistare, ma di pretendere una frequenza riapetto al 25 %. Ma se noi andiamo a vedere su Milano, esclusa Radio Radicale, o poche altre dove' questo 25 % ?.
Questo e' un motivo che gli avvocati dovranno far valere, dove' il 25 % delle frequenze che la stessa legge Mammi', sia pur fatta da Giacalone e da Mammi', prevedeva??. Acquistare una frequenza per potersi esprimere, e' giusto, e' logico, tutto cio'??
Mi pare che le considerazioni che faccio io possano farle tutti gli ascoltatori, non tanto alla luce di una legge fatta da un inquisito, arrestato e da Mammi' che era il suo capo. Ma alla luce del buon senso, dei diritti che la costituzione ci assicura, sono diritti che non dobbiamo ne perdere ne dimenticare.