Fra l'8 e il 10 luglio a Napoli
si riuniscono i governanti
dei 7 paesi piu' industrializzati

Vari appelli sono stati fatti affinche' sia possibile e praticabile una manifestazione la piu' ampia possibile contro il vertice, anche se sappiamo benissimo che l'incontro e' semplicemente un evento spettacolare, atto a mostrare, in tempi "di ripresa", la concordia e la forza delle potenze che hanno stabilito il dominio economico, politico, militare e culturale sul mondo, cancellando qualsiasi velleita' di autonomia ed indipendenza.

Altri sono i meccanismi e l'organizzazione operanti ogni giorno, ogni ora, ogni minuto nel Sud come nel Nord del mondo per reprimere e schiacciare qualsiasi tipo di opposizione oppure per incalanarla in logiche di compatibilita' con il sistema complessivo, per sfruttare e spogliare di risorse intere aree DEL pianeta garantendo sempre maggiori profitti.

Dalle politiche economiche di ricatto del Fondo Monetario Internazionale o della Banca Mondiale, alle operazioni di polizia internazionale in nome dell'umanita' e della civilta' (occidentali beninteso), dallo sfruttamento bieco e incessante delle grandi multinazionali, alla trasformazione di immensi territori del Sud in pattumiere del mondo sviluppato. Fino alle politiche dei vari governi occidentali, con le loro clientele e i rapporti privilegiati con le autorita' dei paesi meno sviluppati o con i sub-imperialismi locali. Lo sfruttamento imperialista nei confronti dei paesi del Sud ha ovviamente molto a che fare con le politiche economiche portate oggi avanti all'interno dei paesi a capitalismo avanzato. La produzione di una serie di beni o di servizi si va spostando progressivamente verso paesi a sviluppo intermedio (Sud-Est asiatico, Messico, Cina, paesi dell'Est Europeo), dove il costo del lavoro e' notevolmente piu' basso e dove e' piu' facile reprimere e controllare eventuali opposizioni di classe.

Le ricadute a livello di dinamiche del costo del lavoro e di garanzie dell'occupazione nella nostre sponde sono evidenti: per un sistema divenuto ormai mondiale e' diventato ormai un controsenso che il costo di un'ora di lavoro sia 10 o 20 in Europa e 1 in Corea, se non per produzioni ad alta tecnologia.

La situazione attuale, fatta di tagli dei salari reali, precarizzazione del rapporto di lavoro, disoccupazione di massa, repressione e controllo dell'opposizione sociale e politica, taglio della spesa pubblica e dei servizi sociali, e' immediatamente ricollegabile alla oppressione di classe dei paesi in "via di sviluppo" (o in via di arretramento). E' un dato di fatto che complessivamente non solo si allarga il divario fra il reddito dei paesi ricchi e dei paesi poveri ma che si allarga anche la forbice fra profitto e salario in tutte le aree, industrializzate o meno.

I 7 grandi a Napoli non faranno altro che prendere atto, cosi' come hanno fatto in precedenti occasioni, che la disoccupazione e' un dato strutturale, ripetendo come un disco rotto cio' che ormai i luminari della sinistra liberal-democratica-progressista-sindacale ecc. ci vanno ripetendo da un po' di tempo : "dobbiamo abituarci a cambiare lavoro anche 7 o 8 volte nell'arco della vita e ad affrontare lunghi periodi di disoccupazione", e non solo: continueranno a ripeterci che solo con ulteriori e piu' accellerati sviluppi della tecnologia, della formazione e della flessibilita' si potranno creare nuovi posti di lavoro (precari).

Lo stesso che dire, rispetto ai paesi "in via di sviluppo", di accettare l'aiuto interessato di FMI e Banca Mondiale, per industrializzare il paese allo scopo di aumentare il livello di vita della popolazione.

Risultato: maggiore tecnologia non significa piu' maggiore occupazione ma casomai il contrario; maggiore sviluppo dell'industria e del commercio per la maggiorparte dei paesi del terzo mondo ma anche per l'Est europeo ha portato enorme ricchezza per pochi e peggioramento delle condizioni di vita per la maggioranza. E qualcuno parla ancora di morte delle ideologie? Questa e' ideologia allo stato puro, la speranza demente che questo modo di produzione riesca a garantire, con la sua incessante evoluzione, benessere per tutti.

Che fare?

Noi riteniamo che non ci si possa piu' limitare alla critica e alla "lotta contro...", ma che bisogna individuare DENTRO le dinamiche del capitale quei percorsi che ci possono portare OLTRE questo modo di produzione e i suoi rapporti di sfruttamento.

In estrema sintesi: c'e' chi promette 1.000.000 di posti di lavoro e vince le elezioni perche' sa proporre progetto e utopia; noi abbiamo la capacita' di proporre un'altra utopia? Un progetto di riduzione dell'orario di lavoro che non significhi maggiore sfruttamento, di liberazione della vita, di reddito sganciato dalla produzione, di garanzia normativa e salariale di determinate condizioni della forza-lavoro, di evoluzione di lavori socialmente utili per la proposizione di un ALTRO sviluppo?

Di fronte alle progettualita' dei padroni dell'economia e della politica internazionale e nazionale l'opposizione sociale e politica, e' inutile dirlo, e' invisibile, impacciata, ondivaga, lacerata. I padroni decidono, sanno perfettamente quello che fanno, chi sono i nemici e chi sono gli amici, impongono il loro sistema di valori e dominano il politico.

La cosidetta sinistra non vuole o non sa porsi sul terreno dei rapporti di forza a livello locale come a livello internazionale, non sa nemmeno distinguere quali siano gli alleati e quali i nemici, non sa appliocare capacita' di decisione, non vuole prendersi le sue responsabilita' con la dovuta intelligenza, non vuole piu' rischiare.

Il 9 LUGLIO A NAPOLI e' stata convocata una MANIFESTAZIONE NAZIONALE contro i padroni del pianeta. Lo spettacolo secondo le autorita' cittadine e il Governo si deve svolgere nel massimo ordine: sono vietate tutte le manifestazioni.

Noi vogliamo esserci lo stesso, cosi' come gli altri centri sociali e le forze dell'autorganizzazione sociale e nei luoghi di lavoro, senza dimenticare ovviamente i disoccupati organizzati di mezza Italia.

Questo divieto bisogna avere la forza di romperlo e di farlo diventare un boomerang che colpisca chi lo ha decretato. La "sinistra" sapra' una volta tanto prendere una posizione netta e precisa e riprendersi il diritto alla parola? Riprendersi la sue responsabilita'?

C.S.LEONCAVALLO
COMITATO LAVORATORI E DISOCCUPATI AUTORGANIZZATI