Viganello, 1 luglio 1997

COMUNICATO SULLA MANIFESTAZIONE DEL 29 GIUGNO 1997 C.S.O.A. IL MOLINO

L'atteggiamento delle autorità comunali di Lugano nei confronti della manifestazione " Uniti nella diversità " di domenica dimostra, ancora una volta, che la libertà e i diritti democratici sono costantemente messi in discussione. Il Municipio di Lugano ha infatti negato per l'ennesima volta l'accesso a Piazza Riforma adducendo quale motivo la presenza dei " gruppi giovanili " (intendendo, con questa espressione ipocrita, la realtà dei Molini). La ragione che ha spinto il Municipio di Lugano a negare la nostra presenza in Piazza Riforma è certamente di ordine ideologico ; in particolare il potere esecutivo della città di Lugano non ci riconosce il diritto di manifestare per l'uguaglianza e la solidarietà e di criticare il potere politico ed economico.

Per quanto concerne il momento di tensione venutosi a creare dopo la chiusura ufficiale della manifestazione, precisiamo quanto segue :

la polizia, presentandosi in tenuta anti-sommossa, quale esecutrice di un ordine politico, ha provveduto a transennare ogni accesso a Piazza Riforma ; i manifestanti si sono opposti rimuovendo le transenne perché hanno ritenuto assolutamente inac-cettabile che la piazza simbolo della città venisse ridotta a spazio privato, a " salotto buono " da esibire ai turisti, ai facoltosi clienti dei caffè ed ai " beneficiari " del segreto bancario. L'assemblea si rammarica per il ritardo con cui è stata presa la decisione di permettere il pubblico accesso alla piazza. La nostra pacifica presenza in Piazza Riforma ha poi dimostrato, una volta di più, che gli autogestiti non hanno la volontà di creare alcun problema di ordine pubblico.

La ritirata della polizia, che rappresenta uno smacco subito dalle autorità, ha dato però inizio alla ritorsione concretizzata in cinque fermi completamente arbitrari.

A mo' di esempio citiamo il caso di una persona fermata senza neanche aver partecipato alla manifestazione ed all'uso immotivato di manette. Aggiungiamo a ciò che i fermi si sono protratti fino a sei ore, che sono avvenute minacce di arresto al limite del ridicolo - tant'è vero non convalidate successivamente - e di divieto d'entrata in Svizzera, anch'esse assolutamente non comprovabili.

Uno dei fermati ha già dato incarico ad un legale di sporgere denuncia per abuso di autorità contro i responsabili del fermo stesso. Del resto non è la prima volta che avvengono abusi di questo genere ai danni di militanti di realtà autogestite del Ticino.

Non a caso anche Amnesty International ha denunciato la Polizia del Canton Ticino colpevole di vari casi di abuso di potere e di violenze.

Nonostante questi fatti, l'assemblea del centro sociale ribadisce il rifiuto all'inasprirsi di questa spirale di tensione, come è dimostrato dall'annullamento della manifesta-zione prevista il 13 giugno e dall'aver sottoscritto il per noi difficile compromesso del trasferimento temporaneo al Maglio. Riteniamo che invece le forze dell'ordine stiano perseguendo un progetto pericoloso di innalzamento del clima di tensione e perciò richiamiamo l'attenzione del Consigliere di Stato Alex Pedrazzini ad una maggior vigilanza per il rispetto dei diritti civili e politici di tutte le persone.

L'assemblea C.S.O.A Il Molino