20 febbraio 1999 
LIBERTÀ PER ÖCALAN
LIBERTÀ PER IL POPOLO CURDO
Manifestazione pubblica
BELLINZONA
SABATO 27 FEBBRAIO
ore 15.00
(ritrovo stazione FFS)
 

In questi giorni si sta consumando un dramma tragicamente annunciato per il popolo curdo. Gli attuali governi europei, decidendo di sacrificare Abdullah Ocalan, e con lui, i diritti inalienabili di 30 milioni di uomini e donne curdi, hanno dimostrato ancora una volta la propria incapacità di promuovere processi di pace, ignorando precise norme di giustizia e di umanità.

Nulla sembrano contare i 37'000 militanti curdi morti ammazzati dall’esercito turco in 13 anni di guerra, gli oltre 6 milioni di curdi, profughi interni, deportati con la violenza dal sud-est della Turchia e la rottura sistematicamente praticata dalle forze di sicurezza (documentata da osservatori internazionale). Turchia si possono mettere in galera rappresentanti di organizzazione per la difesa dei diritti umani (Akin Birdal), si possono prendere condanne fino 15 anni di carcere per aver parlato la lingua curda in parlamento (la parlamentare Leyla Zana), si può finire in carcere anche solo per aver dichiarato pubblicamente che in Turchia i Curdi esistono (il sociologo Ismaiel Besikci).
In tanto, il 17 febbraio, 3’000-4'000 soldati hanno nuovamente invaso il nord dell’Iraq con veicoli blindati per un offensiva contro postazioni curde mentre contemporaneamente, nel paese, venivano arrestati centinaia di militanti del partito filocurdo, legale, Hadep.

A prevalere sono, ancora una volta, i grandi interessi geopolitici ed economici. Gli Stati Uniti, mentre continuano i massacri di militari e civili in Iraq, sono riusciti ad imporre la propria volontà di potenza agli alleati di sempre, sfruttando e rafforzando il legame politico-militare con la Turchia ed Israele. La miope logica mercantile di un pugno di imprenditori europei ha potuto cancellare le speranze di migliaia di cittadini.
Italia e Germania potranno così continuare i propri scambi commerciali (anche di armi...) con la Turchia, di cui, non a caso, sono i primi due partner commerciali nell’UE. Anche numerose imprese Svizzere (ABB, Surzer, UBS, ...) potranno portare avanti in Turchia le proprie joint ventures, come il mega-progetto Gap, un programma di irrigazione e produzione di energia in Kurdistan che avrà conseguenze ambientali e sanitarie disastrose (Dichiarazione di Berna) per almeno 20'000 abitanti curdi della zona.
 
È indispensabile che i governi ed i parlamenti cantonali, attraverso il Consiglio Federale, si facciano promotori di iniziative atte a garantire l’incolumità fisica ed il rispetto  dei diritti umani per Abdullah Ocalan.

Tutte le forze democratiche che credono nella necessità di costruire una Unione Europea fondata sui diritti sociali e politici dei lavoratori e dei cittadini devono premere affinché si apra immediatamente un negoziato internazionale sul Kurdistan.

Non possiamo più permettere al governo turco di continuare a violare i più elementari diritti umani. La lotta non può che continuare: anche questa sporca guerra deve finire!