Approfondimento                                                        3


LE FALSE ELEZIONIFoto elezioni.gif (226057 byte)

Nel week-end tra il 16 e il 18 aprile 1999, in Ticino ci sarà il rinnovo dell’esecutivo e del legislativo cantonale. Si andrà quindi di nuovo a votare come ogni quattro anni. Ancora una volta andiamo a delegare i nostri bisogni e le nostre libertà a degli uomini politici.

Non si può rinunciare, in un momento come quello attuale, a riflessioni sul mondo politico, sulle decisioni che prende,su quale posizione assume di fronte al nuovo ordine mondiale (quello avuto con l’avvento del neoliberismo),sulle strategie per "rimediare" di fronte all’aumento della povertà, della disoccupazione, dello sfruttamento e della repressione (interessante notare come ad un aumento della povertà corrisponda un aumento della repressione da parte delle forze dell’ordine). Sono davvero rappresen-tative le elezioni, sono ancora espressione popolare? Il politico rappresenta ancora l’elettorato o solo se stesso e i propri gruppi d’interesse?

Per cominciare è abbastanza evidente che la partecipazione della popolazione svizzera ma in particolare quella ticinese alle votazioni è molto bassa.

Senza necessariamente voler fare un’analisi dell’assenteismo, è per lo più evidente che il voto come strumento politico decisionale stia perdendo il proprio valore rap-presentativo.

In sostanza attualmente le istituzioni cantonali sono rappresentative di ... nessuno o meglio del mondo economico che si serve della politica per legittimare il proprio strapotere.

Ci dicono che non vi è nulla da fare, che il mondo va così e non si può cambiare siamo costretti a subire le ragioni delle grandi potenze economiche mondiali, Stati Uniti in testa, e della politica neoliberista ma in realtà mentono poiché questa è una scelta.

Da destra a sinistra ci dicono quindi come dobbiamo vivere, come dobbiamo com-portarci, cosa possiamo e non possiamo fare.

Ci promettono soluzioni alla crisi, più libertà, più soldi, benessere, parlano del ceto medio, non dei proletari sfruttati e dei padroni sfruttatori comunicano dati manipolati sulla disoccupazione per evitare malcontenti, perché ?

Circa il 30% della popolazione svizzera, circa il 40% in Ticino, sta al limite o sotto il limite della soglia di povertà fissato a 2400 fr mensili per persona; ci sono più o meno 200.000 persone alla ricerca di un lavoro molte altre che fanno riferimento all’as-sistenza con un conseguente peggioramento della qualità di vita.

Swisscom, UBS (nel ’97), Novartis, Nestlè, la Mikron di Agno (dove sembrava vi fosse una crisi congiunturale e dove vi furono parecchi licenziamenti tra cui l’amico e compagno Bill Arrigoni) nel frattempo annunciano utili record o comunque aumenti considerevoli del proprio giro d’affari.

E’ evidente la mancata distribuzione della ricchezza.

Perché ?

E’ inoltre evidente lo strettissimo rapporto instauratosi soprattutto negli ultimi anni tra mondo politico ed economia, più speci-ficatamente una (con)fusione tra ruolo di uomo/donna politico e ruolo di rap-presentante di un consiglio d’ammi-nistrazione.

Ecco quindi che la lotta politica creatasi in Parlamento non va a beneficio della popolazione ma ai gruppi d’interesse, i consigli d’amministrazione rappresentati appunto dai parlamentari.

Prendiamo un’esempio per chiarire meglio: il Sig. Giorgio Giudici è sindaco di Lugano da più legislature (municipale da vent’anni di una città importante per la regione, punto di contatto tra nord e sud dell’Europa, terza piazza finanziaria della Svizzera, ...), oltre a ciò è anche presidente del Consiglio d’amministrazione della Kursaal SA, presente nel CdA dell’Università della Svizzera Italiana (che tra l’altro si identifica dal resto degli atenei svizzeri per non essere del tutto popolare dal punto di vista partecipativo, vedi tasse d’iscrizione), presente nel CdA della Mabetex (indagata per tangenti in Svizzera e in Russia oltre che per avere stretti rapporti con la mafia russa) e tante altre ancora.

E’ chiaro e pure logico che il mondo della politica e il mondo dell’economia devono camminare di pari passo per poter funzionare al meglio. L’economia ha bisogno della politica per porre delle basi legali ad attività illecite.

Cosa pensare quindi se non che i giochi politici dei partiti tendono solo al mantenimento del potere politico ed economico.

Cosa ci dimostra il contrario ?

Niente.

La convinzione comune per cui la politica è garante e al servizio della popolazione è falsa.

I vari settori sociali, gli operai, i contadini, le donne, gli sfruttati, gli stranieri, i commercianti, coloro che quindi com-pongono la società civile, non sono rap-presentati in politica.

Cosa dobbiamo votare quindi alle prossime elezioni ?

Siamo contrari ad ogni logica di profitto-potere a qualunque tipo di sfruttamento e a qualunque tipo di sistema politico atto al mantenimento di questa società.

I Centri Sociali devono rappresentare luogo di ricomposizione sociale, di lotta, di aggregazione e di autoorganizzazione delle minoranze sociali, degli emarginati e degli operai.

Autogestione e Autoorganizzazione ecco il nostro programma politico, il coinvol-gimento e la partecipazione delle masse, degli individui, il riappropriarsi delle proprie vite, vedere finalmente un giorno quartieri, città, intere regioni autogestirsi senza alcuna delega.

E’ evidente che il cambio della guardia nella stanza dei bottoni può influenzare anche il futuro del Centro Sociale Il Molino. Il governo attuale ha chiuso le trattative in vista delle nuove elezioni; una svolta più a destra del governo ticinese potrebbe far precipitare velocemente i rapporti fin qui avuti con il rischio di un nuovo rialzo della tensione oltre che, se in caso di sgombero, ad un inevitabile scontro di piazza.

D’altro canto la presenza in governo della sinistra non ci garantisce piena tranquillità. Ancora troppi fossati infatti ci dividono con il Partito Socialista reo di attuare la politica del meno peggio piuttosto che cercare di contrastare il più possibile lo sfruttamento imposto dal capitalismo alla popolazione.

Il 18 aprile non boicottare questo o quel partito ma l’intero sistema di potere.Se vogliono fregarti non essere tu a legittimarli a farlo. Vota scheda bianca.