CAPITOLO 7°

Nello stato spagnolo...

In pratica la distruzione della rivista The Ecologist e la negazione della sua distribuzione è un'attentato alla libertà di espressione e dimostra il potere delle grandi multinazionali per far tacere le voci critiche.
Per NODO 50 ed Ecologistas en Accion (i promotori di questo documento, che si trovano in Spagna) la faccenda è sembrata così importante da organizzare una edizione in castigliano della rivista oggetto della polemica e pubblicarla sulla rete.
L'accaduto situa nei giusti termini la controversia tra le multinazionali agrochimiche (ora riconvertite così da chiamarsi eufemisticamente "scienze della vita") e i gruppi sociali più coscienti (che le megacompagnie hanno la faccia tosta di tentare di discreditare come "multinazionali dell'ecologismo"): un duello tra Golia e David, in cui si vorrebbe che David stesse per terra e con una mano legata dietro la schiena (perché la demagogia è  scienza solo quando parlano Monsanto e le altre megacompagnie).
Le organizzazioni che si sono accordatesi per tentare di rimediare parzialmente all'ingiustizia commessa contro the Ecologist possono avere opinioni diverse sulle nuove biotecnologie. Però siamo tutti d'accordo che oggi mancano le condizioni sia per un uso sicuro delle nuove biotecnologie sia per un dibattito ampio, democratico e razionale al riguardo: dibattito la  cui necessità invocano ipocritamente quelli che -come Monsanto- allo stesso tempo fanno il possibile per impedirlo.

Nel prossimo capitolo la lista delle associazioni promotrici

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