Colori
ribelli .
Rapidi
appunti sulle diverse componenti internazionali del movimento antiglobal.
Luglio 2001
Con l'organizzazione
del primo controvertice del movimento antiglobalizzazione il 1999 a Seattle,
negli Stati Uniti, moltissime associazioni, collettivi, sindacati, partiti
di sinistra, si sono mobilitati insieme, dando un "obiettivo generale"
ad una serie di lotte parziali condotte da ogni associazione o gruppo nel
proprio territorio. Dopo le manifestazioni
si Seattle, ci sono state le mobilitazioni di Praga, di Puerto Alegre, di
Quebec City, di Nizza, di Napoli, di Gotenborg, solo per citarne alcune. Da Praga
in poi, le varie anime che compongono la galassia antiglobalizzazione, prendono
atto delle differenze esistenti al suo interno, soprattutto nell'atteggiamento
in piazza, ma non solo, si sono date anche degli strumenti per riconoscersi
e dialogare. Oltre alle sigle che indicano i vari coordinamenti delle realtà
presenti, vengono usati anche dei riferimenti che hanno per oggetto i colori.
Il "Blocco Rosa", il "Blocco Giallo", il "Blocco
Blu", il "Blocco Nero", il "Blocco Rosso". Ma quali
"identità" rappresentano questi colori? Andiamo a vedere
piò da vicino. BLOCCO ROSA.
Potremmo identificarlo in Italia con la Rete
Lilliput. Comprende moltissime associazioni nate dal volonariato e dalle
esperienze del commercio equo e solidale, tra gli altri COnsumatori
COnsapevoli RIciclanti COmpatibili, Cooperazione Terzo Mondo, Nigrizia, Manitese, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Rete Radie Resch, WWF-ITALIA, Associazione Botteghe del Mondo, Bilanci di Giustizia, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ecc. Un sito che "fiancheggia"
quest'area: Unimondo. BLOCCO GIALLO.
Possiamo identificarlo in Italia con il movimento delle Tute Bianche. Il Leoncavallo di Milano ha fatto scuola e molte associazioni
Ya Basta sono sorte in giro per il mondo, ed insieme a queste
sono apparse le tute bianche in molte manifestazioni. Le tute bianche dicono
che è necessario forzare i blocchi delle città che vengono imposti,
anche se occorre farlo in modo non violento, e "protetto", attraverso
le tute bianche appunto, e poi da imbottiture, scudi, caschi, maschere antigas.
E' formato da diversi centri sociali, soprattutto del Nord
Est, da una parte dell'area anarchica, ed ha le simpatie di una parte
dei Giovani Comunisti. BLOCCO BLU.
In Italia può essere identificato con il Network per i diritti globali. E' il coordinamento che comprende
in Italia la Confederazione
Cobas, lo SLAI Cobas, molti centri sociali soprattutto del centro
sud, oltre che del nord ovest, alcuni circoli del PRC. E' un blocco che ha
l'obiettivo di porsi in piazza in modo determinato, deciso, il linea teorica,
ad autodifendersi dalla polizia. BLOCCO NERO.
E' un network deciso a contestare soprattutto i simboli del potere e della
ricchezza del capitalismo con azioni esemplari, anche distruttive. In Italia
non è molto presente. BLOCCO ROSSO.
Si è dato il nome anche di "Network
antimperialista". Formato tra gli altri da alcuni gruppi che difendono
Milosevic. Manifesterà per conto proprio il 20 luglio a Genova.
Troviamo in questo "blocco", pur non essendo stati promotori della
Rete Lilliput, anche l'ARCI, le ACLI, la sinistra sindacale, diverse Rsu,
circoli del PRC. Ultimamente si va differenziando un'area di provenienza non
cristiana, più classicamente di sinistra ed esterna alle esperienze
di solidarietà come il commercio equo, ecc. e che si raccoglie intorno
ad ATTAC, un coordinamento mondiale
di sostegno alla Tobin Tax, per una tassazione cioè sui movimenti di
capitale. Sostengono questo progetto Carta, Punto Rosso, il PRC.
A Genova questo settore dà indicazione di manifestare in modo non violento
e di organizzarsi attraverso "gruppi di affinità".