Per comprendere l'EZLN.
Vecchia
e soprattutto nuova strategia dell’EZLN, di Gustavo Castro Soto, CIEPAC,
Centro de Investigaciones Econòmicas y Polìticas de Acciòn
Comunitaria. Traduzione Comitato Maribel. Ottobre 2003.
prima
parte (I/II)
La nuova proposta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha sollevato molte domande ed inquietudini in diversi settori della società. Di nuovo compiamo il tentativo di spiegarla, fin dove possiamo, basandoci sui comunicati del Subcomandante Marcos.
Tenteremo
anche di contestualizzare la proposta in modo che questo possa aiutare a
spiegare la storia che termina con i Caracoles.
Contemporaneamente all'entrata in vigore del Trattato di Libero Commercio
dell'America del Nord (TLCAN) tra Stati Uniti, Canada e Messico, il 1¡ gennaio
1994 apparve sulla scena pubblica l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
(EZLN) nella regione più povera del paese. Lo stato del Chiapas divenne
così il centro dell'attenzione politica del Messico.
In mezzo ai combattimenti tra gli indigeni e l'esercito messicano, la società civile nazionale si mobilitò per chiedere un cessate il fuoco e la ricerca di un'altra via per raggiungere la pace, la democrazia e il riconoscimento dei diritti umani tanto anelati e mai ottenuti dai popoli indigeni.
LA
MEMORIA STORICA
L'esperienza delle frodi elettorali nel paese, la cooptazione dei leader sociali e indigeni e la mancanza di credibilità del Potere Esecutivo, Legislativo e Giudiziario, contagiavano la disillusione di sempre più ampi settori della società. I successivi governi non si erano mai preoccupati di riconoscere i diritti dei popoli indigeni. Il barlume di speranza generato dalla sconfitta del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) al potere per 70 anni, svanì. Il Partito di Azione Nazionale (PAN) arriva al potere nel 2000 con il presidente Vicente Fox e con lui la continuità della strategia politica ed economica neoliberista. La disoccupazione e l'emigrazione dalla campagna alla città si acuirono talmente che la povertà oggi raggiunge circa il 60% della popolazione messicana. Curiosamente, nelle elezioni federali per rinnovare i legislatori nel luglio 2003, l'astensionismo elettorale è stato del 60% dei messicani e delle messicane che hanno deciso di non votare.
La
via elettorale
Come in molti altri paesi del mondo, la democrazia rappresentativa raggiunge il suo apice di discredito.
I partiti politici ed il presidenzialismo hanno perso il consenso della popolazione. Il potere Esecutivo continua ad abusare dei "decreti presidenziali" per imporre l'agenda della globalizzazione senza utilizzare gli strumenti e le istituzioni democratiche per realizzare consultazioni o accordi politici con i diversi settori della società.
Le esperienze delle guerriglie di Guatemala, Salvador e Nicaragua forse hanno suggerito all'EZLN di non scegliere la strada di trasformarsi in partito politico, perché forza politica lo è stato fin dalla sua apparizione. Per l'EZLN era anche moralmente impossibile trasformarsi in partito politico perché aveva sempre detto che chi si è preparato per uccidere, non avrebbe potuto condurre il destino della società civile.
Gli insurgentes zapatisti decisero dunque di cercare un'altra strada per la soluzione delle loro richieste.
La via armata
La fine delle guerriglie centroamericane e i processi di pace, favorirono la reazione nazionale e internazionale nel senso che attraverso la violenza armata non si sarebbe arrivati da nessuna parte, sebbene fossero tutti d'accordo sulle ragioni fondamentali della sollevazione: libertà, democrazia, casa, lavoro, giustizia, salute, pace, ecc.
Dopo dieci anni di addestramento come esercito e a pochi giorni dalla sollevazione armata, l'EZLN decide allora di cercare un'altra via, un altro percorso. Ma quale?
Se né la via della democrazia partecipativa ed elettorale e né la via armata erano il percorso, che cos'altro si poteva fare se anche la strada della protesta sociale e politica era stata selvaggiamente repressa ed era costata la vita di leader indigeni e prigionieri politici?
La via del dialogo e del negoziato
La
Quarta opzione fu dunque suggerire la via del dialogo e del negoziato.
Quindi il governo federale si vide obbligato a sedersi allo stesso tavolo
con gli indigeni, cosa che nessun settore sociale o politico non era mai
riuscito ad ottenere fino allora.
Gli zapatisti proposero il tavolo affinché molte sedie fossero presenti per approfittare dell'opportunità di presentare le loro richieste al governo. Operai, contadini, studenti, coloni, produttori e artisti tra molti altri settori della società civile videro aprirsi una finestra per essere ascoltati. Nel 1994 ebbe inizio un vero dialogo nazionale tra il governo federale e la società civile, mettendo da parte le strutture istituzionali, terreno in cui il governo federale avrebbe potuto esercitare più controllo su contenuto, forma e fini dei negoziati.
Origine degli "Aguascalientes"
Nell'agosto del 1994 l'EZLN convoca un incontro con la società civile messicana nella cosiddetta Convenzione Nazionale Democratica (CND) nella comunità indigena di Guadalupe Tepeyac, nella Selva Lacandona. In questa comunità chiapaneca gli zapatisti si affrettano nei preparativi per ricevere più di 6 mila persone di tutti i settori della società civile.
Chiamarono questo spazio "Aguascalientes" con riferimento alla Convenzione Nazionale Rivoluzionaria istituita nello stato di Aguascalientes, che accoglieva le forze ribelli durante la rivoluzione messicana.
Ma adesso si trattava di un incontro rivoluzionario con la società civile democratica.
Dopo la Convenzione Nazionale Democratica (CND), l'esercito messicano tentò con la forza di distruggere quello sforzo di dialogo e incontro che avrebbe rafforzato entrambi i settori. Occupò militarmente il villaggio e gli zapatisti dovettero addentrarsi maggiormente nella selva riuscendo a reinstallare "l'Aguascalientes" nella comunità di La Realidad. Poco tempo dopo l'EZLN inaugurò altri quattro "Aguascalientes" in cui si svolsero diversi incontri con la società civile.
Il governo federale tentò in molti modi di abbandonare il tavolo di dialogo e negoziato per portare la discussione in un ambito che poteva controllare, nel potere Legislativo, nel processo elettorale, sollecitando continuamente l'EZLN a trasformarsi in partito, ad essere una "forza politica", a partecipare alla "democrazia" e a "dialogare" con il governo nello scenario del Congresso dell'Unione.
Con
l'aiuto dell'esercito messicano e dei corpi di polizia, il governo attivò
i gruppi paramilitari che sussistono fino ad oggi, rafforzò ed incrementò
la presenza militare e la violazione dei diritti umani cominciò ad
acuirsi nelle terre indigene. I posti di blocco militari, gli accampamenti
e i posti di controllo aumentarono l'isolamento indigeno, la fame, la povertà,
la cacciata dalle loro terre, l'esclusione e i morti. Ciononostante, gli
indigeni zapatisti non caddero nella provocazione e continuarono nella loro
volontà di dialogo e negoziato ottenendo che, a costo di più
povertà in terre indigene e dopo due anni, il governo federale e
l'EZLN nel febbraio del 1996 firmassero gli Accordi di San Andrés
riferiti al Tavolo I su Diritti e Cultura Indigeni.
Restavano
altri tre tavoli o temi da negoziare prima di firmare in maniera definitiva
la pace ed arrivare alla smobilitazione e al disarmo degli indigeni ribelli.
L'EZLN propose di continuare con i tavoli di dialogo e negoziato fino al
totale compimento degli accordi del primo tavolo. Anche l'esperienza centroamericana
potrebbe aver aiutato l'EZLN a non accettare la sua smobilitazione fino
a che non si fossero compiuti tutti gli accordi.
Eppure, il governo federale non ebbe mai la reale volontà politica
di dialogare né di negoziare e tanto meno di applicare gli accordi
firmati. La comunità indigena di San Andrés non avrebbe più
visto per le sue strade il governo federale e la società che insieme
cercavano la pace.
Cinque
anni dopo, nel 2001, il governo federale elaborò in maniera unilaterale
una proposta di legge indigena che contravveniva gli Accordi di San Andrés
e il Trattato 169 della OIT. Di nuovo lo Stato lanciò una controffensiva
non solo contro i popoli indigeni ma contro tutta la società. I tre
poteri (Esecutivo, Legislativo e Giudiziario) si allearono per approvare
una controriforma che limitava i diritti dei popoli indigeni e la loro autonomia.
Questo processo fu inficiato da anomalie e illegalità. Il governo
risultò screditato di fronte alla nazione per il suo comportamento.
Fu
quindi necessario cercare un'altra strada, una quinta soluzione. Benché
l'EZLN impiegò altri anni per chiarirla pubblicamente, diede inizio
a questo processo fin dal dicembre del 1994 quando informò della
creazione dei Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti.
Per
l'EZLN la classe politica messicana (partiti politici e i poteri Esecutivo,
Legislativo e Giudiziale) aveva tradito "la speranza di milioni di
messicani e migliaia di persone di altri paesi" negando l'applicazione
degli Accordi di San Andrés. Quindi, "L'EZLN ha deciso di sospendere
totalmente qualsiasi contatto con il governo federale messicano ed i partiti
politici".
Con questo è evidente che per gli indigeni il dialogo, i negoziati
o la partecipazione politica elettorale non saranno i meccanismi per riuscire
ad accedere ai diritti umani e, in particolare, ai diritti dei popoli indigeni,
ma che "hanno ratificato di fare della resistenza la loro principale
forma di lotta".
D'altro
canto, l'EZLN ha concordato che "nei territori ribelli saranno applicati"
per le vie di fatto gli Accordi di San Andrés. Sottolineano così
due assi centrali nella loro strategia: Resistenza e Ribellione.
"L'unica
strada che ci hanno lasciato è quella di organizzarci con resistenza
e ribellione", ha affermato il Comandante Tacho. Per il Comandante
David "Con la nostra lotta, resistenza e ribellione desideriamo dare
un piccolo contributo alla lotta più grande contro il neoliberismo
e la globalizzazione della morte che minaccia tutta l'umanità".
Dunque si apre un'altra strada per I popoli indigeni: la via dei fatti.
Mentre
in Perù, Guatemala o Equador assistiamo alle grandi lotte e mobilitazioni
indigene per accedere al potere politico attraverso le istituzioni di governo,
le elezioni, le cosiddette "coalizioni" o l'incidenza nelle politiche
pubbliche, altri hanno scelto di rafforzare la loro ultima trincea, di rivolgersi
in basso, ai piedi, alla terra come base fondamentale dell'autonomia per
germinare dal basso un nuovo cammino. Per l'EZLN la strategia si concentra
"nell'esercitare il nostro diritto nella pratica, quale giusta strada
che devono percorrere i popoli indigeni del Messico".
Senza dimenticare le lotte sociali in ambito nazionale, continentale o mondiale e solidarizzando con queste, l'EZLN lotta localmente pensando globalmente. Se la globalizzazione deve passare per la localizzazione, gli zapatisti hanno deciso di rafforzare il locale di fronte agli attacchi della politica neoliberista. Contemporaneamente, pensando localmente, lottano anche globalmente.
La convocazione lanciata nel 1996 all'Incontro Intercontinentale Per l'Umanità e Contro il Neoliberismo ne è stata la dimostrazione, come la loro presenza nelle mobilitazioni contro la V Riunione Ministeriale dell'organizzazione Mondiale del Commercio di Cancun in Messico.
Rompendo il silenzio, l'EZLN ha definito la sua posizione di fronte ai problemi ed alle sfide presentate dalla globalizzazione, collegando il mondo indigeno ai problemi ed alle lotte mondiali. Gli zapatisti hanno fatto riferimento all'aggressione contro il popolo dell'Iraq, alla sovranità del popolo del Venezuela, alla lotta internazionale contro la guerra e alla resistenza alle politiche di dominio contro i popoli del mondo. Hanno definito questo processo come "l'umiliazione mondiale dei popoli poveri della terra". "La nuova globalizzazione sta applicando la nuova Santa Inquisizione", hanno affermato i comandanti, aggiungendo: "I popoli poveri stanno pagando i propri peccati con armi sofisticate, fabbricate apposta per colpire quelli che si ribellano contro i progetti della globalizzazione".
L'EZLN
si è anche riferito ai trattati di libero commercio, all'OMC e all'Area
di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) come "implementi ed elementi
per l'estinzione del patrimonio di ogni singolo paese, della sovranità
e della cultura".
Questi elementi abbozzati nella loro analisi saranno decisivi per la comprensione
piena della loro strategia che analizzeremo più avanti.
Gli zapatisti hanno fatto riferimento anche alla situazione di Cuba: "Nei Caraibi esiste un popolo che è nel mirino della voglia di conquista mondiale, il popolo di Cuba. A questo popolo vanno la nostra ammirazione ed il nostro rispetto. Piccoli come siamo non possiamo fare nulla. Ma sappiamo bene che i progetti di attaccare l'isola non sono bugie, come non lo è neppure la decisione di questo popolo di resistere e difendersi dalle invasioni straniere".
Riguardo
al popolo degli Stati Uniti l'EZLN ha dichiarato "che si è sollevato
dalle macerie delle Torri Gemelle per opporsi ad una guerra intrapresa per
interessi economici nascosti dietro il dolore ed il coraggio provocati dagli
attentati dell'11 settembre del 2001". Qui ha inserito la sua solidarietà
con i messicani migranti "che soffrono e lavorano in terra straniera
perché il saccheggio neoliberista li ha cacciati dalle loro terre".
L'EZLN ha salutato la mobilitazione di Larzac, in Francia: "Lì
ci sono fratelli contadini francesi che lottano contro la globalizzazione
della fame, le coltivazioni transgeniche e la guerra del potere. Non sappiamo
se in questo momento ci stanno ascoltando, ma sono sicuro che anche se molto
lontani, sentiranno l'abbraccio che noi, i più piccoli, gli zapatisti,
gli mandiamo".
Hanno mandato un saluto anche in Italia, "dove governa il male ma in
basso la dignità ribelle parla in italiano e pensa nella cultura".
Hanno citato l'appoggio ricevuto dall'Argentina:
"Rispondiamo con l'umile vento che siamo e che il nostro abbraccio
avvolga l'America Latina intera".
Per
perfezionare la strategia dell'EZLN, gli zapatisti hanno delineato una nuova
struttura.
Dopo
aver fatto un bilancio critico ed autocritico degli ultimi anni, segnalando
successi e deviazioni nel processo di costruzione della loro autonomia,
nel loro rapporto con altri protagonisti vicini e locali, nella partecipazione
e aiuto della società civile nazionale e internazionale con le carovane, aiuti umanitari, gemellaggi,
progetti economici e accompagnamento, tra altri mondi, il Subcomandante
Insurgente Marcos ha annunciato che l'EZLN "ha deciso la morte dei
cosiddetti 'Aguascalientes' di La Realidad, Oventik, La Garrucha, Morelia
e Roberto Barrios" e la loro trasformazione in Caracoles". Ancora
una volta gli zapatisti dimostrano la loro capacità di modificarsi,
di cambiare e adattarsi a una nuova strategia.
Nel suo comunicato, il Subcomandante Marcos spiega il significato del caracol per gli zapatisti, riprendendone il significato dai loro antenati: "i primi di queste terre avevano considerazione per la figura del caracol (.) rappresenta l'entrata verso il cuore (..) la conoscenza (...) rappresenta anche l'uscita dal cuore per andare nel mondo, così i primi chiamarono la vita (.) con il caracol si richiamava la collettività affinché la parola scorresse da uno all'altro e nascesse l'accordo (..) il caracol era d'aiuto affinché l'orecchio udisse anche la parola più lontana (.)".
Comunque, anche se i 27 Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti (MAREZ) si raggrupperanno intorno ai cinque Caracoles, "continuano ad essere funzioni esclusive di governo dei Municipi Autonomo Ribelli Zapatisti: l'applicazione della giustizia; la salute comunitaria; l'educazione; la casa; la terra; il lavoro; l'alimentazione; il commercio; l'informazione e la cultura; il transito locale".
In
ogni "Caracol" ci sarà una "Casa della Giunta di Buon
Governo" formata da uno o due delegati di ognuno dei Consigli Autonomi
di quella zona, "per costruire un ponte più diretto tra questi
ed il mondo".
I
Caracoles "saranno delle porte per entrare nelle comunità e
perché le comunità escano; delle finestre per guardarci dentro
e per guardare fuori; altoparlanti per lanciare lontano la nostra parola
e per ascoltare quella che viene da lontano. Ma, soprattutto, per ricordarci
che dobbiamo vegliare e stare attenti che i mondi che popolano il mondo
siano a posto".
Il
Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno del Comando Generale dell'EZLN
(CCRI-CG EZLN) in ogni zona vigilerà sul suo funzionamento per impedire
azioni di corruzione, intolleranza, arbitrarietà, ingiustizia e deviazioni
dal principio zapatista di "comandare obbedendo".
La
formazione dei Caracoles e delle loro Giunte di Buon Governo è stata
definita dall'EZLN nel modo seguente:
1)
Il Caracol di la Realidad, di zapatisti tojolabales, tzeltales e mames,
si chiamerà MADRE DE LOS CARACOLES DEL MAR DE NUESTROS SUE„OS, cioè
S-NAN XOCH BAJ PAMAN JA TEZ WAYCHIMEL KU'UNTIC [MADRE DEI CARACOLES DEL
MARE DEI NOSTRI SOGNI].
La
Giunta del Buon Governo Selva Fronteriza (che comprende la zona da Marqués
de Comillas, la regione dei Montes Azules e tutti i municipi sulla frontiera
con il Guatemala fino a Tapachula) si chiama HACIA LA ESPERANZA [VERSO LA
SPERANZA] e raggruppa i municipi autonomi: General Emiliano Zapata, San
Pedro de Michoac‡n, Libertad de los Pueblos Mayas e Tierra y Libertad.
2) Il Caracol di Morelia, di zapatisti, tzeltales, tzotziles e tojolabales
si chiamerà TORBELLINO DE NUESTRAS PALABRAS, cioè MUC'UL PUY
ZUTU'IK JU'UN JC'OPTIC.
La
Giunta del Buon Governo Tzots Choj (che comprende i territori in cui si
trovano i municipi governativi di Ocosingo, Altamirano, Chanal, Oxchuc,
Huixt‡n, Chil—n, Teopisca e Amatenango del Valle) si chiama CORAZîN DEL
ARCOIRIS DE LA ESPERANZA [CUORE DELL'ARCOBALENO
DELLA SPERANZA], (in lingua: Yot'an te xojobil yu'un te smaliyel) e raggruppa
i municipi autonomi: 17 de Noviembre, Primero de Enero, Ernesto Che Guevara,
Olga Isabel, Lucio Caba–as, Miguel Hidalgo e Vicente Guerrero.
3) Il Caracol di La Garrucha, di zapatisti tzeltales, si chiamerà
RESISTENCIA HACIA UN NUEVO AMANECER, cioè TE PUY TAS MALIYEL YAS
PAS YACH'IL SACAL QUINAL.
La Giunta del Buon Governo Selva Tzeltal (che comprende parte dei territori
in cui si trova il municipio governativo di Ocosingo) si chiama EL CAMINO
DEL FUTURO [IL CAMMINO DEL FUTURO], (in lingua: Te s'belal lixambael) e
raggruppa i municipi autonomi: Francisco G—mez, San Manuel, Francisco Villa
e Ricardo Flores Mag—n.
4) Il Caracol di Roberto Barrios, di zapatisti choles, zoques e tzeltales,
si chiamerà EL CARACOL QUE HABLA PARA TODOS, cioè TE PUY YAX
SCO'OPJ YU'UN PISILTIC (en tzeltal), y PUY MUI TI T'AN CHA 'AN TI LAK PEJTEL
(in chol).
La Giunta del Buon Governo Zona Norte de Chiapas (che comprende parte dei
territori in cui si trovano i municipi governativi del nord del Chiapas,
da Palenque ad Amat‡n) si chiama NUEVA SEMILLA QUE VA A PRODUCIR [NUOVO
SEME CHE PRODURRË] (in tzeltal Yach'il ts'unibil te yax bat'p'oluc e in
chol: Tsi Jiba Pakabal Micajel Polel) e raggruppa i municipi autonomi: Vicente
Guerrero, Del Trabajo, La Monta–a, San José en Rebeld’a, La Paz,
Benito Ju‡rez e
Francisco Villa.
5) Il Caracol di Oventic, di tzotziles e tzeltales, si chiamerà RESISTENCIA
Y REBELDIA POR LA HUMANIDAD, cioè TA TZIKEL VOCOLIL XCHIUC JTOYBAILTIC
SVENTA SLEKILAL SJUNUL BALUMIL.
La
Giunta del Buon Governo Altos de Chiapas (che comprende parte dei territori
che si trovano nei municipi governativi di Los Altos del Chiapas e si estende
fino a Chiapa de Corzo, Tuxtla Gutiérrez, Berrioz‡bal Ocozocuautla
e Cintalapa") si chiama CORAZîN CENTRICO DE LOS
ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO [CUORE CENTRICO DEGLI ZAPATISTI DAVANTI
AL
MONDO] (in lingua Ta olol yoon zapatista tas tuk'il sat yelob sjunul balumil)
e raggruppa i municipi autonomi: San Andrés Sakamchén de los
Pobres, San Juan de la Libertad, San Pedro Polh—, Santa Catarina, Magdalena
de la Paz, 16 de Febrero e San Juan Ap—stol Cancuc.
La
nuova struttura politica dell'autonomia avrà nell'immediato le seguenti
finalità e disposizioni che qui riassumiamo da tutti i comunicati
e discorsi dell'EZLN:
a) Per cercare di contrastare lo squilibrio nello sviluppo dei municipi
autonomi e delle comunità.
b) Per mediare nei conflitti che potrebbero insorgere tra municipi autonomi
e tra municipi autonomi e municipi governativi.
c) Per seguire le denunce contro i Consigli Autonomi per violazioni dei
diritti umani, proteste e dissensi, investigare la loro veridicità,
ordinare ai Consigli Autonomi la correzione di questi errori e vigilare
sul loro compimento.
d) Per vigilare sulla realizzazione di progetti ed incarichi comunitari
nei Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti, avendo cura che si realizzino nei
tempi e nei modi concordati con le comunità e per promuovere l'appoggio
a progetti comunitari nei Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti.
e) Per vigilare sul rispetto delle leggi che, di comune accordo con le comunità,
sono in vigore nei Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti.
f)
Per assistere e guidare la società civile nazionale ed internazionale
nelle visite alle comunità, portare avanti progetti produttivi, installare
accampamenti di pace, realizzare ricerche (attenzione: che portino benefici
alle comunità) e qualunque attività permessa nelle comunità
ribelli.
g) Per, in comune accordo con il CCRI-CG dell'EZLN, promuovere ed approvare
la partecipazione di compagni
e compagne dei Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti in attività o
eventi che avvengono fuori delle comunità ribelli e per scegliere
e preparare quei compagni e compagne che vi parteciperanno.
h) "Non si permetterà più che donazioni ed appoggi della
società civile nazionale ed internazionale siano destinati a qualcuno
in particolare o ad una determinata comunità o ad un municipio autonomo.
La Giunta del Buon Governo deciderà, dopo aver valutato la situazione
delle comunità, dove è più necessario indirizzare quell'aiuto.
La Giunta del Buon Governo impone a tutti i progetti la cosiddetta "imposta
fraterna" che è del 10 per cento sull'importo totale del progetto.
Cioè, se una comunità, municipio o collettivo riceve un appoggio
economico per un progetto, dovrà consegnare il 10 per cento alla
Giunta del Buon Governo affinché questa lo destini ad un'altra comunità
che non riceve appoggio. L'obiettivo è equilibrare almeno un poco
lo sviluppo economico delle comunità in resistenza. Di sicuro, non
si accetteranno scarti, elemosine né l'imposizione di progetti.".
i) "Si riconosceranno come zapatisti solo le persone, le comunità,
le cooperative e le società di produzione e commercializzazione registrate
presso la Giunta del Buon Governo. Così si eviterà che si
facciano passare per zapatisti persone che non lo sono o che addirittura
sono antizapatisti, com'è il caso di alcune cooperative di produzione
e commercializzazione di caffè organico. Le eccedenze o i bonifici
per la commercializzazione di prodotti di cooperative e società zapatiste
saranno consegnati alle Giunte del Buon Governo affinché si dia sostegno
ai compagni e alle compagne che non possono commercializzare i loro prodotti
o non ricevono nessun tipo di appoggio".
j) "é normale che gente disonesta inganni la società civile
nazionale o internazionale presentandosi nelle città come presunti
"zapatisti" inviati in "missione segreta o speciale"
a chiedere denaro per malati, progetti, viaggi o altre cose del genere.
A volte, si arriva addirittura ad offrire addestramento in presunte, e false,
"case di sicurezza" dell'EZLN a Città del Messico. Nel
primo caso sono ingannati intellettuali, artisti, professionisti e non pochi
funzionari di governi locali. Nel secondo caso, sono giovani studenti le
vittime della bugia. L'EZLN dichiara che non possiede nessuna "casa
di sicurezza" a Città del Messico e non offre nessun addestramento.
Quelle cattive persone, secondo i nostri rapporti, sono coinvolte nel banditismo
ed il denaro che chiedono presumibilmente per le comunità è
usato a beneficio personale. L'EZLN ha già iniziato le ricerche per
definire le responsabilità di coloro che usurpano il suo nome ed
imbrogliano la gente buona ed onesta. Dato che è difficile prendere
contatto con il Comando Generale dell'EZLN per verificare se una persona
faccia parte oppure no dell'EZLN o sia una base d'appoggio, e se sia vero
o no quanto afferma, adesso basterà mettersi in contatto con una
delle Giunte del Buon Governo (della zona dalla quale dice di provenire
"l'imbroglione") ed in pochi minuti sarà chiarito se è
o non è zapatista. Per questo le Giunte del Buon Governo consegneranno
certificazioni ed accreditamenti che dovranno in ogni caso essere comprovati."
k) "Non è necessario essere zapatista per essere assistito e
rispettato dalla giunta di buon governo dei municipi autonomi. Se si è
membri di una comunità si ha il diritto di essere assistiti. Siamo
fratelli per razza, colore e storia. Non deve esserci nessun motivo perché
litighiamo o ci scontriamo.
Patiamo la stessa miseria, lo stesso disprezzo. Noi chiediamo che ci rispettino
e che rispettino le giunte di buon governo che a partire da oggi sono costituite
alla presenza di migliaia di testimoni".
l) "Noi zapatisti non aggrediremo né imporremo nulla. Saremo
rispettosi indipendentemente del partito od organizzazione politica o religiosa
di appartenenza, sempre e quando saremo rispettati, perché noi popoli
indigeni possiamo godere dei nostri diritti come stabilito dagli Accordi
di San Andrés, resi iniziativa di legge dalla Cocopa (Commissione
di Concordia e Pacificazione)".
seconda parte (II/II)
La proposta politica che l'EZLN ha proposto per il paese, tenterà
ora di portarla sul terreno del locale. L'inclusione, il dialogo, un mondo
in cui stanno tutti i mondi e la tolleranza sono proiettati nel territorio
dei Caracoles. Questa sarà la scommessa più difficile e complicata.
Per
fare questo l'EZLN deve separare la logica militare dalla logica civile.
L'EZLN
porta localmente anche principi e valori etici e morali. La sua proposta
è un messaggio ai governi e agli eserciti dell'America Latina e dei
Caraibi, dove la tentazione di nuovi golpe militari e le loro dittature
insidiano deboli democrazie legittime. Bolivia, Argentina, Equador, Venezuela,
tra altri, sono nel mirino degli interessi degli Stati Uniti. In questo
contesto, a livello locale l'EZLN evidenzia che chi porta le armi non può
governare, chi è disposto ad uccidere non può governare i
destini di una nazione. Dunque, l'EZLN si ritira dalla funzione di portavoce
di uno spazio ora in fase di costruzione dall'insieme delle forze locali.
I Caracoles ascolteranno tutte le organizzazioni della regione. Per fare
questo, l'istanza civile e politica delle Giunte di Buon Governo dovranno
consolidare e rafforzare il prima possibile la loro struttura interna e
rifare le loro politiche di alleanza, perché gli avvoltoi esistono
ovunque, anche tra gli indigeni, pronti a distruggere l'autonomia indigena.
Su richiesta
delle donne sarà anche proibita "l'introduzione di alcolici".
2) "A partire da questo momento i blocchi e i posti di controllo
saranno installati in caso di allarme rosso. Continua ad essere compito
nostro e nostro dovere proteggere le comunità dalle aggressioni
del malgoverno, dei paramilitari e di tutti quelli che vogliono fare loro
del male. Siamo nati per questo, per questo viviamo e per questo siamo
disposti a morire".
3) "L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale non può
essere la voce di chi comanda, cioè del governo, anche se chi comanda,
comanda obbedendo o sia un buon governo. L'EZLN parla per quelli che stanno
in basso, per i governati, per i popoli zapatisti che sono il suo cuore
ed il suo sangue, il suo pensiero e il suo cammino. Noi saremo pronti
a difenderli, per questo siamo l'Esercito, il Vot‡n-Zapata, il guardiano
ed il cuore del popolo".
4) Il Subcomandante Marcos definisce la sua nuova posizione: "Così
da questo momento non sarò più portavoce dei municipi autonomi
ribelli zapatisti. Questi hanno già chi può parlare, e bene,
per loro.
Nel mio ruolo di comandante militare delle truppe zapatiste, vi comunico
che a partire da questo momento i Consigli Autonomi non potranno ricorrere
alle forze miliziane per il lavoro di governo. Dovranno pertanto sforzarsi
di fare come dovrebbero fare tutti i buoni governi, cioè ricorrere
alla ragione e non alla forza per governare.
Gli eserciti si devono usare per difendere e non per governare. Il lavoro
di un esercito non è quello del poliziotto o di agente del Pubblico
Ministero.
PLAN LA REALIDAD
L'appello
dell'EZLN si concentra sulla difesa in maniera "congiunta e coordinata"
della sovranità nazionale e sull'opposizione in modo "frontale
e radicale alle imminenti privatizzazioni dell'energia elettrica, del petrolio
e di altre risorse naturali". In contrapposizione al PPP l'EZLN ha
lanciato il Plan La Realidad-Tijuana che simbolizza tutti i messicani e
le messicane, unendo i popoli dagli estremi della Repubblica Messicana,
da sud a nord. Su questo piano si definiscono accordi dal livello locale
proposti dagli zapatisti, che devono essere sottoscritti e, in questo caso,
diffusi da organizzazioni che siano "indipendenti". Tra questi:
1) il rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza delle organizzazioni sociali;
2) la promozione delle forme di autogoverno e autogestione in tutto il territorio
nazionale; 3) il sostegno alla ribellione ed alla resistenza civile e pacifica
di fronte alle disposizioni del malgoverno e dei partiti politici; 4) la
formazione di "una rete di commercio di base" tra comunità
e la promozione del "consumo di base locale e col commercio nazionale";
5) "formare una rete di informazione e cultura" su scala locale,
regionale e nazionale per esigere dai mezzi di comunicazione un'informazione
vera e obiettiva; 6) organizzare la difesa e la promozione della cultura
locale e delle scienze e delle arti universali.
L'EZLN ha posto nove domande di base:
1) la difesa della proprietà ejidale e comunale della terra;
2) la protezione e la difesa delle risorse naturali;
3) un lavoro degno ed un salario giusto per tutti;
4) una casa degna;
5) sanità pubblica gratuita;
6) cibo per tutti;
7) abbigliamento per tutti;
8) istruzione laica e gratuita a bambini e giovani;
9) rispetto per la
dignità della donna, del bambino e dell'anziano.
LE REAZIONI
I
diversi settori della società non hanno tardato a reagire al nuovo
cammino scelto dall'EZLN. Non si è fatto attendere il rifiuto da
parte di alcuni partiti politici. Soprattutto da parte dei legislatori del
PAN i più bellicosi che hanno definito l'iniziativa degli zapatisti
illegale e anticostituzionale per cui chiedono la proibizione dei Municipi
Autonomi e delle loro Giunte di Buon Governo. Nel frattempo, il vescovo
della Diocesi di San Crist—bal de las Casas rivolge un appello al governo
affinché approvi gli Accordi di San Andrés e si eviti la violenza.
Il settore imprenditoriale nazionale e transnazionale più forte ha
visto gli indigeni zapatisti come una minaccia agli investimenti per cui
la loro nuova strategia deve essere schiacciata. Nel frattempo, molte organizzazioni
civili, gruppi di solidarietà nazionali e internazionali salutano
con favore l'iniziativa e restano in attesa di conoscere il funzionamento
dei nuovi meccanismi attraverso i quali fluiranno i rapporti. Da parte sua,
il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) ha annunciano di unirsi all'iniziativa
dell'EZLN di promuovere l'autonomia indigena in tutto il paese e di applicare
nella pratica i diritti dei popoli indios.
Eppure,
alcune organizzazioni contadine e indigene in Chiapas guardano con diffidenza
a questa nuova strategia zapatista perché implicherebbe una perdita
di protagonismo nello scenario politico locale, nonostante l'EZLN abbia
manifestato il rispetto per tutte le organizzazioni.
Il
Segretario di Governo, Santiago Creel Miranda, ha dichiarato che le azioni
dell'EZLN saranno rispettate dal governo federale finché sarà
rispettata la libertà di espressione e di associazione nell'ambito
della Costituzione e delle leggi della Repubblica. Ha aggiunto che "finché
ci sarà questo contatto (tra il governo e l'EZLN) e la disponibilità
delle parti, con l'intermediazione della Cocopa, la situazione deve mantenersi
tale e quale è fino a questo momento, e ovviamente la Legge di Amnistia
che definisce anche i termini e le condizioni per affrontare la problematica
in Chiapas, indipendentemente dal resto della legislazione". Ha rilevato
anche che il governo federale non userà le forze armate se non verrà
alterato lo stato di diritto: "quando mi riferisco al rispetto dello
stato di diritto è al fatto di rendere vigenti le due normative specifiche
per la zona di conflitto e la Costituzione, la quale stabilisce garanzie
di libertà di espressione, di associazione e di manifestazione".
Il segretario ha aggiunto che "staremo semplicemente attenti alle risoluzioni
che prenderanno, alle decisioni che adotteranno e che valuteremo in base
alle decisioni prese".
Il governo di Vicente Fox ha accolto con favore che l'EZLN promuovesse tra
le comunità simpatizzanti "una nuova forma di organizzazione
politica smilitarizzando la propria struttura". Inoltre ha rivolto
un "rispettoso" appello all'EZLN per la ripresa del dialogo che
permetta di progredire nella costruzione della pace giusta e degna che chiedono
e meritano gli indigeni del Chiapas, ed ha aggiunto che "valuterà
i segnali lanciati dall'Esercito Zapatista considerando che possono essere
la base per cercare strumenti per ristabilire il processo di negoziazione",
perché il dialogo non può essere considerato né una
sconfitta né una claudicazione, ma la strada verso la comprensione.
Il governo federale ha manifestato che la sua volontà di pace resta
"inalterabile". Eppure, sebbene l'appello del governo federale
sia sincero, dopo nove anni gli zapatisti ormai non ci credono ed hanno
chiuso definitivamente qualsiasi dialogo con ogni istanza governativa.
Da parte sua, il Coordinamento per il Dialogo e il Negoziato in Chiapas
ritiene necessaria la negoziazione per superare le "inammissibili condizioni
di emarginazione e povertà" che prevalgono tra le popolazioni
indigene. Secondo il coordinamento non è possibile parlare di pace
né di democrazia senza la partecipazione di tutti ed ha manifestato
la sua soddisfazione per l'appello zapatista al rispetto tra indigeni e
diversi settori della società, indipendentemente dall'appartenenza
a organizzazioni, partiti o religione, cosa che permetterebbe di stabilire
schemi di mutua comprensione attraverso il dialogo.
LEGALITA' O LEGITTIMITA'
Per alcuni intellettuali, scrittori, centri per i diritti umani e organizzazioni
civili, le Giunte di Buon Governo dell'EZLN non si contrappongono alla Costituzione
ma danno invece attuazione ai trattati internazionali firmati dal governo
messicano nel senso di consolidare i governi autonomi. Per la Rete dei Difensori
Comunitari per i Diritti Umani, i Centri per i Diritti Umani "Miguel
Agust’n Pro" e "Fray Bartolomé de Las Casas", e l'Accademia
Messicana per i Diritti Umani, le nuove forme di governo zapatiste si basano
sul Trattato 169 della OIT e sul Trattato di Vienna che stabilisce che nessuno
Stato può addurre ragioni interne per adempiere ai diritti stabiliti
dal Trattato 169 della OIT [1].
Anche se le Giunte di Buon Governo non creano un ulteriore livello di governo
stipulato dalla Costituzione, il governo federale potrebbe addurre la loro
incostituzionalità per il fatto di "creare municipi paralleli"
ai "municipi costituzionalmente definiti". Eppure, il problema
non è di legalità o illegalità. Gli zapatisti non lottano
per il potere, ma per la dignità. In fondo il problema è per
la legittimità dei diritti umani e in particolare dei diritti dei
popoli indigeni, li abbia o no riconosciuti il potere economico, il potere
politico e i partiti nelle attuali leggi della Costituzione e in quelle
statali.
La Costituzione Messicana recita: "La sovranità nazionale risiede
essenzialmente e originariamente nel popolo. Tutto il potere pubblico deriva
dal popolo e si istituisce a beneficio di questo. Il popolo possiede sempre
il diritto inalienabile di alterare o modificare la forma del suo governo"
(articolo 39 della Costituzione). Se d'altro canto la volontà del
popolo messicano è quella di costituirsi in "Stati liberi e
sovrani" (articolo 40 della Costituzione) e questi in "Municipi
Liberi" senza alcuna autorità intermedia con il Governo dello
Stato (articolo 115 della Costituzione), i Municipi Autonomi non potranno
violare la Costituzione. Pertanto, l'interpretazione sulla legalità
che si vorrebbe dare alla proposta zapatista, è inficiata da interessi
politici ed economici
Con questi cambiamenti la nuova proposta politica, economica, sociale, culturale
e militare dell'EZLN viene istituzionalizzata. Il filo che legherà
la vita dei Municipi Autonomi sarà la "Radio Insurgente. Voz
del EZLN" in onda corta banda 49 metri, sui 5.8 megahertz, in cui il
Subcomandante Insurgente Marcos avrà voce. E qui di nuovo il diritto
all'informazione per le vie di fatto. Questa radio, secondo le leggi nazionali
che assegnano il monopolio ad un certo numero di società, è
illegale da un certo punto di vista. Eppure, gli Accordi di San Andrés
riconoscono il diritto dei popoli indigeni a possedere propri mezzi di comunicazione
e informazione. Anche le radio dell'Istituto Nazionale Indigenista (INI)
passerebbero ai popoli indigeni.
GLI
SCENARI
Davanti
a tutto questo possiamo giungere a qualche CONCLUSIONE o tendenza:
Uno. L'EZLN metterà il dito nella piaga degli investimenti
privati transnazionali non solo nell'ambito del PPP, ma anche dei Trattati
di Libero Commercio del Messico con il Centroamerica, dell'ALCA e degli
accordi dell'OMC. Per l'EZLN, il PPP quale "progetto separatista del
sudest messicano" non passerà sui territori ribelli zapatisti,
"gli zapatisti posseggono i mezzi e l'organizzazione necessaria e sufficiente
per impedire la realizzazione del piano". Il PPP è già
estinto per gli zapatisti almeno per tre ragioni: a) "è già
stato minato e solo il tentativo della sua messa in pratica non farò
altro che acuire le rivolte sociali"; b) "il piano pretende che
noi accettiamo che nel nord e nel centro del paese le cose siano già
state decise e che nessuno vi si opponga. Questo è falso. Le strade
della resistenza e della ribellione attraversano tutto il territorio nazionale
ed affiorano anche lì dove la modernità pare aver totalmente
trionfato"; c) "nelle montagne del sudest messicano non si permetterà,
per nessun motivo, la sua implementazione".
Pertanto, ridefinita la strategia dell'EZLN, sono in pericolo gli investimento
già esistenti nelle regioni zapatiste come le grandi piantagioni
di monocolture per l'esportazione delle imprese transnazionali come la palma
africana, la gomma o l'eucalipto, per fare alcuni esempi. Tra alcuni degli
interessi possiamo rilevare il caso della International Paper, Kimberly
Clarck, o Monsanto con il suo mais e soia transgenici. La Coca Cola ha interssi
legati all'acqua; la Pulsa alla terra; Syngenta, Pionner o Dupont nel controllo
dei semi e della chimica in agricoltura; Nestlé per il controllo
del caffè e del latte. Ed altre imprese che pretendono di appropriarsi
dei giacimenti di gas, petrolio ed altri minerali per la loro estrazione,
o quelle che aspettano la privatizzazione dell'energia elettrica, dell'acqua
e della formazione di dighe nelle terre indigene mentre in altre zone della
regione del PPP stanno già investendo come nel caso delle multinazionali
spagnole Uni—n Fenosa, Iberdrola, Endesa, o della tedesca Siemens, la parastatale
francese EDF, tra altre.
Due. Di fronte alla minaccia dell'EZLN nei confronti del capitale
transnazionale, il governo federale non cesserà il suo tentativo
di minare il rafforzamento dell'autonomia indigena come ha fatto fino ad
ora, nonostante il suo argomento conciliante, tollerante e comprensivo,
allo scopo di tranquillizzare gli investitori stranieri, in particolare
la banca commerciale e multilaterale nel caso della Banca Interamericana
di Sviluppo (BID) e la Banca Mondiale che cominciano a concentrare la loro
strategia nella privatizzazione delle risorse strategiche del Chiapas. [2]
Tra gli strumenti che si prevedono utilizzerà il governo federale
e statale, ci saranno i gruppi paramilitari che sono presenti nelle regioni
indigene. Questi non sono stati smantellati e neppure sono cessate le azioni
di vessazione da parte dell'esercito messicano contro i Municipi Autonomi.
[3] Pertanto la violenza non cesserà
e tanto meno quando gli zapatisti, che fino ad oggi non hanno risposto alle
aggressioni, manifestano il proposito di reagire da adesso in poi. La Comandancia
General dell'EZLN ha inviato un messaggio ai gruppi paramilitari nel senso
che non resteranno impuniti per le loro azioni e prevedono che "In
particolare nella zona de los Altos del Chiapas, nei municipi di Chenalh—,
Pantelh— e Cancuc, i paramilitari sono in attività febbrile e si
parla di piani di aggressione imminente. I paramilitari hanno indicato come
obiettivi prioritari dei loro futuri attacchi gli accampamenti profughi
di San Pedro Polh—, chiamato "Campamento Ocho" e Acteal, e da
alcune notti si riuniscono per ubriacarsi e sparare colpi in aria per darsi
coraggio. Le guarnigioni dell'esercito e della polizia statale situate in
quella zona si sono rinchiuse, sicuramente per poi dire che "non abbiamo
sentito niente". Dunque, "il clima" adesso è molto
simile a quello dei giorni precedenti la strage di Acteal, Chenalh—, Chiapas,
in cui 45 uomini, donne e bambini furono assassinati crudelmente dai paramilitari".
Tre. Politicamente il sistema dei partiti e la strada politico-elettorale
si vedranno fortemente minacciati. I partiti politici vedranno sminuiti
i processi elettorali nelle regioni zapatiste. Se le Giunte di Buon Governo
riusciranno a funzionare e a rispondere alle necessità delle comunità
indigene non solo zapatiste, diventeranno un punto di convergenza in cui
le comunità troveranno le soluzioni ai loro problemi giuridici, ai
conflitti comunitari, ai problemi di salute e educazione, tra gli altri.
Non dimentichiamo che l'EZLN ha annunciato la completa rottura di dialogo
e incontro con i partiti politici.
Di fronte a questo panorama si prevede un maggiore sforzo da parte del governo
federale e statale per sgretolare i municipi autonomi ed i Caracoles attraverso
l'introduzione di risorse economiche come parte della guerra di bassa intensità.
Milioni di pesos arriveranno dalla BM e dalla BID per presunti progetti
di sviluppo, salute e educazione per lo stato. I programmi sostenuti da
forti risorse finanziarie della banca multilaterale ed altri programmi governativi
introdotti per cancellare la povertà come il programma "Oportunidades",
Procampo, Alianza para el Campo, Capitalizaci—n del Campo o il Programa
de Certificaci—n de Derechos Ejidales (Procede) che ha l'obiettivo di privatizzare
le terre indigene e contadine, continueranno ad essere gli strumenti per
acuire le divisioni all'interno delle comunità indigene. Ci sono
tre elementi (religioso, politico ed economico) identificati come le maggiori
cause di divisioni nelle comunità: la proliferazione delle sette
religiose, i partiti politici in particolare in periodo elettorale, ed i
progetti e programmi governativi che distribuiscono risorse economiche o
beni materiali.
A differenza di alcune esperienze delle guerriglie centroamericane, gli
zapatisti non pretendono di creare "zone liberate" ma zone inserite
nelle realtà locali per assistere e dialogare orizzontalmente e democraticamente
con gli attori locali senza l'uso dell'esercito solo per difendere questo
processo da tutto ciò che lo minaccia.
Si
potrebbero anche chiamare "zone politicamente liberate dal malgoverno".
>Dunque,
svincolano la logica militare dalla logica civile. Non è separatismo
o balcanizzazione come ha tentato di fare credere il governo federale per
giustificare l'uso della forza militare o la mancata applicazione degli
accordi firmati. La balcanizzazione del paese viene da un'altra parte. La
Banca Mondiale pretende il decentramento delle strutture e delle istituzioni
federali adducendo la debolezza statale e municipale ma volto solo alla
distruzione e privatizzazione del ruolo dello stato.
Dunque,
governo e popoli indigeni prendono strade diverse che sono destinate ad
incontrarsi in un futuro non molto lontano. Nella misura in cui le funzioni
dello stato passeranno in mani private, il confronto passerà dall'essere
tra popoli indigeni-stato a popoli indigeni-corporazioni multinazionali.
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[1] Per un quadro comparativo tra l'iniziativa di Legge della Cocopa ed
il Trattato 169 della OIT si può consultare il documento del Centro
de Derechos Humanos Miguel Agust’n Pro Ju‡rez en: http://www.ciepac.org/procesodepaz/169dictamencocopa.htm
[2] In Chiapas si è dato inizio alla privatizzazione delle reti idriche
delle principali città dello stato (vedere Bollettini "Chiapas
al D’a" No. 357 e 358 in www.ciepac.org). Nell'ottobre del 2002, in
un documento classificato come "confidenziale", la Banca Mondiale
presenta al governo del Chiapas la sua proposta di Aggiustamento Strutturale.
Si può consultare al sito http://www.ciepac.org/analysis/index.html
[3] Per uno sguardo sugli ultimi tre anni, 2000-2003, si vedano i bollettini
"Chiapas al D’a" No. 359, 360 e 365.