Vince Ferrero e diventa segretario

Paolo Ferrero è il nuovo segretario di Rifondazione comunista. Per il si alla sua elezione hanno votatao 142, per il no 134, 1 astenuto e 4 schede bianche. Reds - Luglio 2008


Chi è Paolo Ferrero
Paolo Ferrero il vincitore del VII Congresso di Rifondazione Comunista è nato a Pomaretto nel Piemontese 47 anni fa. A soli 17 anni si iscrive a Democrazia Proletaria, e dopo essersi diplomato all’Istituto tecnico industriale inizia a lavorare come operaio allo stabilimento Fiat di Villar Perosa. Fa parte negli stessi anni della Federazione Evangeliva Italiana, nella quale dal 1985 al 1986 ricopre la carica di segretario. Dopo la cassa integrazione alla Fiat inizia una svolta più incisiva politica e in quel periodo entra a far parte del direttivo di Democrazia Proletaria all’età di 27 anni.
In seguito allo scioglimento di Dp, Ferrero entra in Rifondazione Comunista diventando il capogruppo consiliare nella città di Torino. Nel 1996, Ferrero entra a far parte della segreteria nazionale del partito di Rifondazione, e durante il IV congresso del Prc sostiene la mozione di Fausto Bertinotti.
Approdato al nazionale di Viale del Policlinico, Ferrero ricopre l’incarico di responsabile del Dipartimento associazionismo e movimenti, e successivamente dell’Area lavoro, economia e diritti sociali. Alle politiche del 2006 viene eletto nella circoscrizione Piemonte II e dopo la formazione del Governo Prodi viene nominato Ministro della Solidarietà Sociale, con delega in materia di politiche sociali, politiche delle migrazioni, contrasto alle tossicodipendenze e Servizio civile nazionale.

Il congresso
La nomina a Segretario Nazionale del Prc viene da una vittoria sul filo di lana ma l’esito del voto risponde ai nuovi rapporti di forza determinatisi in seno al partito. Hanno votato a favore i delegati della mozione uno, della tre e della quattro, mentre si sono astenuti quelli della cinque. Voto dopo voto è stata una vera e propria altalena. Mano mano che venivano lette le schede cresceva la tensione. Poi i primi applausi quando si delineava il successo dell'alleanza fra le mozioni che si erano opposte alla proposta strategica della mozione due, la costituente della sinistra.

Vendola e Giordano ed altri dirigenti di primo piano di quella che diventa un’area politica all’interno del partito e che si chiamerò “ Rifondazione per la sinistra” se ne sono andati prima che venisse pronunciato il “ si” che assicurava a Ferrero l’elezione.

Prendendo la parola il nuovo segretario è entrato in argomento. Ha parlato della divisione del partito, ha riproposto la gestione unitaria, ha replicato a Vendola che aveva definito una “ accozzaglia” l’alleanza fra le diverse mozioni.
“ Il documento approvato- ha ricordato- rappresenta precise scelte politiche che saranno la nostra bussola. Ci sono diverse esperienze, storie diverse, che hanno deciso di mettersi insieme per rilanciare Rifondazione, un partito comunista”.
E sempre rivolto a Vendola, che lo aveva accusato, in quanto ministro del governo, di aver commesso molti errori e che pertanto non doveva nemmeno candidarsi, ha detto: "Ho fatto degli errori che ho avuto il coraggio di riconoscere davanti alla platea del congresso. Altri non lo fanno". Ed ha aggiunto: "Può darsi che sbagli ancora ma il bello della democrazia è che deve aiutare ognuno di noi a non sbagliare".

Alcune nostre conclusioni
Dall'analisi dei documenti e delle reazioni, interne e esterne al partito, che ne sono scaturite, si ha la percezione che effettivamente qualcosa potrebbe cambiare nelle linee strategie e nelle scelte tattiche che il nuovo gruppo dirigente del Prc andrà a intraprendere.

Ci riferiamo in particolare alla scelta di avere un rapporto con i movimenti non strumentale, ma rivolto invece a far sì che questi acquistino forza e determinazione per il perseguimento dei loro obbiettivi per i quali si sono costituiti. Sembrerebbe quindi che il Prc sarà una organizzazione che investirà le proprie energie per l'unificazione della sinistra, lavorando in un ambito che non sarà principalmente quello istituzionale, bensì quello delle contraddizioni sociali (classe, genere, generazionale, nazionale, sessuale...).

E' molto interessante e fa ben sperare, il richiamo sul documento di maggioranza, alla rotazione e alla non sovrapposizione degli incarichi dei dirigenti. Anche questo fatto (se le azioni saranno coerenti) rappresenta una ventata di novità e la manifestazione della volontà concreta di creare problemi ai ceti burocratici che si sono insediati nelle strutture del partito.

Staremo a vedere. (leggi anche)