Lettera sulla questione delle alleanze
  Intervento 
  di un compagno della LICR sulle posizioni di REDS a proposito delle alleanze 
  elettorali del PRC. Di Paul O'Brien. 28 febbraio 
  Cari/e compagni/e 
  di Reds,
  
  Sono un simpatizzante della Lega per un'Internazionale Comunista Rivoluzionaria 
  (LICR) le cui sezioni nazionali sono note come Workers Power (http://www.workerspower.com/). 
  Sono anche iscritto a Proposta Comunista e a Progetto Comunista, sebbene quello 
  di cui voglio parlare rifletta la posizione della LICR in cui mi riconosco.
  Leggo spesso e volentieri i vostri articoli e comunicati, e mi trovo d'accordo 
  su molti argomenti, specie su quelli riguardanti le lotte contro l'oppressione 
  nazionale e il modo in cui i leninisti devono caratterizzare tali lotte e sostenerle 
  senza condizioni. Sono convinto, tuttavia che, dal momento che siete senza un 
  programma rivoluzionario, il vostro riconoscimento della legittimità 
  delle lotte degli oppressi, compresi le donne, gli immigrati, i gay e le lesbiche, 
  si traduca in un adattamento centrista a delle forze non rivoluzionarie.
  L'esito di questo adattamento strategico si nota nella questione concernente 
  la natura dei partiti socialdemocratici ed è su questo argomento che 
  mi vorrei soffermare e per cui chiedo la vostra ospitalità.
  Nell'articolo del Febbraio 2000 (Di nuovo sulle alleanze elettorali, N. d. R.), argomentate 
  contro le posizioni adottate da Progetto Comunista riguardo le imminenti elezioni 
  regionali. Contro lo slogan "per un terzo polo" insistete che compito 
  dei/lle rivoluzionari/e è di battersi per l'unità di quelli che 
  chiamate i "partiti operai", cioè i Democratici di Sinistra 
  e Rifondazione Comunista. Rifiutate l'etichetta "agenti della borghesia 
  all'interno del movimento operaio" per i DS. Secondo voi, "I DS sono 
  un partito di sinistra o, usando termini tipici del marxismo rivoluzionario, 
  sono un partito operaio. Per determinare la natura sociale di un partito non 
  possiamo basarci sulla sua politica". Pertanto, affermate che Progetto 
  Comunista sbaglia nel confondere i DS con il "centrosinistra" in generale, 
  e che esso tende ad ignorare la natura sostanzialmente diversa tra i DS e le 
  forze borghesi di quella coalizione. Infine, notate che se i DS sono agenti 
  della borghesia, allora la stessa cosa deve valere per il PRC, che ha votato 
  ogni misura anti-operaia del governo Prodi, aiutando così la borghesia 
  italiana ad integrarsi nel polo imperialista europeo.
  C'è molto da condividere di questa analisi. Sono d'accordo, ad esempio, 
  che i/le rivoluzionari/e, anche quelli all'interno del PRC, devono battersi, 
  a livello tattico, per un governo regionale e nazionale dei DS e di Rifondazione 
  Comunista. Ritengo, quindi, che Progetto Comunista sbagli nel confondere le 
  acque riguardo una presunta distinzione tra la natura di classe del PRC e dei 
  DS. Ma sulla caratterizzazione dei DS, sono d'accordo con Ferrando e non con 
  voi. Voi puntate solo sulla base operaia dei DS per definirlo "partito 
  operaio", giustificando questa scelta nell'affermare che, per il marxismo, 
  è questo il fattore decisivo nella caratterizzazione di un partito. Invece, 
  secondo il marxismo, il carattere di classe di un partito politico si definisce 
  in base AGLI INTERESSI DI CLASSE CHE DIFENDE. Pertanto, i DS sono UN PARTITO 
  BORGHESE, con una base nella classe operaia. Un partito borghese-operaio, in 
  termini marxisti.
  Il guaio non sta nel fatto che non volete definire "agenti della borghesia" 
  i DS, ma nel fatto che non volete definire Rifondazione Comunista come tale, 
  nonostante riconosciate (a fatica) che gli interessi di classe che esso difende 
  siano appunto quelli della borghesia imperialista italiana.
  Avete ragione ad individuare la sbagliata natura dell'approccio di Progetto 
  Comunista, ma mi pare che la vostra alternativa sia più opportunista 
  ancora di quella di Ferrando che usa i DS come bersagli di paglia per l'ortodossia 
  "leninista", per poi coprire la natura di classe del PRC a cui si 
  è strategicamente adattato. Sono d'accordo con voi, invece, sul fatto 
  che all'interno dei DS e del PRC possono sorgere delle contraddizioni e che 
  spetta ai/lle rivoluzionari/e inserirvisi. Così lo slogan per le elezioni 
  deve esser quello che rivendicate voi, anche perché più di una 
  volta (specie durante le crisi dei governi Prodi) è stata la stessa classe 
  operaia a rivendicare l'unità tra i DS e il PRC.
  Ritengo che la giusta tattica consista nel rivendicare un governo regionale 
  e nazionale dei DS e del PRC, insistendo che sia l'uno che l'altro rompano con 
  la borghesia. Dobbiamo inoltre imporgli di battersi per un programma di difesa 
  delle pensioni e dei salari, contro la fortezza Europa, per l'apertura dei confini, 
  per un'ingente iniezioni di fondi nelle scuole e nella sanità, per l'abbattimento 
  della disoccupazione attraverso un massiccio programma di opere pubbliche sotto 
  il controllo operaio, tutto questo poi pagato dall'esproprio dei profitti dei 
  padroni. Bisogna informare la classe operaia e i suoi alleati però, che 
  né i DS né il PRC accetteranno queste rivendicazioni, appunto 
  perché non vogliono scontrarsi con la borghesia, perché sono rappresentanti 
  dei SUOI interessi e degli interessi del SUO Stato. È così che 
  possiamo convincere i militanti più radicali alla posizione rivoluzionaria.
  Con i più cordiali saluti comunisti rivoluzionari,
  Paul