Intervista a Roberto Firenze
Esponente
di primo piano della mozione congressuale n. 4 “Un’altra Rifondazione
è possibile”, membro del Comitato Politico Nazionale e della Segreteria
della Federazione di Milano.. Reds Giugno 2005.
Domanda:
In occasione delle ultime elezioni regionali, il PRC ha ottenuto un risultato
al di sotto della gran parte delle aspettative. Come ti spieghi questi dati
a solo un anno di distanza dal buon successo delle europee?
Risposta: La spiegazione è piuttosto semplice.Si sommano
problemi "strutturali" di radicamento sociale e insediamento del partito
con l'effetto di polarizzazione sull'Ulivo, in particolare sui Ds, di una quota
di elettorato di sinistra che, avendo presentato "l'alleanza per governare"
come priva di alternative, subisce la pressione del "voto utile".
In questo incide sicuramente l'appiattimento nell'Unione figlio delle scelte
congressuali.Il dato che conferma questa valutazione è quello pugliese:
successo di Vendola e nessun effetto di trascinamento del candidato "governatore"
sul voto di lista...
Domanda: Il congresso del PRC si è concluso in maniera
piuttosto "forte" con una secca separazione tra la maggioranza e le
quattro minoranze. A livello locale però, nella formazione dei gruppi
dirigenti, registriamo una situazione diversa. Qual è la tua valutazione
su questo fenomeno?
Risposta: Anche qui le opinioni possono essere diverse, ma
la valutazione è piuttosto semplice. Lo scontro al Congresso nazionale
è stato forte, come era ovvio, sulla linea politica; ed è stato
"doppiato" dallo scontro sugli Statuti, cioè sulla codificazione
della democrazia interna. Il nodo era costituito dai nuovi assetti di direzione
con l'invenzione di un esecutivo tutto di apparato e che svuotava di fatto delle
sue funzioni la direzione nazionale.
Le minoranze, nel Comitato nazionale successivo al Congresso hanno continuato
la battaglia su questo punto, ottenendo un allargamento delle "maglie"
di questo esecutivo e un allargamento della direzione, con una distribuzione
di incarichi significativi ad esponenti delle minoranze. Le minoranze hanno
comunque votato contro la nuova struttura di direzione ma sono entrate a farne
parte.
Questo elemento, insieme alla rivendicazione della composizione pluralista degli
esecutivi locali, speiga la partecipazione a geometria variabile delle minoranze
alle segreterie provinciali.
Domanda: Qualche previsione. Avremo un anno di agonia del governo
di Berlusconi, poi, si suppone, un governo dell'Unione. Che previsioni fai sulla
tenuta del PRC e le sue possibilità di sviluppo?
Risposta: Previsione pessimistica, tutto è legato allo
sviluppo dei movimenti e del conflitto sociale, capace di aprire contraddizioni
nella coalizione di centrosinistra e di "spingere" ad una radicalizzazione
l'orientamento del Prc. Ma l'ipotesi più probabile è quella di
una "delega" di fatto al livello elettorale, in attesa di una vittoria
elettorale dell'Unione.
Domanda: Come vedi in prospettiva la crescita dell'area di influenza
del PRC? Crescita su se stesso, oppure vicinanza sempre più stretta a
PdCI, verdi e sinistra DS, oppure una dinamica di costruzione tipo Izquierda
Unida, oppure ...
Risposta: C'e' una "relativizzazione" crescente nel
gruppo dirigente del ruolo dello strumento Prc, visibile anche nella valorizzazione
dell'ingresso di singoli esponenti di ceto politico istituzionale(vedi Folena)
al partito stesso. Rimane però l'unico strumento effettivo di cui il
gruppo dirigente dispone, tutto però , da qui alla fase successiva alle
elezioni politiche, ridiventa possibile...
Domanda: Si avvicina il congresso della CGIL. Il dibattito
nella sinistra CGIL è: mozione unitaria con la maggioranza o mozione
alternativa. Da che parte state? E a che condizioni?
Risposta: mozione alternativa, di fronte ad un orientamento
della maggioranza Cgil che rimane improntato alla logica- e alla pratica...-
della concertazione.
Domanda: Al di fuori del PRC ben poche persone riescono a comprendere
le differenze tra i quattro raggruppamenti di minoranza. Puoi tentarne una sintesi
"didattica"?
Risposta: Tutte convergono nell'opposizione all'alleanza per
governare- con l'eccezione parziale della 2...- vi sono poi differenze sul piano
dell'identità e delle prospettive strategiche, oltre ad un approccio
diverso alla tattica nei confronti del centrosinistra. Per la mozione 4 si tratta
di raccogliere la spinta popolare antiberlusconiana con un accordo elettorale
su alcuni contenuti chiari, ritenendo che non via siano le condizioni per governare
con un centrosinistra liberista e che sia essenziale un partito dei lavoratori
che difenda nella pratica l'autonomia di classe del movimento dei lavoratori.