Il Corriere della Sera                                                             1° novembre 1997

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Il progetto prevede la concessione della libertà condizionale venti anni dopo il delitto: anche Priebke potrebbe beneficiarne

Sofri, una legge per la scarcerazione

Il disegno sostenuto dal Pds spacca il parlamento. Fini: «An lo contrasterà»

M. Antonietta Calabrò

ROMA - Adesso la strada scelta per risolvere il caso Sofri è quella della libertà condizionata. Con una legge, alla quale ha dato il suo imprimatur anche Massimo D'Alema ma che già divide il mondo politico. Undici senatori, sia della maggioranza che dell'opposizione, a partire dal capogruppo del Pds, Cesare Salvi, hanno presentato un progetto che propone la modifica dell'articolo 176 del codice penale. Si tratta dell'introduzione di un nuovo comma col quale si prevede che «il condannato alla reclusione può comunque essere ammesso alla liberazione condizionale quando siano trascorsi più di 20 anni dal fatto per il quale è stato condannato, sempre che in libertà, ovvero durante il tempo di esecuzione della pena, abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere insussistente il pericolo che commetta altri reati».

Il provvedimento, per cui la settimana prossima verrà chiesta la procedura d'urgenza, potrebbe interessare una gran quantità di condannati. Potrebbe a esempio usufruirne anche «l'ingegner Altobelli», il «quarto uomo» che frequentava la prigione di Aldo Moro, alias Germano Maccari, «scoperto» a quasi vent'anni dalla morte dello statista dc. O addirittura Erich Priebke, responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

Luigi Manconi, uno dei firmatari - che ieri ha incontrato nel carcere di Pisa Sofri, Bompressi e Pietrostefani che continuano lo sciopero della fame -, ha dichiarato che «la legge che modifica l'articolo 176 del codice penale è universale, dunque non è per Sofri, né per Bompressi, né per Pietrostefani, né... per Priebke. Se sussistono le condizioni prescritte dalla legge ne potranno godere tutti».

Pietro Folena, responsabile giustizia del Pds, ha però voluto sottolineare che in ogni caso dovrebbero essere esclusi i reati più gravi, come quello di strage e dovrebbe essere comunque il giudice a valutare caso per caso. Ersilia Salvato, di Rifondazione, vicepresidente del Senato, ha specificato che non sarà possibile nessun automatismo, ma sarà il magistrato di sorveglianza a decidere se dare o meno la liberazione condizionale».

L'iniziativa di legge ha provocato subito polemiche. «Vorrei capire - ha detto Giulio Maceratini di An - se in base a questo provvedimento potrà avere qualche beneficio anche Francesca Mambro, anche lei in carcere da molti anni per reati di terrorismo». Ancora più deciso il no di Gianfranco Fini al disegno: «Nessun parlamentare di An l'ha firmato, e non lo condividiamo. Anzi, lo contrasteremo quando inizierà il suo iter parlamentare». E Carlo Giovanardi dei Ccd ha bollato il progetto come folle.

L'iniziativa, hanno spiegato i senatori promotori, è una risposta alla lettera inviata qualche giorno fa dal Capo dello Stato ai presidenti delle Camere. In particolare lì dove essa sottolinea «autorevolmente la peculiarità dell'esecuzione della pena a carico di Sofri, Bompressi e Pietrostefani sotto lo specifico aspetto di un'espiazione iniziata a tanta distanza di tempo dai fatti addebitati».

Anche Massimo D'Alema, segretario del Pds, ritiene che la vicenda Sofri e casi analoghi debbano essere affrontati dal Parlamento e sostiene di «capire» perché Scalfaro non ha concesso la grazia. «Capisco - ha aggiunto - anche che sia stato preoccupato che la grazia, a poca distanza dalla sentenza, potesse essere una specie di giudizio di quarto grado».

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