Il Manifesto - Fuoriluogo aprile 1998
CORREGGERE LA ROTTA SULLA GIUSTIZIA, USCIRE DELLA PASSIVITA SU DROGHE E INDULTO
di Pietro Folena
Siamo senza dubbio giunti a uno snodo decisivo per lUlivo e il centrosinistra in materia di giustizia. Nella prossime settimane - per quanto riguarda la riforma costituzionale, la legislazione ordinaria e, infine, lattività dellamministrazione - ci sarà un passaggio difficile in cui si dovrà misurare tutta la capacità innovativa della coalizione in questo campo.
Il Paese appare ancora attraversato dalla contrapposizione esiziale tra giustizialismo e garantismo a senso unico nei confronti dei potenti. Tuttavia, pur faticosamente, districandosi tra le campagne di stampa ostili, resistenze conservatrici e ritardi culturali presenti nella sinistra, comincia a farsi strada - anche nellopinione pubblica - quella linea di garantismo sociale e di affermazione della legalità che non può non costituire limpianto di una moderna e liberale forza di sinistra.
Nelle settimane passate - nel fuoco di polemiche aspre - si è avviata una correzione di rotta piuttosto significativa. Essa è avvenuta in due direzioni: la prima, quella di consolidare la coesione della maggioranza parlamentare intorno alle scelte fondamentali (rischio prescrizioni, rilancio dei riti alternativi, riforma del CSM, ecc.); la seconda, quella di affermare un profilo politico più netto nellazione del ministro e del governo, nel senso di governare una partita di riforme così complessa e così difficile con misura e con polso fermo, se necessario inflessibile.
Ma non bastano le dichiarazioni di intenti. E laspetto sociale e quotidiano della riforma della giustizia che deve entrare prepotentemente in campo, rispetto allenfatizzazione eccessiva della questione dei grandi processi di corruzione (che occorre fare, evitando il rischio prescrizioni).
Su due binari dovremo misurare la concreta credibilità di questa correzione di rotta.
Il primo è quello delleffettivo diritto alla giustizia dei meno abbienti e, più in generale, dei cittadini socialmente svantaggiati. Le camere di conciliazione, con la possibilità di un accesso rapido alla risoluzione dei conflitti, possono divenire il centro di un sistema di filtri volto non solo a depenalizzare (o a ridurre leffettiva area del penale) ma persino a degiurisdizionalizzare, senza tuttavia, con ciò, lasciare i più deboli alla mercé dei più forti. Riforma dellaccesso alla giustizia per i non abbienti e della difesa dufficio, abolizione dellimposta di registro e progressività dellimposizione rispetto al valore delle cause, riforma dellesecuzione civile rappresentano vere e proprie priorità.
Il secondo è quello della pena, per renderla più certa e più umana. Nelle prossime settimane - quando scriviamo - la legge Simeone Saraceni dovrebbe essere approvata.
A questa prima riforma devono seguire una riorganizzazione dellAmministrazione Penitenziaria - usando le possibilità della legge Bassanini -, lesame di provvedimenti tesi a definire sanzioni alternative alla detenzione per piccoli reati, con forme di lavoro socialmente utile e di risarcimento alle vittime.
Ma è sulla droga e sullindulto - temi controversi, sui quali permangono posizioni diverse nella maggioranza, vi è un più diffuso trasversalismo e, soprattutto, su cui il governo ha mantenuto una posizione più neutrale, quasi da spettatore passivo - che occorre quello che, nei giorni passati, ho definito un "atto di forza" da parte del Parlamento. Un atto di forza: non di imperio, certamente, ma di coraggio politico nellindividuare strade che - pur non godendo ancora del favore di una maggioranza larga dellopinione pubblica - permettano di dare segnali di svolta su questi temi.
Per ciò che riguarda le tossicodipendenze, chiediamo un avvio rapido della discussione sul progetto, presentato da me e altri parlamentari, che riguarda il non ritorno in carcere per residui di pena che hanno concretamente intrapreso la strada di un impegno in strutture di recupero e in forme di volontariato; e lapertura di un vero iter parlamentare volto a superare lattuale proibizionismo per il consumo delle droghe leggere.
Per ciò che riguarda lindulto nei confronti degli ex terroristi, la definizione di un testo di legge per il sostegno ai familiari delle vittime dal 69 in poi - già avvenuto in Commissione Affari Costituzionali - può permettere, come auspicato autorevolmente dal segretario del PPI Franco Marini, di riprendere il cammino legislativo dellindulto laddove si era interrotto nel luglio scorso.
Si tratta di andare al di là dellattuale ipocrisia (mi riferisco alla larga concessione di benefici premiali a una maggioranza di ex terroristi detenuti, che ha reso meno rilevante leffettività dellesecuzione penale, o allenorme pubblicità dei media alle posizioni di ex terroristi in occasione di rievocazioni di delitti del passato) e compiere un riequilibrio delle pene secondo principi di diritto per chiudere una pagina con un atto di forza, voluto dalle nuove classi dirigenti del Paese. E un modo per insegnare ai ragazzi di oggi la storia degli anni 70, raccontando la follia omicida dei terroristi, il tributo di sangue di tante vittime, e il senso umanitario e mite di giustizia della nuova politica, che sa ora dire al Paese che è necessario voltare pagina.