Per la maggiore parte di questo secolo, la Repubblica francese ha tratto le sue migliori forze da quelli che chiama i "territori di oltremare" che sarebbe più giusto chiamare "terre sfruttate" perché sottomesse, conquistate e dissanguante in quanto colonie della "Madre patria".
Materie prime, vestigia storiche, schiavi prima e manodopera a basso costo poi, affluirono dallAfrica e da alcune parti dellAsia verso lEuropa. Infatti, dal 1895 al 1959, la Francia ha governato vasti territori dellAfrica, comprese le nazioni che si chiamano oggi Mali, Senegal, Mauritania, Sudan, Burkina Faso, Guinea, Niger, Costa di Avorio e Benin, oltre a una buona parte dellAfrica del Nord fra cui il Marocco, lAlgeria e la Tunisia.
Si trattava di decine di milioni di persone per le quali la vita, il linguaggio e il futuro erano retti da una piccola nazione europea, e ciò per più di mezzo secolo!
Oggi, come testimonia il recente sgombero da una chiesa di più di 300 africani, la "Madre patria" espelle i suoi vecchi "colonizzati".
Un sciopero della fame di più di 50 giorni fatto da africani, principalmente persone del Mali e del Senegal, non ha impedito un raid delle forze speciali della polizia francese contro la chiesa di S.Bernard nel quartiere della Goutte dOr; fine Agosto, gli immigrati cacciati da questa chiesa da un vero atto di forza si ritrovavano in pericolo di immediata espulsione.
Mentre le economie europee (senza dimenticare leconomia americana) cominciano ad avere problemi, le forze di Destra fanno appello allistinto di sopraffazione dei bianchi per identificare come responsabili della disoccupazione e dei problemi economici quelli che sono chiamati "ètrangers" in Francia, "Auslander" in Germania, "wetbacks" in anglo-americano. Ma cosa ne è del caos economico, sociale, politico e psicologico fomentato da generazioni nelle "colonie"?
Dopo un secolo di mega-sfruttamento delle regioni del Nord e del Centro Africa, la "Madre patria" manda a casa i figli e nipoti dei suoi ex-colonizzati. "Via di qui !" urla la Francia.
Per gli Afroamericani costretti ad un apartheid interno, la Francia era tuttavia diventata un asilo contro la repressione governativa: artisti e scrittori come Miles Davis, la divina Nina Simone, James Baldwin, Richard Wright o Josephine Baker poterono vivere liberamente per la prima volta sul suolo francese in quanto esuli.
Da cui il nostro dolore di fronte allodio e lostilità anti-africana con cui devono confrontarsi i nostri fratelli neo-colonizzati in attesa di espulsione.
Una verità che fa male è comunque una verità.
Affianco agli immigrati africani, gridiamo "Abbasso le espulsioni".